FOTO: Celtics Blog

Siamo a 17 stagioni per Al Horford e, finalmente, il tanto agognato titolo NBA è arrivato. Un premio a una carriera strepitosa e dall’importanza incredibile anche dal punto di vista storico: si tratta del primo dominicano a vincere un anello, evento tanto importante da trovarsi a rispondere in spagnolo a un giornalista che si è detto “fiero di essere dominicano”, e a ragione; un evento storico anche per la Lega, dal momento che le sue 186 gare Playoffs senza titolo sono seconde solo alle 193 di Karl Malone, rimasto a secco a fine carriera. Non c’è da stupirsi che abbia risposto così nel post-gara, quasi descrivendo un sogno premonitore:

Questo perché, per Al Horford, un sogno lo è a tutti gli effetti. Il veterano ha indossato per la prima volta la canotta dei Celtics nel 2016, contrattando con Danny Ainge, dall’anello del quale fu ammaliato. Il dominicano ha passato due anni lontano fra 2019 e 2021, dove sembrava ormai in declino dopo esperienze fallimentari con Sixers e Thunder, ma l’aria del Massachusetts deve fargli particolarmente bene. O forse gli rammenta quelle che furono le parole dello stesso Ainge per convincerlo:


“Durante i meeting della free agency nel 2016 io e il mio agente non abbiamo fatto altro che guardare quell’anello enorme. Non dimenticherò mai quando Danny Ainge mi ha detto: ‘Puoi vincere un anello in molti posti, ma nessuno di questi sarà come Boston, niente sarà come vincerlo da Celtic’.”

Horford è talmente intelligente da aver compreso alla perfezione quello che tutta Boston chiede e che richiede l’ambiente attorno a essa. Tanta pressione dei tifosi, tanta pressione mediatica, tante aspettative non solo su di lui, ma anche sui compagni, affrontate da professionista modello e arrivando a incarnare forse quello che è lo spirito dei Celtics quasi più di chiunque altro fra i compagni:

“La prima cosa che serve quando arrivi qui è capire a quale pressione sei sottoposto e accettarla. A me stava bene essere in questa posizione e l’essere criticati perché capisco cosa significhi giocare qui. Vincere ed entrare tra i grandi è speciale. Abbiamo avuto molti potenziali punti di rottura in questi anni, Miami lo scorso e Golden State nel 2022, ma questa squadra è resiliente. Sono fiero di Jaylen, fiero di Jayson, continuano a crescere nonostante le critiche e le pressioni. Ce l’anno fatta, ci hanno guidati, hanno messo tutto da parte per vincere.”