Le riflessioni di Draymond Green sul complicato processo di rebuilding degli Houston Rockets
L’idea delle franchigie che avviano un processo di rebuilding è sempre la stessa: perdere partite, avere una scelta alta al draft, scegliere un grande prospetto e costruire la squadra intorno a lui.
Tuttavia, non sempre risulta semplice, anzi. Succede che il talento dal draft non arrivi, almeno nei termini voluti, e che non si riesca a costruire un progetto tecnico in via di crescita, finendo in una sorta di stallo.
E’ quello che sembra stia succedendo agli Houston Rockets, che al terzo anno passato nei bassifondi della lega ancora non intravedono una via d’uscita. La totale assenza di veterani per accompagnare i tanti giovani a roster, ovviamente, non sta aiutando.
Ne ha parlato a lungo Draymond Green, proprio dopo aver incontrato e battuto i Rockets per la terza volta in stagione:
E’ molto facile costruire cattive abitudini. E le abitudini sono difficili da rompere. Quindi costruisci cattive abitudini e alla fine diventano ciò che sei.
E’ importante provare a giocare nel modo giusto.
Sono ben allenati. Ma sono un gruppo giovane senza leadership, quindi è importante che ascoltino quegli allenatori. Questo determinerà il modo in cui andrà la loro carriera