FOTO: Bright Side of the Sun

Questo contenuto è tratto da un articolo di John Voita per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.


Ci sono tantissime cose sbagliate e che non hanno senso di questi Phoenix Suns. Innanzitutto è sempre lecito sottolineare come le aspettative ad inizio stagione fossero ben altre. La franchigia dell’Arizona, dopo l’arrivo di Bradley Beal all’inizio dell’offseason, si auto-dichiarava come una delle principali contendenti all’anello. Poi tante cose non sono andate nel verso giusto, a partire dall’ex Wizards che ha perso tante partite a inizio anno e i giocatori non hanno mai trovato quella chimica di cui un roster ha sempre bisogno. In più anche la costruzione di esso è stata sotto esame negli ultimi tempi per la mancanza di una vera e propria point guard, ma di questo ne abbiamo già parlato QUI. Ad oggi sono ancora Devin Booker e Beal a spartirsi questo compito e così dovrebbe essere anche in post-season, ma usare il condizionale è d’obbligo dato che la presenza di Phoenix ai Playoffs è tutt’altro che certa. Ora, però, si mette sotto la lente un altro problema, o meglio, un grandissimo punto di domanda. Per quale ragione una squadra che è quinta nella lega per percentuale nel tiro da tre punti è solamente 24esima per tentativi a partita? È ancora più illogico se ragioniamo sul fatto che a roster i Suns dispongano di ottimi tiratori. Tanto per cominciare c’è Kevin Durant, che con il suo immenso bagaglio offensivo non ha bisogno di presentazioni e che in stagione sta viaggiando con il 42%. Successivamente vi è Devin Booker, il quale non è il miglior tiratore di sempre, ma ha sempre avuto buone cifre e per ora sta tirando con il 37% dall’arco. Anche la percentuale di Bradley Beal (39%) è buona e poi non si può non citare Grayson Allen ed il suo devastante 47% dalla distanza. Più incostante, invece, è stato l’apporto di Eric Gordon, da sempre uno specialista di questo fondamentale, ma che a Phoenix ha alternato partite come quelle contro Atlanta da 4/6 dalla distanza ad altre come quella contro i Pelicans da 1/6.


Con quelle possibilità e quel tipo di giocatori a roster, perché Phoenix non tira maggiormente da tre punti? La media della lega è di 34.9 tentativi a partita con una media di 12.8 tiri segnati. I Suns tirano 32.4 triple a partita segnandone 12.4. Occupano la diciannovesima posizione nella lega per tiri dall’arco segnati, se ne provassero di più dunque per logica otterrebbero più punti. Supponiamo che realizzino due triple in più, per pura utopia e fantasia. Non si può riscrivere la storia e tantomeno aggiungere una variabile come questa, ma vedere il cambiamento che apporterebbe fa quasi impressione. I Phoenix Suns hanno perso ben 10 partite di 5 punti o meno, con queste vittorie avrebbero un record di 54-21 e sarebbero al primo seed della Western Conference. Queste sconfitte sono arrivate contro Indiana, Houston, Golden State, Portland e Brooklyn, ma fanno parte anche tutte e tre le sconfitte rimediate contro i Lakers e due delle tre subite contro San Antonio. Un altro dato che avvalora questa tesi riguarda il fatto che i Suns hanno un record di 17-9 nelle 26 gare in cui hanno tentato 35 triple o più, la cifra che corrisponde alla media in NBA.

Prima dell’ultima sfida disputata contro i Cavs (33 triple, di cui 18 a referto), i Phoenix Suns hanno tentato ben 47 triple e hanno ottenuto una grande vittoria in trasferta sul campo dei Pelicans, una delle dirette concorrenti per l’accesso diretto ai Playoffs senza passare dal labirinto del play-in. Nelle ultime 10 gare, invece, Booker e compagni in media hanno tirato 35.7 triple e hanno un record di 7-3, facendo registrare anche vittorie importanti come quella ottenuta a Denver. Questa statistica potrebbe essere essenziale e rivelarsi un’arma in più nell’ultima fase di Regular Season dei Suns, i quali sono attesi praticamente da 6 finali, ma durante il quale potranno affidarsi a un tiro da tre punti che sembra sempre più in crescita e allo stesso tempo la strada giusta da percorrere.