Dalla terribile sconfitta di Gara 6 al successo in trasferta in Gara 7: come Stephen Curry e Draymond Green hanno preparato gli Warriors per Gara 7

I Golden State Warriors hanno avuto un solo giorno per recuperare energie fisiche e mentali dopo la batosta subita in Gara 6 e prepararsi per una complicatissima Gara 7 sul campo dei Sacramento Kings.
Il rischio era quello di subire un’eliminazione al primo turno estremamente deludente, con conseguente possibile rivoluzione del roster in estate. L’epilogo della dinastia, insomma, sembrava pericolosamente vicino.
L’esperienza in questi casi fa tutto, e Stephen Curry e Draymond Green lo hanno dimostrato. Non solo sul campo, dove il numero 30 ha giocato una partita strabiliante, chiusa con il record di punti in una Gara 7, ma anche e soprattutto nell’avvicinamento alla partita.
Nel suo podcast “The Draymond Green Show”, Green ha raccontato per filo e per segno il percorso dietro le quinte a partire dalla sconfitta di Gara 6:
Dopo Gara 6 ho scritto a Klay e Steph i miei pensieri alle 3 di notte. Non riuscivo a dormire. Gli ho scritto che non riuscivo a dormire, che avevo appena finito di riguardare la partita e altri pensieri. Steph mi ha risposto alle 6 che non riusciva a dormire nemmeno lui, e mi ha detto di lasciare parlare lui alla squadra prima dell’incontro con i coach.
Ha espresso un messaggio potentissimo. È stato incredibile. Ha detto “Ascoltate, è stato imbarazzante ieri sera, sul nostro campo. Se salite sul bus per Gara 7, vi prendete un impegno per questa squadra. Non mi importa quanti minuti giocate, non mi importa se non giocate nemmeno un secondo. Ma se salite sul bus, dovrete fare tutto ciò che serve per vincere questa partita. Altrimenti rimanete qua. Non giocheremo come in Gara 6. L’opportunità di giocare una Gara 7 è rara, non capita spesso, godiamoci il momento”.
È andato un po’ avanti, e quando ha finito ha chiesto “Qualcuno ha qualcosa da dire?” e nessuno ha risposto. Dopo aver ascoltato quel discorso, sapevo che non ci avrebbe lasciati perdere
Secondo quanto riportato da Marcus Thompson II di The Athletic, il messaggio era rivolto soprattutto ad alcuni membri della squadra scontenti e scoraggiati per le loro prestazioni e per il loro minutaggio, come Jordan Poole e Jonathan Kuminga.
E la promessa finale di Curry era una vittoria in Gara 7, data per certa nel caso i compagni l’avessero seguito: così è stato.
Altri giocatori di Golden State hanno commentato il discorso:
Quando parla, è meglio ascoltarlo. Solitamente è tranquillo e lascia parlare il suo gioco. Ma ha detto ciò che doveva essere detto, perché sapeva quali erano le sensazioni della squadra e non voleva perdere questa partita. E noi lo abbiamo seguito
Gary Payton II
Ha quello che hanno tutti i grandi. Avete presente la Mamba Mentality? Lui ce l’ha. Magari il suo approccio è un po’ diverso, ma sappiamo che è un killer
Jordan Poole
Mi ha fatto venire i brividi
Andrew Wiggins
Gli Warriors avevano bisogno del meglio della leadership di Curry per passare il turno, ed è arrivata. I Los Angeles Lakers possono dirsi avvisati.