Questo contenuto è tratto da un articolo di Aikansh Chaudhary per Fadeaway World, tradotto in italiano da Stefano Tedeschi per Around the Game.


Il futuro di Draymond Green con i Golden State Warriors è in discussione dalla scorsa estate. 


Sono in molti a credere che Green possa rifiutare la propria player option e dirigersi verso una nuova franchigia, dopo oltre 11 anni ai Warriors. Zach Buckley, di Bleacher Report, crede tuttavia che sarebbe una follia se il numero 23 di Golden State prendesse questa decisione nella prossima offseason. 

Stando a Buckley, nello scorso gennaio, Draymond Green avrebbe raccontato proprio alla collega Taylor Rooks che il “suo destino fosse ormai scritto”. A ottobre 2022, i Dubs firmarono estensioni a 9 cifre sia per Jordan Poole che per Andrew Wiggins, mentre con Green, che pure sarebbe stato eleggibile per il rinnovo contrattuale, i Warriors non conclusero. 

Sebbene Golden State sia abituata ad avere una spesa stipendiale lunare, potrebbero essere arrivati al limite di quanto tollerato dalla proprietà, anche al netto dei limiti imposti dal nuovo CBA.

Nell’opinione di Buckley però, se i Dubs decidessero di affrontare anche questa spesa, sia nello scenario in cui Green optasse per la sua player option da 27.6 milioni di dollari, sia firmandolo per un rinnovo pluriennale (quasi sicuramente a cifre più contenute), non ci sarebbero ragioni nel rompere un rapporto che si sia dimostrato così prolifico per entrambe le parti.

Dal lato di Green quindi ci sarebbe la possibilità di restare nel suo ecosistema e prendersi i 27.6 milioni di dollari o una estensione a otto cifre, apparentemente una non-scelta secondo Buckley, che dovrebbe indurre Draymond a restare con i Warriors.

Green, 33 anni, non è più il giocatore di pochi anni fa e ipotizzare che possa ottenere un contratto molto migliore sul mercato è probabilmente un’illusione; nell’ultima stagione Draymond è stato incredibile nel sistema di Golden State, dimostrando di poter essere un difensore clamoroso e un connettore funzionale, ma non è detto che il suo impatto rimarrebbe tale altrove.

Detto ciò, Green stesso sa che non otterrà un contratto al massimo salariale con i Warriors nella prossima estate.

Proprio da questo nascono le parole rilasciate a Bleacher Report a gennaio, dove parlava di “destino scritto” riguardo al suo tempo con i Warriors e che, contrariamente alle opinioni di Buckley, fanno pensare ad un Draymond Green lontano da San Francisco.

“Siamo onesti, ormai le cose sono scritte. Io capisco come funziona il business. A volte siamo inclini a pensare che il rapporto di lavoro si fondi su quanto hai ottenuto per un certo team. Beh, sarei un matto se lo credessi veramente. E’ come se mi mettessi nella posizione di dover solo attendere il momento in cui rimarrò deluso. E’ come apparecchiare il proprio spirito in funzione di un fallimento certo”. 

Green continuò nella sua intervista dicendo che: “Se uno non conoscesse come funziona il mercato, potrebbe pensare, molto ingenuamente, che con tutto quello che ho fatto qui con i Warriors, questo sarà il mio posto per sempre; e magari fosse così. Ma capisco perfettamente come vanno le cose, come funziona la luxury tax, che i soldi servono per pagare i giocatori con più prospettiva”.

Una posizione molto matura e consapevole quella di Draymond Green, forse preludio al cambio di franchigia. Tuttavia, un raggio di speranza c’è ancora per far sì che resti nella Baia, si chiama Stephen Curry.

Steph, il due volte MVP oltre ai titoli vinti, è senza alcuna discussione la miglior cosa mai accaduta a Golden State e il suo rapporto con Green (QUI un esempio) potrebbe spostare qualche equilibrio per far sì che il suo compagno di tanti anni resti.