Nessuna soluzione dovrebbe essere fuori discussione, da “chi vince, regna” al far volare gli sconfitti in Economy Plus

Questo contenuto è tratto da un articolo di Jesse Washington per Andscape, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Ok, questa è ufficialmente un’emergenza. L’NBA All-Star Game è diventato così imbarazzante, così inutile, così disgustosamente non competitivo, che serve un intervento. Abbiamo proposte di soluzioni e le adorerete – a meno che non siate una Stella costretta a sudare durante la partita. Ma, prima, un recap per i milioni di fan più intelligenti di me che hanno deciso di non perdere tempo guardando la partita della domenica.
Prima che iniziasse lo spettacolo, l’obiettivo principale era quello di cercare di spingere i giocatori, quantomeno, a… provarci. La versione dello scorso anno era fatta di una difesa da matador e di pigri tiri da tre punti. “Questa è la peggior partita di pallacanestro che si sia mai giocata” ha detto uno degli allenatori delle squadre All-Star, Michael Malone. Le visualizzazioni sono scese a 4.6 milioni, dato più basso in 20 anni. Prima dell’esibizione di quest’anno, il commissioner Adam Silver ha mandato continui messaggi alle stelle: per favore, signori – dovete giocare per vincere. Ma non è andata così.
Al contrario, hanno evitato di mettersi fra il giocatore con la palla e il canestro, hanno sparato soporifere triple non contestate, hanno messo in scene – in qualunque modo la vogliate chiamare – performance come quella di Luka Doncic, cioè stare al di sotto del limite di velocità di un anziano e sbagliare schiacciate in campo aperto che ragazzini dell’high school farebbero a occhi chiusi. Il punteggio finale è stato di 211 a 186. Non dirò chi ha vinto, perché l’intera NBA ha perso.
“Si è visto solo che non siamo andati là fuori a competere come tutti volevano, ma è quello che è”, ha detto Damian Lillard dopo la gara. La stella dei Bucks ha segnato 39 punti con 11 su 23 da tre punti, vincendo l’MVP. Chiaramente, qualcosa deve cambiare e, fino a che l’NBA non chiamerà qualcuno a risolvere la crisi, saremo noi a fare qualche proposta. Alcune di essere ridicole – ma, dal momento che l’All-Star Game è diventato questo, nulla dovrebbe essere fuori discussione.

Chi vince, regna: la motivazione ancestrale alla base della pallacanestro, il cuore e l’anima del mondo degli hooper, è che, in un modo o nell’altro, chi perde deve lasciare il campo. Portiamo quest’aria da campetto all’All-Star Game. Dividiamo le stelle in 4 squadre da 6 giocatori ciascuno, quelli eletti titolari giocano interamente il primo quarto. Chi perde, esce dal campo, e la squadra successiva gioca interamente il secondo quarto. Stessa cosa per il terzo quarto e, a questo punto, se una squadra vince tre quarti di fila, rigioca contro i titolari che hanno perso il primo quarto. Gli hooper lo sanno, non c’è miglior sensazione al mondo di restare in campo per tutta la durata della competizione. Anche gli All-Star di sicuro ci terrebbero.
Facciamoli scommettere: l’In-Season Tournament ha dimostrato che un premio di $500.000 dollari può motivare i milionari. Le squadre hanno giocato forte nelle gare di quest’anno ed è stato divertente da vedere. Detto questo, la maggior parte degli All-Star fa $40 milioni all’anno. Cosa sarà mai per loro pagare una piccola tassa? Facciamo mettere alle stelle una parte del loro denaro, facendole pagare per il loro posto da All-Star (per i rookie contract, come Paolo Bancher e Scottie Barnes, si può chiudere un occhio). Se qualcuno non vuole scommettere su sé stesso? Viene sostituito da qualcun altro. Chi vince si becca tutto il montepremi. La ricetta perfetta per la competizione.
Chi perde, vola in Economy: chi perde, compra un biglietto aereo e vola a casa con noi comuni mortali. Si tratta di togliersi le scarpe ai controlli di sicurezza, di fare a cazzotti quando arriva la chiamata per l’imbarco, il pacchetto completo. Spero che facciano il PreCheck. Mi va anche bene che gli All-Star stiano in prima classe – a meno che non perdano di 20 o più punti, a quel punto Economy sia.
A letto senza videogiochi: quando i miei figli abusano di un privilegio, do qualche avvertimento e poi intervengo. Troppi giocatori trattano l’All-Star Game come un diritto di nascita, ma tengono anche moltissimo alla considerazione che deriva dal far parte della squadra, all’essere riconosciuti come il meglio del meglio. Se Silver stabilisse un ultimatum per far sparire la gara a meno che i giocatori non la prendano più seriamente, potrebbe aiutare ad aumentare l’impegno. Altrimenti, togliere l’All-Star Game potrebbe far realizzare l’errore ai giocatori – come ha fatto mio figlio quando la sua PlayStation è sparita.
Lunga vita all’Elam Ending: questo è il sistema sviluppato dal professor Nick Elam, per cui una gara finisce quando una delle squadre raggiunge un determinato punteggio. Questo garantisce che la partita finisca con un canestro. L’All-Star Game ha usato questo format nel 2020 e ha funzionato, le stelle stavano giocando davvero. Non so perché l’NBA abbia smesso di usarlo, ma dovrebbero quantomeno cercare di riutilizzarlo.
Un premio all’efficienza: le analyticas possono essere un incentivo a giocare più duramente e intelligentemente. Aggiungere punti per efficienza difensiva, true shooting – ASSOLUTAMENTE NO. Detesto le statistiche avanzate. Ogni soluzione di questo non dovrebbe essere consentita a meno che questi sapientoni non sappiano:
- schiacciare
- segnare 10 triple in 90 secondi
- vincere un uno-contro-uno
Team USA vs. The World: questa è quella giusta. Giocatori internazionali da una parte, statunitensi dall’altra. Team USA si troverebbe costretto a difendere la reputazione della nazione dove il gioco è nato, Team World avrebbe qualcosa da provare contro di loro. Da nativo di New York City, l’idea di un quintetto con Nikola Jokic, Joel Embiid, Giannis Antetokounmpo, Luka Doncic e Shai Gilgeous-Alexander sarebbe spaventosa, una squadra impossibile da battere. Ma gli americani probabilmente sarebbero più profondi e recupererebbero con la panchina. Tutti vorrebbero guardare. Quando in ballo c’è l’orgoglio dei giocatori, il gioco si fa duro.
Sarò il primo ad ammettere che nessuna di queste soluzioni sia perfetta e nemmeno necessariamente seria. Ma l’All-Star Game NBA deve essere salvato, il solo essere arrivati a scriverne dimostra che livello di disperazione sia stato raggiunto.