Draymond Green è appena stato nominato miglior difensore NBA nel mese di marzo, ma non gli basta. il quattro volte campione NBA ha gli occhi sul premio individuale finale, quel Defensive Player Of the Year che gli manca dal lontano 2017. Considerarlo favorito, al netto della presenza di Evan Mobley, non sarebbe corretto, ma è certamente un candidato.

D’altronde, l’incredibile striscia dei Golden State Warriors da febbraio ad oggi passa anche e soprattutto da lui, e non solo dalle scorribande di Stephen Curry e Jimmy Butler. Alla trade deadline i Dubs hanno rinunciato alla difesa perimetrale di Wiggins, ma il rendimento difensivo complessivo è migliorato, e il leader indiscusso è sempre Dray.

Non a caso, prima della partita di ieri notte il coach ad interim dei Memphis Grizzlies Tuomas Iisalo ha parlato così di lui:

Stiamo parlando di uno dei difensori più intelligenti della storia della pallacanestro. La sua abilità nel “spegnere gli incendi” in campo è incredibile. La sua visione difensiva è così avanzata che riconosce dove arriverà il problema prima di qualsiasi altro giocatore, e a volte lo previene semplicemente muovendosi nella giusta direzione.

So che siamo nel continente sbagliato, ma un tempo giocava un grande centrale difensivo nel calcio chiamato Paolo Maldini, che non doveva mai intervenire in scivolata perché risolveva i problemi prima che emergessero. Draymond è quel tipo di difensore. Ed è un difensore completo, versatile. È davvero difficile preparare una partita contro di lui.