
Questo contenuto è tratto da un articolo di Chip Scoggins per Star Tribune, tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.
I Minnesota Timberwolves hanno avuto bisogno di gran parte della Regular Season per capire chi sono e come un’altra grande trade (quella che ha visto la partenza di Karl-Anthony Towns) poteva intaccare le dinamiche della squadra. Per quanto spesso sia stato difficile da vedere e sopportare, la coesione ci ha messo del tempo per arrivare, ma ora il processo e il percorso hanno un senso. Il risultato è proprio il motivo per il quale tutti i tifosi dei T-Wolves dovrebbero essere ottimisti dopo che hanno visto la propria squadra eliminare in cinque gare i Los Angeles Lakers. Minnesota è diventata una squadra camaleontica che può vincere in molti modi diversi e con differenti versioni di sé stessa.
Nonostante quello che possono dire i grandi media statunitensi, due giocatori forti non possono battere una squadra ben costruita e rodata. È logica del basket, è matematica. I Lakers non avevano un Piano B, ma avevano un solo modo per vincere e si chiamava LeBron e Luka. I Wolves, invece, avevano anche il Piano C ed il D.
Potevano affidarsi ad Anthony Edwards come successo in Gara 4, che è stata probabilmente la sua partita migliore di sempre da quando veste la maglia dei Timberwolves. Ha giocato da superstar ed è stato senza dubbio il migliore in campo. A volte la squadra deve affidarsi alla sua stella nei momenti più complicati in modo che regga la pressione, segni tiri importanti o che surclassi la star avversaria. Ant ha dimostrato la volontà e le capacità di poter accettare questo ruolo ai playoffs.
Altre volte, invece, Minnesota poteva affidarsi alla profondità del proprio roster. In Gara 5 Edwards ha tirato 0/11 da tre punti, ma ha comunque portato la partita a casa. Nelle cinque partite della serie playoffs ci sono stati ben quattro top scorer differenti. Anche l’ascesa di Jaden McDaniels da realizzatore valido ha aperto porte importanti per il futuro del roster e per il suo sviluppo offensivo. Chris Finch e i suoi giocatori spesso hanno detto di disporre di otto titolari, ma non sono solo frasi di circostanza, i Timberwolves godevano di un vantaggio di panchina non indifferente rispetto ai Lakers.
Minnesota poteva vincere con la difesa: la prima per defensive rating nella passata stagione e la sesta in questa. Rudy Gobert come rim protector è una certezza, McDaniels usufruisce delle sue braccia da piovra per difendere il miglior giocatore avversario e Nickeil Alexander Walker, Donte DiVincenzo e Ant-Man sono ottimi difensori on ball.
Possono vincere con quintetti big o andando small. Finch può mischiare le carte come vuole a seconda del matchup o del momento di fiducia dei suoi. A volte Gobert nel quarto periodo si ancorava al pitturato e in altri momenti si sedeva in panchina lasciando il posto a Naz Reid. In Gara 5, ad esempio, i Lakers non hanno saputo contrastare la size del centro francese.
Si può vincere con la forza di.. Julius Randle. L’ex Knicks sembrava un fit disfunzionale ed un’aggiunta poco sensata per i Timberwolves. Oggi viene spontaneo chiedersi dove sarebbe Minnesota senza di lui. Il suo mix di size, abilità e forza lo rende una risorsa unica che può intimidire i difensori avversari in ogni zona del campo, ma può rivelarsi anche un’arma a livello difensivo.
Possono vincere con il tiro da tre punti, ma anche senza. In Gara 5 i T-Wolves hanno sbagliato ben quaranta conclusioni dall’arco, ma hanno trionfato ugualmente. Si tratta, tuttavia, di un’impresa non replicabile e la partita è stata molto più combattuta di quanto sarebbe dovuta effettivamente essere. Minnesota è stata una delle migliori squadre per quanto riguarda la precisione al tiro da tre punti: Edwards è stato il primo per triple realizzate e i Timberwolves sono arrivati in top5 sia per tentativi che per realizzazioni e percentuale di tiro. Ben sette giocatori hanno segnato almeno cento triple in stagione.
I Wolves avranno bisogno di tutte le loro forze per proseguire la propria run playoffs contro squadre più lunghe ed equilibrate. La vittoria nella serie contro i Lakers non è stato un caso, ma la prova che Minnesota è una squadra profonda e versatile che ha trovato fiducia ed alchimia. Finch ha dichiarato che ogni squadra è diversa, ciascuna deve unirsi e superare i momenti complicati. Questi Timberwolves l’hanno fatto. A cosa porterà tutto questo lo scopriremo nei prossimi mesi, ma ora sanno chi sono e come possono vincere.