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“Certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano” – tendiamo ad abusare fin troppo di questa linea di Venditti, ma è perfetta per descrivere la storia fra Tristan Thompson e i Cleveland Cavaliers. Il giocatore, selezionato con la quarta scelta assoluta al Draft 2011 dalla franchigia dell’Ohio, è una colonna portante della storia recente della squadra, dove è rimasto per nove anni e della quale è stato elemento inamovibile nella corsa al titolo del 2016. Adesso, dopo un paio di stagioni da nomade fra Boston, Chicago, Sacramento, Indiana e Los Angeles, TT tornerà a casa, con un contratto presumibilmente al minimo salariale, che andrà ad occupare il penultimo slot libero dei Cavaliers, appena sotto la luxury tax.

Non si tratta certo di una mossa capace di svoltare la stagione o di risolvere i problemi presenti a roster, ma semplicemente della firma di un veterano molto apprezzato dalla fanbase e capace di fornire un apporto importante in spogliatoio, soprattutto confrontandosi con un front-court giovane come quello composto da Evan Mobley e Jarrett Allen. Ciò non significa che Tristan Thompson non avrà minuti, anzi, soprattutto in regular season potrà dire ancora dire abbondantemente la sua su entrambe le metà campo. Un po’ meno, invece, ai Playoffs, nonostante l’ottima Gara 4 di Western Conference Finals disputata contro i Nuggets, nel corso della quale ha fornito 10 minuti ad altissima intensità, a riprova del fatto che si tratti di un signor role player, seppur nella fase calante della propria carriera. Vedremo se questa sarà l’ultima tappa del suo viaggio circolare.