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Sono ormai passati tre mesi da quando Kelly Oubre Jr, appena arrivato a Oklahoma, dovette rifare subito le valigie e raggiungere i nuovi compagni a San Francisco; questi ultimi, nuovamente orfani di Klay Thompson, avevano scelto lui per l’arduo (e forse impossibile) compito di sostituirlo.

Con tutti gli occhi addosso e una pressione enorme sulle spalle, Oubre ha avuto un inizio di stagione terribile, in cui sembrava spesso un oggetto estraneo e inconsapevole. Il 25enne veniva da una stagione 2019/20 in cui aveva tenuto un affidabile 35% da tre punti, e il front office dei Warriors nutriva la legittima speranza che tale percentuale potesse anche salire grazie agli spazi generati da Stephen Curry; al via della nuova Regular Season, invece, Oubre ha messo a segno solo 6 triple delle prime 45 tentate (13%).

Ma se si guarda oltre la superficie, si capisce che la percentuale dall’arco è solo la punta dell’iceberg della questione Kelly Oubre per Golden State, e il problema vero è a monte: la dinastia che per anni ha dominato la lega poggiava su nomi come Curry, Green, Iguodala, Thompson, Livingston e Bogut, tutti interpreti dall’alto QI cestistico, proprio perché questo è il requisito fondamentale per far funzionare il sistema offensivo read & react di Steve Kerr.

Oubre è un altro tipo di giocatore, è uno spirito libero, che fa delle giocate istintive il suo marchio di fabbrica, sfruttando un atletismo ben sopra la media. L’incompatibilità è stata evidente fin dall’inizio: il prodotto di Kansas ha sbagliato troppe decisioni al tiro e al passaggio, non si è inteso con Curry, non ha fatto i movimenti giusti senza palla, ha penetrato senza vedere i compagni e perso troppo spesso il controllo.

È vero, l’intelligenza cestistica non si può imparare, specie in pochi mesi, ma la disciplina di appartenenza a un sistema sì; e pur non essendo il migliore dei fit per Steph e compagni, in molti pensano che il tempo possa rappresentare il migliore degli alleati per Oubre, oltre al fatto che l’impatto nella metà campo difensiva è sempre rimasto positivo, anche nei momenti peggiori.

Inoltre, quando parliamo di numeri e statistiche, a volte ci dimentichiamo che dietro i dati ci sono le persone, e i problemi che proviamo a razionalizzare sono talvolta semplicemente mentali, soprattutto quando si parla di ragazzi come Oubre. A volte, basta aspettare il “click” mentale.

E il “click” è arrivato, in concomitanza diretta con due avvenimenti: il primo riguarda dei rumors su una trade che coinvolgerebbe lui e Lonzo Ball, che riporterebbe Kelly nella città natale per giocare con i Pelicans; il secondo è il cambiamento del quintetto iniziale, con Looney al posto del rookie Wiseman. Da quel momento, Oubre ha mantenuto 17 punti di media, con il 47% dal campo e addirittura il 43% da tre su oltre 5 tentativi.

Come riflesso dei miglioramenti nel box score, si intravedono anche leggeri, ma costanti, progressi nei campi fondamentali: il numero 12 sembra assimilare sempre meglio i concetti offensivi, e sviluppare finalmente un’intesa con Curry.

In mezzo a tutto ciò, è arrivata anche una partita da 40 punti (career-high) e 7 triple contro i Dallas Mavericks:

Come le prime partite non erano un metro di giudizio sufficiente per crocifiggerlo, le ultime non lo sono per glorificarlo. Ma se il tempo continuerà a dargli ragione, Kelly Oubre Jr potrà rivelarsi una pedina decisiva per la corsa ai Playoffs in questa stagione, nella speranza di guadagnarsi un posto importante anche per la prossima (il suo contratto va in scadenza, ma i Warriors ne detengono i Bird Rights e potranno ri-firmarlo).

Per coach Kerr invece è l’occasione per dimostrare che anche un giocatore con queste caratteristiche, così istintivo e apparentemente inadatto, può essere disciplinato e inserito in un contesto ordinato, pur mantenendo le sue caratteristiche intatte.