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In una recente intervista a cura di Tim Bontemps per ESPN, dopo lo sweep con i Nets e prima di Gara 1 al Garden, James Harden ha esordito rispondendo a una domanda su quale sia la sua motivazione quest’anno, a parte il titolo:

“Mi sono detto che quest’anno è solo un grande sacrificio. Che si tratti dei soldi o del mio ruolo, voglio lasciare andare ogni cosa e sacrificarmi e basta. Vedremo cosa mi darà in cambio.”

Prima di continuare, ricordiamo che la star dei Philadelphia 76ers negli anni a Houston è stata molto criticata per il suo stile di gioco “eliocentrico”, ricco di isolamenti e possessi da portatore, che non ha sempre portato a ottimi risultati ai Playoffs – senza trascurare, comunque, la presenza della corazzata Warriors. A partire dal breve tenore ai Nets, e adesso nella città dell’amore fraterno, Harden ha saputo adattarsi a meraviglia a un nuovo ruolo da facilitatore e scorer occasionale, favorendo maggiormente uno scorer nel pieno prime come Joel Embiid. E questo è, per un attaccante abituato a un certo carico, un sacrificio.


Nella passata stagione, consapevole di avere ormai pochi anni a disposizione per poter incidere pesantemente su una squadra da titolo, il Barba ha accettato un “taglio” di stipendio, rifiutando la supermax extension per un biennale da $68.6 milioni, con player option su cui deliberare in estate. Questo ha permesso ai Sixers di muoversi con maggior flessibilità, firmando – fra gli altri – PJ Tucker. In offseason verrà certamente premiato con un contrattone, ma anche questo è un sacrificio.

Eppure, a quanto pare, non basta. E Harden lo sa, tanto che è da queste critiche che spiega di trarre motivazione:

“Nel corso di tutta la stagione, la gente si aspetta che io sia il James Harden che segna e spara 40, 50 punti. Allora dicono: ‘Oh, così non puoi vincere’. Così, scendi in campo e metti a referto 20 punti e 11 assist, e a quel punto dicono: ‘Beh, non è più il vecchio James Harden’.”

Motivazione che è servita in Gara 1, con una vittoria incredibile al TD Garden senza Embiid, nel corso della quale il Barba ha fatto registrare 45 punti, 6 assist e 2 rubate, con 17 su 30 dal campo e 7 su 14 da tre punti. Per poi ripetersi in Gara 4, di cui è stata assoluto protagonista con 42 punti (tra cui i due canestri clutch nel 4Q e nell’OT), 9 assist, 8 rimbalzi, 4 rubate, 16 su 23 dal campo e 6 su 9 da tre.

James Harden ha appena dimostrato che non serve scindere in maniera radicale il giudizio su un giocatore nella pallacanestro, soprattutto con stelle di questo calibro: il Barba è un giocatore talmente intelligente e talmente fenomenale da essere in grado di far coesistere le due realtà in base alla necessità. E questo, indipendentemente dalle critiche, è un dato di fatto.