
Il prezzo
A proposito di quell’equilibrio tra presente e futuro, i Timberwolves hanno ceduto un Draft capital di dimensioni spropositate per Rudy Gobert.
“Le quattro prime scelte cedute da Minnesota sono: 2023, 2025, 2027 (tutte non protette); una pick protetta top-5 nel 2029; più il diritto di swap nel primo giro del Draft 2026. E in tutto questo, in termini di Draft capital, si potrebbe considerare anche Kessler, che è stato chiamato alla numero 22 al Draft di settimana scorsa.”
– dal nostro pezzo sulla trade
Tre prime non protette sono già di per sé un prezzo incredibilmente salato da pagare per una franchigia come Minnesota, che non ha molta attrattiva per quel che riguarda i Free Agent e, di conseguenza, necessita più di altre realtà di basare i propri successi sullo sviluppo dei giovani provenienti dal Draft.
Una delle motivazioni alla base di questa scelta potrebbero ritrovarsi o in qualcosa che non sappiamo, come ad esempio una richiesta interna da parte di un membro di rilievo della squadra, come Karl-Anthony Towns o Chris Finch, o in qualcosa che sappiamo parzialmente.
Tim Connelly, appena eletto President of Basketball Operations dei Timberwolves e reduce da un’esperienza molto positiva con i Denver Nuggets, ha dichiarato di recente di avere un debole – se così si può definire – per il francese. Quella di Connelly si prefigurerebbe, in realtà, più come un’ossessione prolungatasi dal Draft 2013, alla sua prima esperienza da GM, quando scambiò Rudy Gobert (selezionato con la #27) per Erick Green, scelta numero #46 di quel Draft, e cash considerations.
Quella del nuovo dirigente di Minnesota sarebbe quindi una sorta di compensazione (?) rispetto alle scelte passate, che avrebbe portato probabilmente a valutare in maniera esagerata un giocatore, seppur dotato di qualità indiscutibili, estremamente limitato e limitante come il centro ex Utah.
Qualunque sia il motivo alla base della cessione di un pacchetto così sostanzioso, fatto sta che un simile Draft capital, coadiuvato con la partenza di giocatori-chiave come Patrick Beverley, Jarred Vanderbilt e Malik Beasley si prefigura come estremamente spropositata per il solo Gobert, andando a togliere a Minnesota tanto in termini di spacing, profondità e versatilità.
Beasley era reduce dall’ennesima solidissima stagione al tiro da tre punti, con il 38% su oltre 8 tentativi di media a gara, unico volume shooter puro a roster e unica vera minaccia nei movimenti off ball; Beverley, invece, seppur affiancato a DLo nella starting lineup, era de facto una solidissima backup point guard, profilo di cui i Timberwolves sono al momento un po’ sprovvisti, fatta eccezione per il solo e solido Jordan McLaughlin; Vanderbilt, infine, era un ottimo energy guy, molto limitato nello skillset offensivo ma altrettanto attivo a rimbalzo in attacco, oltre che estremamente versatile nell’altra metà campo e intestatario di un contratto team friendly.
Tutti e tre, inoltre, sottoposti al potere di scelta della franchigia a fine 2023. Un danno irreparabile in termini di fluidità e versatilità salariale, considerando il nodo alla gola stretto dai quasi $170 milioni costituiti dal contratto di Gobert.