DeMar DeRozan e la richiesta di un criterio aggiuntivo per poter essere nominati MVP della stagione regolare

Il tema load management è ormai sulla bocca di tutti. Nessuna stella NBA gioca più 82 partite, anche senza infortuni, a causa dei veti inseriti soprattutto dagli staff medici delle franchigie. I riposi programmati e i back-to-back saltati sono all’ordine del giorno.

Tra chi accetta la cosa e chi invece la vuole combattere, si inserisce il discorso relativo all’MVP. Attualmente, è possibile vincere il premio di giocatore migliore della Regular Season anche giocando, ad esempio, 65 partite.

Non tutti sono d’accordo con tale metro di giudizio. DeMar DeRozan, ad esempio, si è recentemente opposto. DeRozan è uno dei giocatori che più intende combattere il load management, e prova spesso a giocare sopra gli acciacchi fisici. Alla domanda sul possibile minimo di partite giocate per potersi candidare al premio di MVP, questa è stata la sua risposta:


Tutte quante, tutte le 82. Come minimo 78.

La quota suggerita da DeRozan è forse eccessivamente alta, ma ha trovato parecchi consensi. Tra i giocatori, la stella dei Clippers Paul George sembra essere d’accordo:

Penso che se giochi almeno 75 delle 82 partite, questo dice molto su un giocatore. Giocare così tante partite richiede solamente salute e disponibilità giorno dopo giorno

Non è escluso che l’NBA decida di inserire nel prossimo futuro un minimo di presenze necessario per poter vincere un premio individuale.