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Era inizio luglio quando i Minnesota Timberwolves decisero sostanzialmente di dare il proprio futuro in mano agli Utah Jazz in cambio di Rudy Gobert (il nostro commento QUI). Per arrivare al francese, infatti il GM Tim Connelly dovette cedere Patrick Beverley, Malik Beasley, Leandro Bolmaro, Walker Kessler, Jarred Vanderbilt e quattro prime scelte, di cui 3 non protette, oltre ad uno swap. Minnesota volle assicurarsi un rim protector di grandissimo valore al fine di colmare quella che era stata la mancanza più grande nella stagione appena conclusa e nella serie Playoffs contro Memphis, ma il prezzo pagato è congruo al valore di Gobert?

In questa prima parte di stagione i tanti dubbi che molti avevano sull’ipotetico fit del centro francese con i Timberwolves si sono rivelati fondati. Gobert non sta brillando e Minnesota si trova undicesima con un record negativo di diciassette vittorie a fronte di ventuno sconfitte. Quando sono in campo sia Towns che Gobert, inoltre, sembra che a farne le spese sia Anthony Edwards, quasi limitato nella sua pallacanestro dalla presenza in area ingombrante dei due lunghi.

Il francese non sembra nemmeno essere entrato nelle grazie dei tifosi, i quali non avevano risparmiato fischi e comportamenti di disapprovazione al termine della gara contro i Miami Heat di fine novembre. Gobert sta viaggiando con una media di 13.4 punti, 11.7 rimbalzi e 1.3 stoppate a partita, ma sembra che l’elemento che più infastidisce i fans, e a quanto pare anche gli stessi compagni di squadra, sia quel dato di 1.7 palle perse che l’ex Jazz fa registrare per gara.


Brian Windhorst di ESPN si è espresso proprio su questo tema:

“I compagni di squadra e i tifosi sapevano già che Gobert avesse delle limitazioni dal punto di vista offensivo, non si aspettavano certo che tutto fosse perfetto ed erano consapevoli che ci volesse tempo. Allo stesso tempo, però, sembrano essere molto infastiditi dai numerosi turnovers che commette. Loro vorrebbero giocare veloce, coinvolgerlo nei pick&roll e dargli la palla. In questo momento non so bene quale sia la cifra di palle perse in stagione, ma per i compagni di squadra e i tifosi sembrano che sia di un centinaio. La sua difesa è buona, ma non sta cambiando le partite come si pensava.”

Un brevissimo approfondimento – di Mattia Tiezzi

Ed eccolo, invece, qualche numero. Le palle perse del francese non sono cento, ma 53, comunque un numero abbastanza elevato rispetto al carico a cui è sottoposto. Quello che fa comprendere al meglio cosa intenda Windhorst è il dato sulla turnover%, e cioè quale percentuale di un possesso si concluda con una palla persa: Gobert ha una TOV% del 17%, 30esimo percentile, in linea con lo storico in carriera, non il massimo da coadiuvare con una usage% e una assist%, rispettivamente, al 30esimo e decimo percentile.

Il problema in sé non riguarda comunque strettamente il giocatore o, meglio, non è completamente da imputare a lui. La società ha preso una determinata scelta con la trade estiva e, nel tentativo di valorizzare il più possibile Gobert, sta cercando in ogni modo di metterlo in ritmo, anche snaturandolo e snaturandosi. Il francese viaggia infatti a 1.399 punti per tiro tentato, 92esimo percentile nonché il massimo in carriera, fatta eccezione per la passata stagione.

Sul pick&roll, agendo da rollante, sta viaggiando a 1.463 punti-per-possesso, con un’efficienza alta (74.4 eFG%), così come dal post up, dove arriva al 79esimo percentile per produzione con una effective FG% di 76.9%. Allo stesso modo, affermare che il suo impatto sulla metà campo difensiva non stia cambiando le partite, come fatto notare dal solito Windhorst, non gli rende giustizia.

Gobert difende bene cambiando contro i ball handler sul pick&roll e molto bene sugli isolamenti, nei quali concede solo 0.789 punti-per-possesso agli avversari, che tirano con un orrendo 37.9 eFG%. Sebbene le stoppate non siano tantissime, il suo ruolo da deterrente al ferro si sta rivelando importantissimo: a parte il fatto che gli avversari, con lui in campo, segnano 5.5 punti in meno per 100 possessi (87esimo percentile), è importante far notare come, con lui in campo, gli avversari tentino il 7.1% di tiri in meno al ferro. Praticamente, non ci vanno.

In parole povere, quello che Windhorst sta cercando di far emergere è anche quello che è arcinoto da tempo. La trade Gobert è estremamente criticabile, e porta con sé una serie di difetti che sarebbe complesso anche solo elencare, ma il giocatore in sé non è troppo diverso dal solito.

La frustrazione in spogliatoio è già elevata, e lo si nota anche dalle dichiarazioni di giocatori come Naz Reid, e non c’è certo troppo bisogno di allargare il campo alle parole di Windhorst. I Timberwolves hanno fatto molta fatica e, senza Towns, stanno provando a risalire quantomeno nella safe area del Play-In. Ci vorrà tempo per provare anche solo a far quadrare le cose, ma Rudy Gobert in sé potrebbe essere l’ultimo dei problemi.