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La lotta MVP tra Nikola Jokic e Shai Gilgeous-Alexander si è prolungata per tutto l’anno, e adesso dovrà estendersi anche ai Playoffs. Denver Nuggets e Oklahoma City Thunder si affronteranno in un secondo turno al quale arrivano in condizioni psicofisiche molto differenti.

Psicologiche, perché la squadra del Colorado ha molte meno certezze, essendosi separata proprio alla vigilia della post-season dal GM Calvin Booth e dall’head coach Michael Malone, il più vincente della storia della franchigia, e figura chiave nello sviluppo e nella crescita di Nikola Jokic. Un ciclo, dopo il titolo 2023, che si approssima alla fine, dettato anche dalle partenze di anno in anno di elementi fondamentali come Bruce Brown e Kentavious Caldwell-Pope. OKC, al contrario, è un nucleo giovanissimo alla prima esperienza da contender e con un margine d’errore infinito, dotata anche di eventuali asset da spendere a piacimento in estate, perciò è molto più fresca.

Più fresca anche fisicamente, essendo a riposo praticamente da settimane. La squadra allenata da coach Mark Daigneault ha terminato la stagione regolare con il migliore record NBA e certa del primo posto nell’ultimo periodo, concedendosi così riposo extra, soprattutto per i titolari. La serie contro i Memphis Grizzlies è stata poi solo una formalità, essendo arrivata una vittoria da record (+51) in Gara, seguita da un +19 in Gara 2 e un +78 cumulativo a fine serie. Non che ci si aspettasse nulla di diverso da una squadra che ha superato gli avversari in stagione con 12.9 di vantaggio medio, il dato più alto della storia, ma così è pure troppo.

I Nuggets, al contrario, sono reduci da una serie tesissima ed equilibratissima, molto più di quanto il blowout di Gara 7 possa aver fatto intendere. Si pensi che SGA, il leader per minuti di OKC in questi Playoffs, ha giocato 140 minuti totali; Nikola Jokic è esattamente al doppio, 280, mentre Jamal Murray tocca i 295.

L’usura si farà sentire alla lunga per i Nuggets, per questo motivo dovranno cercare di sfruttare al meglio le poche energie a disposizione nelle due partite di Oklahoma City. Riuscire a strappare il fattore campo in Gara 1 potrebbe permettere quasi un giro di riposo prima di tornare in Colorado per Gara 3, per questo bisogna aspettarsi un Jokic aggressivo fin da subito.

Si sottolinea “Jokic” perché, contro questa difesa, tutto passa ancora di più dal vantaggio che riuscirà a generare. I difensori perimetrali dei Thunder saranno un incubo per Jamal Murray, ancor più di quanto lo sia stato Kris Dunn al primo turno. Cason Wallace, Alex Caruso, Lu Dort sono tutti nomi che si distraggono pochissimo a palla lontana e giocano quasi ai limiti del regolamento quando pressano il palleggio, qualcosa di simile al trattamento riservato al canadese lo scorso anno da Jaden McDaniels e Nickeil Alexander-Walker dei Minnesota Timberwolves.

La priorità per OKC sarà proprio quella di evitare exploit come quello di Gara 5 contro i Clippers di Murray, da 43 punti e l’81.3% di True Shooting, dati alla mano la più efficiente di questi Playoffs in termini di scoring. Non che la combo guard non sia un attaccante di livello o sia incapace di crearsi il proprio tiro, anzi, è bravissimo senza palla, tira efficientemente in pull-up e ai Playoffs si è spesso rivelato uno shot maker di alto livello. Ma c’è un motivo se riesce a chiudere prestazioni con questa qualità realizzativa.

Jokic, in quella Gara 5, ha distribuito 6 dei suoi 12 assist proprio per Jamal Murray, e i Nuggets hanno vinto con un blowout nonostante il proprio miglior giocatore abbia chiuso con soli 13 punti e 4 su 13 al tiro. Questo perché l’intero attacco di Denver dipende da Nikola Jokic, ma non dal suo semplice scoring, bensì dal vantaggio che riesce a generare.

E la serie contro i Clippers rappresenta un buon indizio per i Thunder su come comportarsi. Questa per Jokic è stata individualmente la più difficile in carriera, anche più di quella contro i Timberwolves dello scorso anno. Ivica Zubac è un gigante di 213 centimetri capace di pareggiarne anche il peso e di non commettere praticamente mai fallo, né sul post, né fronte a canestro grazie alla grande verticalità. Si è dimostrato capace di assorbire ogni spinta e botta del tre volte MVP, tallonandolo anche sul perimetro senza mollare di un centimetro. E i numeri nei tiri contestati direttamente gli hanno reso giustizia:

  • Nikola Jokic contro Ivica Zubac, Playoffs 2025: 7 partite, 44.4% dal campo, 12 palle perse, 5 falli su tiro subiti
  • Nikola Jokic contro Rudy Gobert, Playoffs 2024: 6 partite, 52.3% dal campo, 5 palle perse, 6 falli su tiro subiti
  • Nikola Jokic contro Anthony Davis, Playoffs 2024: 5 partite, 52.0% dal campo, 4 palle perse, 6 falli su tiro subiti
  • Nikola Jokic contro Karl-Anthony Towns, Playoffs 2024: 7 partite, 43.6% dal campo, 8 palle perse, 6 falli su tiro subiti

Anche KAT ha fatto un ottimo lavoro, come si può notare, ma c’è da dire che poteva quasi sempre contare sul supporto di un pluri-DPOY come Rudy Gobert alle spalle, e i due potevano alternarsi per rifiatare. I Clippers si sono dovuti adeguare, soprattutto nei minuti senza Zubac, mettendo un corpo pesante sul post di Jokic, molto spesso James Harden, lasciando in aiuto Nicolas Batum. Una strategia che ha ripagato soprattutto in Gara 6, anche in attacco, dove il francese è stato un fattore andando a sostituire un giocatore battezzabile, per quanto abile difensivamente, come Kris Dunn.

Tutto questo discorso sui Clippers per cercare di capire cosa possano fare i Thunder per limitare Nikola Jokic. Isaiah Hartenstein è un altro nome quotatissimo a fare bene sul serbo, essendo alto quanto Zubac ed energico, mentre Holmgren in aiuto – dunque in “marcatura” su Gordon, che verrà ignorato – può fare un lavoro addirittura pari a quello di un Rudy Gobert.

Chet gira a oltre due stoppate di media in stagione, ben 2.8 ai Playoffs, ed è un difensore in aiuto straordinario. Già nei precedenti stagionali ha alterato moltissimi tiri della superstar avversaria con successo, esattamente grazie alla strategia sopra descritta. In pochi hanno braccia così lunghe, perciò sarà un’altra impresa per il tre volte MVP:

Anche i minuti senza Hartenstein rischiano di essere molto, molto complicati per il Joker. OKC ha difensori perimetrali molto attivi, sempre pronti a sporcare le ricezioni o a “scavare” fra le mani del lungo, ma soprattutto grossi e lunghi. I Thunder potrebbero evitare in mille modi diversi che Jokic provi a sfruttare i propri chili contro Holmgren semplicemente usando come matchup primario Dort, Cason Wallace o Jalen Williams, tutti corpaccioni difficili da muovere o aggirare nel post statico.

Senza dimenticare che, oltre all’uomo di Gordon, probabilmente anche quello di Braun o Westbrook sarà sempre pronto in aiuto, molto probabilmente Shai Gilgeous-Alexander. Il quale, nonostante il ruolo ricoperto in campo, è capace di contestare così i tiri avversari nel pitturato:

La seconda clip è con Hartenstein in campo, ma poteva esserci chiunque, SGA sarà sempre lì

L’assetto classico dei Nuggets, con uno tra Westbrook e Gordon nel dunker spot, rischia di rivelarsi disastroso senza il giusto movimento di palla, in situazioni di gioco rotto. La seguente situazione, dove Holmgren è libero di fungere da roamer e tutta OKC è ferma nel pitturato ad aspettare la palla si verificherà spesso, e Denver dovrà essere brava a rimediare:

Dall’altro lato, quello che OKC dovrà fare è stancare Jokic e cercarlo su ogni singolo possesso. I mezzi per farlo ci sono tutti, in primis con Shai Gilgeous-Alexander da portatore, anche se fin qui i suoi Playoffs sono stati molto blandi. Che non si fraintenda, gira a 27.8 punti di media, ma la sua efficienza è stata sin qui estremamente negativa, e fa quasi sorridere che in una Gara vinta di 51 punti abbia giocato solo 23 minuti, chiudendo con 4 su 13 dal campo.

A compensare ci ha pensato Jalen Williams, altro scorer su tre livelli, che ha chiuso il primo turno con il 64.7% da due punti, con il 62% dal “long midrange” e il 77% al ferro. La rim pressure esercitata dai due rischia di rivelarsi un incubo per i Nuggets, che sui pick&roll o i consegnati di OKC proveranno a far salire Jokic alto al livello del blocco, se non sopra, concedendo il sovrannumero ai Thunder e sfidando i tiratori del caso.

Nonostante i miglioramenti al tiro di Lu Dort, che ha tirato con il 41.2% in stagione, sarà sempre lui il più sfidato, così come Cason Wallace e Alex Caruso nei loro minuti. Situazioni come le seguenti, dove SGA crea vantaggio o attira i raddoppi, saranno concesse da Denver quando vorrà rallentare il miglior giocatore avversario:

Queste sono clip con il solo Dort, che si è preso 14 tiri nell’ultimo incontro, ma valgono anche per i Cason Wallace e Alex Caruso del caso

Nell’ultima sfida tra le squadre, inoltre, Jokic è stato proprio nascosto sul “non tiratore” molto spesso, facendo girovagare sul perimetro pronto ad aiutare o a sporcare le linee di passaggio, sfruttando la taglia di Gordon e Porter Jr. sui lunghi di OKC. Sarà un aspetto da tenere d’occhio andando avanti con la serie.

Così come, dall’altro lato, i Nuggets non potranno sfruttare un counter che ha funzionato contro i Clippers. Questi ultimi, spostando spesso Harden sul Joker, si esponevano a una situazione ben precisa: anziché coinvolgere il serbo nei giochi a due con Murray, lui restava in angolo ed era Gordon a fare da bloccante, lasciando così il Barba – non proprio un rim protector feroce – come ultima linea di difesa. OKC è molto più attrezzata, come detto, essendo dotata di difensori perimetrali capaci di aiutare anche al ferro al di fuori di Holmgren e Hartenstein.

Basta uno “slip” di Gordon per far esitare Zubac e sconvolgere la difesa dei Clippers

Conclusioni

In parole povere, i Thunder hanno molteplici soluzioni per mettere pressione sulla difesa dei Nuggets, che dovranno ricorrere a ogni sorta di stratagemma per nascondere Jokic. Dall’altro lato, servirà che il tre volte MVP sia aggressivo fin da subito per attirare ancora di più su di sé le attenzioni della difesa, che però sembra attrezzatissima per contestare le sue conclusioni e allo stesso tempo per chiudere le linee di passaggio.

Un qualcosa, quest’ultimo aspetto, mai visto con nessuna squadra contro Jokic, nemmeno i Timberwolves. Il personale difensivo di OKC non ha eguali, sono tutti attivissimi sui piedi e dotati di braccia lunghissime, probabilmente si permetterà anche di cambiare senza problemi in numerose occasioni, avendo così tanti aiuti diffusi.

Sarà una sfida molto complessa per coach Adelman e il suo staff, che avranno bisogno di metodi per provare a coinvolgere i “non Jokic”. Le partite peggiori per Denver sono quelle nelle quali la propria superstar è costretta a fare gli straordinari in termini di scoring e tutti gli altri sono freddi, eventualità molto seria contro questi Thunder.