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Questo contenuto è tratto da un articolo di William Jing per The Lead SM, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Carta, Forbici, Sasso è un vecchio giochino utilizzato nel mondo del basket per determinare chi sceglie o inizia per primo soprattutto nei playground. Per il mondo della NBA è stato, però, quasi irrilevante. Almeno finora. Los Angeles Lakers, Oklahoma City Thunder e Denver Nuggets sono tre delle migliori squadre della Western Conference. Tutte e tre possiedono candidati al premio MVP o di quel calibro e le risorse per poter mettere in atto una lunga Playoffs-run. Inoltre, ognuna di esse possiede una caratteristica peculiare in grado di mettere in difficoltà una delle rimanenti. In conclusione, tutte devono fare i conti con il loro punto debole, che potrebbe generare le fortune di una delle altre due in un confronto diretto. Forse, Lakers, Thunder e Nuggets sono proprio il corrispettivo cestistico di Carta, Forbici, Sasso. 

La Versatilità può sconfiggere i Thunder

Gli Oklahoma City Thunder sono stati fin qui la miglior franchigia in questa stagione NBA. Si trovano in un testa-a-testa con i Cleveland Cavaliers per il miglior record dell’intera lega, ma OKC ha praticamente distrutto i propri rivali negli ultimi confronti diretti. Contro Boston Celtics, Cavs, Nuggets e New York Knicks – tutte franchigie ritenute tra le favorite a portare a casa il Titolo NBA – OKC ha un record di 6-2. In nessuna delle sconfitte subite la franchigia dell’Oklahoma ha avuto un distacco maggiore di 7 punti rispetto agli avversari, mentre 5 vittorie su 6 sono terminate con OKC in vantaggio in doppia cifra. Perciò, esiste una squadra sulla faccia della Terra in grado anche solo di scuotere i Thunder in una Serie al meglio delle 7 gare? 

Il roster degli Oklahoma City Thunder pecca di una sola componente importante: la stazza. I Thunder hanno infatti a roster solo due giocatori oltre i 205 centimetri – ovvero Chet Holmgren e Isaiah Hartenstein. Tuttavia, Holmgren dispone di una struttura esile, pesando solo 94 chilogrammi al cospetto di 216 centimetri d’altezza. Scalando la “classifica dei più alti” in quintetto, il prossimo nome della lista è Shai Gilgeous-Alexander, con i suoi 198 centimetri. In uscita dalla panchina l’unico giocatore con altezza superiore al metro e novantacinque è Jaylin Williams con 206 centimetri. 

Ce la farà Luka a battere ancora OKC?

La stazza inferiore dei Thunder potrebbe causar loro qualche problema contro i Los Angeles Lakers. Neppure i gialloviola sono una squadra nota per muscoli e centimetri, ma la loro versatilità è differente rispetto a quella di OKC. L’elemento più basso dei Lakers in starting lineup è Austin Reaves, con i suoi 196 centimetri e 93 chilogrammi. Gli altri uomini in quintetto, in compenso, superano tutti i 198 centimetri e i 100 chilogrammi. Inoltre, i giallo-viola dispongono di svariati elementi in uscita dalla panchina la cui altezza varia dai 198 ai 213 centimetri. Con tanti giocatori dotati di altezza pari o superiore, i Lakers hanno naturalmente una maggior flessibilità difensiva. Probabilmente OKC farà fatica ad ottenere switch offensivi vantaggiosi – che SGA sfrutta in modo impeccabile. 

Procedendo oltre, Luka Doncic ha già eliminato i Thunder alle Western Conference Semifinals dello scorso anno. In quella Serie ha performato in maniera stellare, con una media di 29.2 punti, 8.8 rimbalzi, 5.6 assist e 2.6 palle rubate a partita. Adesso, avendo altri shot creator al suo fianco, come LeBron James e Austin Reaves, chissà che non sia in serbo un altra chance per Luka di ripetere l’impresa.

La Difesa fa vincere i Titoli

Se i Lakers hanno Luka Doncic e LeBron James, i Denver Nuggets rispondono con Nikola Jokic e Jamal Murray. Osservando la fase offensiva, entrambi dovrebbero essere in grado di mettere a referto buone statistiche contro OKC, il miglior team della NBA per quanto riguarda la fase difensiva, ma porgono il fianco per via di alcune loro caratteristiche. D’altro canto, nessuno nel roster dei Nuggets sarebbe in grado di difendere degnamente contro Gilgeous-Alexander, che ha una media di 32.9 punti con il 52.8% dal campo. Anche i Lakers non sono impeccabili in fase difensiva, ma la stazza media appena citata potrebbe quantomeno rallentare SGA. Inoltre, il rendimento di LeBron a difesa del proprio ferro è calato negli ultimi anni, avendo preferito concentrarsi sul versante opposto, ma adesso Luka potrebbe rilevare parte del fardello in fase realizzativa e aiutarne il rendimento nella propria metà campo.

Ma chi, nel roster dei Denver Nuggets, potrà affrontare Shai Gilgeous-Alexander? Con rispetto, nessuno. I Nuggets sono al 19° posto per quanto riguarda la fase difensiva nell’intera NBA, a parimerito – fino al 22 marzo. Detto ciò, soltanto 5 squadre hanno un peggior rendimento per punti concessi di media agli avversari. Ciò preannuncia disastri in arrivo in caso di confronto diretto con la 3° miglior produzione offensiva della lega. Le prove sono reperibili facilmente nei due scontri diretti che le squadre hanno sostenuto fin qui in stagione. Nel primo OKC ha contenuto The Joker, con soli 16 punti a fine gara – miglior realizzatore della franchigia del Colorado. La seconda sfida ha visto Russell Westbrook portare indietro orologi e calendari, con a referto una prova da 29 punti. E nonostante ciò, Denver ha vinto SOLO di 2 punti. 

Le cattiva notizia per i Nuggets? In entrambe le sfide i Thunder erano privi di Isaiah Hartenstein, il loro Big Man che dovrebbe riuscire a poter contenere meglio Jokic rispetto ai compagni. Inoltre, i Nuggets hanno una media più alta di palle perse (14.4) e più bassa di palle recuperate (8.2) rispetto a OKC (la migliore in NBA con 11.8 turnover e 10.5 palle rubate). Si pensa che un confronto tra Nuggets e quella che viene ritenuta una delle migliori difese di sempre possa solo sottolineare e mettere in risalto i punti deboli di Jokic e compagni. 

I Nuggets sono la Kryptonite dei Lakers

I Denver Nuggets hanno sopraffatto i Los Angeles Lakers in entrambi gli ultimi confronti ai Playoffs. Riusciranno a mettere a segno il terzo colpo? Lo scambio tra Anthony Davis e Luka Doncic è stato sensazionale per il GM dei Lakers, Rob Pelinka. Certamente aiuterà la squadra nel lungo periodo, in compenso però questo è lo scenario in cui può rivelarsi un’arma a doppio taglio. Nikola Jokic è a furor di popolo il miglior giocatore in NBA, e ha messo in ginocchio i Lakers ogni volta che hanno incrociato i loro destini ai Playoffs. Nella Serie dello scorso anno ha quasi sfiorato la tripla-doppia di media: 28.2 punti, 16.2 rimbalzi, 9.8 assist a partita non sono un fattore da sottovalutare, soprattutto se realizzato con il 59.1% dal campo! Anche quando i Lakers sono riusciti a rimanere solidi in difesa contro di lui, The Joker ha tirato fuori dal cilindro conclusioni che farebbero infuriare qualunque coach solo per averci pensato. 

Davis era la miglior risorsa dei Lakers per contenere Jokic. Se dovessero affrontarsi nei Playoffs venturi – anche con AD sarebbe stata dura – chi rileverà quest’arduo compito? I Lakers potrebbero riuscire a sconfiggere i Thunder per via della loro stazza media superiore, ma con i Nuggets è tutta un’altra storia: gli uomini allenati da coach Mike Malone conducono le offensive tramite il loro Big Man, che può fare letteralmente tutto, eccetto eseguire una between-the-legs slam-dunk. Grazie a lui i suoi compagni hanno vita facile. La versatilità non gioca un ruolo importante in questo caso: i Lakers hanno bisogno di qualcuno che riesca a rallentare il ritmo imposto dal Joker alla gara, e non possiedono nessuno con tali caratteristiche a roster. 

Dopo l’arrivo di Luka Doncic, i Los Angeles Lakers hanno battuto i Denver Nuggets con un divario di 23 punti. Ma prima che ciò avvenisse, i losagelini avevano perso tutti e cinque gli scontri diretti di Regular Season precedenti, vincendo solo 1 su 9 sfide totali ai Playoffs negli ultimi 2 anni. Nessuna squadra è mai riuscita a sconfiggere LeBron James tre volte di fila ai Playoffs. Tuttavia, anche nei giochi di carte, il Joker vince contro il Re. Chissà se il gioco del basket non sia solo un nuovo concept anche di questa sfida.

…Quindi, chi avrà la meglio?

Se davvero si tratta di un gioco analogo a Carta, Forbici, Sasso, chi rimarrà in piedi? Molto dipende dai seed delle squadre ai Playoffs. Tutte e tre sperano che le rimanenti si sfidino durante le prime fasi dei Playoffs, e con ogni probabilità la vincitrice del primo scontro non riuscirebbe a sconfiggere la rivale in attesa. Con ogni probabilità rientreranno nei Top 4 seed, quindi questa teoria potrà essere verificata alle Western Conference Semifinals e Western Conference Finals. Il gioco di Carta, Forbici, Sasso continuerà fino ad allora.