Draymond Green è tornato a trattare diversi argomenti nella nuova puntata del suo podcast

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Draymond Green è forse l’opinionista meno banale tra i giocatori attualmente in attività in NBA. Da grande mente di pallacanestro, tratta i temi in maniera molto chiara e onesta, senza peli sulla lingua.

Per questo motivo ha deciso di aprire il suo podcast personale un anno fa. E dopo diversi mesi di pausa, la nuova puntata è uscita da soli due giorni. Come prevedibile, al suo ritorno nella scena Green non ha voluto lasciare indietro nessun argomento.

  • L’episodio con Poole

Lo show era stato interrotto curiosamente appena dopo la lite con Jordan Poole in allenamento, e quel famoso pugno visto e rivisto da tutto il mondo. Il retroscena di Green:


Se devo essere onesto, ho registrato un episodio di questo podcast subito dopo quanto accaduto con Jordan, e so che tutti volevano vederlo. Volevo darvi la possibilità di fare un viaggio nella mia mente in quel momento. Ma quando l’ho riascoltato ho odiato il modo in cui suonava; non mi piaceva il tono, non mi piaceva quello che avevo detto. Non sembrava esserci rimorso, e sembrava tutto troppo veloce. Non ero l’unico coinvolto in quella storia, non potevo prendere in considerazione solo me stesso. Quindi non l’ho pubblicato

  • La stagione degli Warriors: difficoltà in trasferta e piccola rinascita

Nell’anomala stagione dei Golden State Warriors, salta all’occhio la differenza tra il record in casa e quello in trasferta: i Dubs sono 17-3 all’interno dei cancelli del Chase Center e 3-16 fuori da San Francisco.

Se non avessimo buttato alcune partite in trasferta, avremmo uno dei migliori record della lega. Abbiamo perso un po’ di partite in trasferta all’inizio, si è creata un po’ di tensione, la fiducia ha cominciato a traballare, e alla fine è diventato un problema reale contro cui dobbiamo combattere. Tra casa e trasferta sembriamo due squadre diverse ma non è così ed ecco perché: il margine di errore che abbiamo in casa, non lo abbiamo in trasferta. Non possiamo fare gli stessi passaggi, non possiamo prenderci gli stessi tiri, dobbiamo essere più metodici, e abbiamo faticato in quell’area. Come leader mi prendo la responsabilità

L’infortunio di Stephen Curry poteva compromettere la stagione degli Warriors, che invece hanno trovato cinque vittorie consecutive senza il due volte MVP:

In queste partite in casa abbiamo guadagnato fiducia. Stiamo trovando finalmente un’identità, ed è più importante di qualsiasi altra cosa. Non ce l’avevamo a inizio anno. Vedremo quando torneranno Curry e Wiggins

  • Chi vincerà l’MVP?

Il numero 23 ha voluto dire la sua anche sulla conversazione per l’MVP, ancora apertissima a diversi candidati:

È incredibile che ci siano cinque o sei candidati. Se devo fare la mia scelta, ora come ora, con Steph infortunato… Devo essere onesto: non lo so! Secondo me non c’è ancora un MVP, ce ne sono cinque, sono troppo vicini per sceglierne uno

Non manca un particolare elogio a Luka Doncic:

La critica che fanno sempre a Doncic è che non è in forma bla bla bla. Quest’anno Luka ha giocato ad Eurobasket, e poi si è presentato per la stagione NBA al top della forma, e solo così puoi avere una stagione da MVP. È un giocatore davvero speciale

  • Il vantaggio dell’attacco sulle difese

Uno dei grandi temi di questi giorni è sicuramente la quantità di grandi prestazioni individuali a cui stiamo assistendo. In qualità difensore tra i migliori della lega da ormai otto anni, l’opinione di Green:

Il talento nella lega è incredibile. Detto questo, in NBA l’attacco ha tanto vantaggio, per libertà di movimento e i trucchetti che usano per andare in lunetta. Non voglio togliere niente a chi segna tutti quei punti, ma da difensore vorrei che ci fosse un po’ più di libertà per noi difensori. Ma non penso che succederà

  • Il GOAT debate

Per concludere, Draymond non si fa mancare nemmeno la discussione sul miglior giocatore di sempre, rincarando la dose di complimenti nei confronti del suo prediletto, LeBron James:

Ha segnato 47 punti con tripla doppia nel giorno del suo 38esimo compleanno, quando il tuo corpo dovrebbe essere a pezzi. Sono 20 anni che compete allo stesso livello. Questa cosa deve contare nel GOAT debate. Non c’è mai stata una faccia migliore per l’NBA e non sono sicuro che ci sarà mai