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Tra i risultati di Gara 1, quello che probabilmente lascia più sorpresi è l’upset ricevuto in casa da parte dei Milwaukee Bucks contro dei Miami Heat, arrivati da due turni di Play-In e da netta sfavorita per la serie. Certo, è impossibile non considerare il fattore Giannis, uscito dopo soli 10 minuti di gioco per una botta alla schiena (QUI il riassunto degli infortuni), ma la prestazione fornita da Miami è veramente notevole considerando i favori del pronostico e le qualità dei due roster.

Su tutti, Jimmy Butler è tornato ancora a splendere ai Playoffs. L’ex Bulls ha tirato fuori un’altra prestazione clamorosa al debutto in post-season quest’anno e, nonostante i numeri non gli rendano giustizia (sì, 35 punti, ma con bassa efficienza) si è visto protagonista di diverse situazioni in cui Miami ha dimostrato di riuscire a muovere con tanta facilità la difesa Bucks, sia prima che dopo l’uscita prematura del greco. Vediamone alcune.

Già dai primi possessi della partita, l’obiettivo di Miami era evidente: allontanare Lopez dal ferro e provare a sfruttare qualche errore in aiuto dei Bucks. Qui l’aiuto tardivo di Giannis costa a Milwaukee un tiro al ferro semplice per Butler:


L’accoppiamento per Butler nel piano di Budenholzer prevedeva versatilità, e abbiamo visto più volte Ingles e Matthews alternarsi nel primo tempo, con Miami che riusciva a liberare sempre strada verso il ferro.

Qui è Lowry che fa spazio dopo l’handoff, con Bam occupato a portare via Giannis dall’aiuto. In questo senso avrebbe potuto fare qualcosa in più Portis, tardivo per via del pericolo Strus dall’arco.

Dopo l’uscita di Giannis cambia tutto. Con Love e Martin in campo, il quintetto small di Miami domina la partita per l’incapacità di Milwaukee di tenere tutti quei tiratori insieme senza portare un mismatch a Giannis.

Qui un esempio dove a Love basta un Pick&Pop con tutto il lato debole pieno di tiratori di Miami per avere una tripla open.

Bud allora prova a rispondere al quintetto small con una box-and-one che porta a pochi frutti, però. Love va in ritmo e Holiday non può ignorarlo, allo stesso tempo Lopez è preventivo su Herro e non può uscire forte sulla ricezione di Butler, che è libero nel pitturato per due facili:

Nel finale di primo tempo Milwaukee prova a rispondere ancora ai pick&roll laterali con la zona, ma Miami trova troppo facilmente il mismatch con un semplice cambio di Allen su Butler:

Ad inizio secondo tempo, Miami continua ad allargare pericolosamente il campo e, con Bam tornato in campo e senza Giannis, diventa troppo facile portare Lopez lontano dal ferro. Qui a Butler basta un back screen su Holiday per avere una conclusione libera:

L’ultimo adjustment di Milwaukee è quello di concedere l’isolamento laterale a Butler e cercare di aiutare al ferro, ma non funziona molto, essendo Jimmy troppo bravo ad attaccare il mismatch. Prima contro Middleton, situazione in cui crea 7 punti (1/3 FG con 2 assist), ma soprattutto con Ingles, con cui la quota sale a 12 solo nel terzo quarto.

Ultimi possessi, Milwaukee cerca di tenere alto su Jimmy, e Miami risponde con pick&roll Butler-Bam in modo da costringere Lopez alla drop coverage. Diciamo che non è la migliore delle idee lasciare così tanto campo a Butler dal midrange:

Sarà molto curioso vedere il ruolo di Love nel resto della serie. Con Giannis out, la seconda linea di lunghi dei Bucks ha dimostrato di essere molto in difficoltà alle spaziature ampliate dall’ex Cavs, con un trattamento azzardato che ha portato a un 2/3 dall’arco nel primo tempo, poi raddoppiando Butler sui Pick&Pop.

Partita quindi tatticamente molto interessante, con Jimmy Butler che si è ancora una volta confermato uno dei migliori performer a livello Playoffs degli ultimi anni, riuscendo a vincere la partita attaccando il ferro contro una delle migliori difese della lega in quella zona del campo e contro il miglior difensore per On/Off Rim% di questa stagione (Lopez ha -9.7%).

Attenzione però a non sopravvalutare questa Gara 1: già dalla prossima i Bucks avranno un Giannis in più da schierare e gli Heat non potranno contare di nuovo su tutta questa disparità di percentuali da dietro l’arco (i Bucks hanno chiuso tirando con il 24% da tre, contro il 61% dei Miami Heat).