
Questo contenuto è tratto da un articolo di Simon Opatz per The Lead SM, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
Poco prima che la Stagione 2024/25 avesse inizio, nel bel mezzo della pre-season, una clamorosa blockbuster-trade ha portato Karl-Anthony Towns ai New York Knicks, coinvolgendo anche Julius Randle, Donte DiVincenzo e una futura scelta al First Round del Draft (via Detroit Pistons) a fare il percorso inverso. L’operazione ha lasciato di sasso sia lo stesso sia KAT che i tifosi dei Minnesota Timberwolves. Towns ha dedicato tutta la sua carriera alla causa dei T-Wolves fino a quel momento, il suo stile di gioco elettrizzante lo ha reso uno dei migliori all-time della franchigia, mentre la sua filantropia fuori dal campo lo ha elevato a uno dei pilastri della comunità di Minneapolis. Durante i suoi 9 anni in Minnesota, Towns ha messo a referto 4 presenze All-Star, è stato scelto per 2 volte in quintetto All-NBA e ha condotto la sua squadra in 4 apparizioni ai Playoffs. Senza dubbio ha avuto un ruolo fondamentale nella rinascita dei Timberwolves nella Western Conference, permettendo il loro ritorno alle Western Conference Finals l’anno scorso, terminando un’attesa durata quasi una decade e offrendo alla franchigia uno dei suoi momenti più memorabili.
Un ritorno memorabile
Queste sono le ragioni che hanno reso il suo ritorno in Minnesota settimana scorsa carico di emozioni. Durante la conferenza stampa pre-partita, Karl-Anthony Towns ha affermato di essere “un avido fan dei Timberwolves”, e che i suoi ex compagni siano ancora “come fratelli”. KAT ha addirittura pubblicato un tributo a Minnesota su X, e la franchigia ha ricambiato tale affetto. I giocatori dei T-Wolves sono stati visti scambiarsi saluti con l’ex compagno durante il riscaldamento pre-gara, e nell’arena è stato mostrato un video della durata di 2 minuti prima di annunciare il suo ingresso sul parquet. Towns è stato toccato nel profondo dalla grande dimostrazione d’affetto messa in pratica dai suoi ex compagni, dalla franchigia dei Minnesota Timberwolves e dai suoi ex tifosi, rimasti in piedi ad applaudirlo durante la presentazione e il video.
Negli ultimi mesi si è aperto un gran dibattito su che squadra abbia avuto maggiori influssi benefici dalla trade e quale ne sia uscita in un certo senso sconfitta e ridimensionata. Alcuni, come Nick Wright, hanno addirittura insinuato si possa trattare di uno scenario lose-lose, in cui entrambe le squadre ne sono uscite in condizioni peggiori rispetto a prima. E anche se ancora è abbastanza presto per stabilire se la trade sia o meno un fallimento o una vittoria, Towns ha messo in mostra un effort eccezionale in occasione della sfida di giovedì scorso – dimostrando, almeno finora, che i Knicks abbiano fatto la scelta giusta, mentre i Timberwolves quella sbagliata.
La sua performance
Durante il suo primo ritorno in Minnesota, Karl-Anthony Towns e i New York Knicks sono stati dominanti. Dopo alcuni possessi del 2° Quarto i T-Wolves si erano messi a condurre la sfida con 1 punto di vantaggio sui rivali – la loro ultima volta alla guida del match. I Knicks hanno reagito con un parziale sfavillante, con KAT a vestire i panni di leader della squadra: ha messo a referto alcune palle rubate, canestri dal pitturato – tra cui un canestro più fallo, con and-one – e persino alcune conclusioni da oltre l’arco. Towns ha segnato 19 punti in quella frazione. Il suo stile di gioco efficiente ha permesso una scoring-run di 41-18, concedendo alla franchigia della Grande Mela un vantaggio di 21 punti all’intervallo. KAT ha terminato la prima parte della sfida contro la sua ex squadra con a referto una doppia-doppia da 22 punti e 10 rimbalzi. I Knicks non hanno più avuto un attimo di esitazione, mantenendo la guida del match e vincendolo con un vantaggio di 26 punti, col punteggio di 133-107. Il tabellino del lungo a fine gara recita 32 punti, 20 rimbalzi, 6 assist e 2 palle rubate. Ha messo in mostra un’efficienza incredibile, tirando con 10/12 dal campo e 5/5 da 3 punti, e infine con 7/9 dalla lunetta; il suo plus/minus è stato di +31.
I problemi offensivi dei Timberwolves
Le abilità offensive di Karl-Anthony Towns hanno ottenuto maggior attenzione quest’anno, trovandosi in un mercato più ampio. Le sue skills stanno ricevendo più elogi che mai, e dover prenderne atto è stato il boccone più amaro da deglutire per i tifosi dei T-Wolves. Da un lato è gratificante sapere che Towns stia finalmente ricevendo l’affetto meritato, per via delle sue abilità al tiro ed a finalizzare il gioco. D’altro canto, in compenso, la sua assenza in quintetto dei Timberwolves è stata fin troppo chiara ed evidente, in particolare sul versante offensivo – dove la mancanza del suo impatto sulle sfide si fa sentire di più. Nonostante Julius Randle stia mettendo a referto statistiche interessanti, individualmente parlando, il suo impatto è stato meno positivo rispetto a quello di Towns. Ha dimostrato qualche difficoltà nel concludere dal perimetro, limitando le spaziature che i Timberwolves possono mettere a disposizione del loro miglior uomo in campo, ovvero Anthony Edwards. Inoltre, non è tra i migliori a condurre alcune situazioni di gioco, col risultato che le offensive della franchigia del Minnesota risultano spesso stagnanti e fin troppo statiche. Randle si trova spesso a vagare col pallone in mano, conducendo ad una cattiva shot-selection e a palle perse. La sua stazza, ridotta rispetto a Towns, e il poco impegno sotto canestro lo rendono una pedina meno affidabile di KAT in fase difensiva.
I Minnesota Timberwolves, dal loro punto di vista, speravano di sopperire al gap tra Towns e Randle aggiungendo anche DiVincenzo. La sua abilità nell’ampliare gli spazi offensivi, grazie alla pericolosità dal perimetro, l’attitudine a servire i compagni e gli sforzi sul versante difensivo venivano considerati abbastanza validi per colmare il divario tecnico creatosi e a rimpolpare le rotazioni. Ma, sfortunatamente, anche Donte ha avuto qualche problemino in apertura di stagione. Lo scorso anno, a New York, DiVincenzo ha messo a referto una media di 15.5 punti, col 44% dal campo e il 40% dal perimetro. In questa stagione la sua media è scesa a 8.9 punti, col 37% dal campo ed il 33% da oltre l’arco. Il suo drammatico declino, sia dal punto di vista della produttività che dell’efficienza, ha reso ancor più difficile ai Timberwolves la sostituzione di Karl-Anthony Towns.
Finora, specialmente dopo la performance dominante di giovedì da parte di Towns e dei suoi Knicks, sembrerebbe che gli stessi Knickerbockers abbiano avuto la meglio per quanto riguarda la blockbuster-trade. Detto ciò, scambiare Rudy Gobert sembrava ancora peggio per i Minnesota Timberwolves dopo un solo anno o dopo le prime 20 sfide circa. E nonostante sia ancora troppo presto per stabilire se i Knicks siano davvero “i vincitori” in questa trade, i primi segnali a tal proposito sembrano puntare in questa direzione.