Oppure, se i Miami Heat non avessero scelto Wade al Draft? Queste e altre domande, a 18 anni di distanza dal Draft 2003.

Questo contenuto è tratto da un articolo di Justin Tinsley per Andscape, tradotto in italiano da Marco Richiedei per Around the Game.


Un paio di decine di anni fa, a differenza di oggi, la Draft Lottery non vantava né una particolare attenzione mediatica né un ruolo così centrale nel calendario della stagione NBA. Eppure, il fenomeno del cosiddetto “tanking” aveva reso la Draft Lottery del 22 Maggio 2003 un evento da non perdere.

Quello che accadde quella notte influenzò, per motivi diversi, lo sviluppo dell’NBA fino ai giorni nostri. Ma cosa sarebbe successo se le cose fossero andate diversamente?

Il proprietario dei Denver Nuggets, Stan Kroenke, era ben consapevole della mole di talento che il Draft di quell’anno offriva. Come ogni altro dirigente della NBA, Kroenke aveva messo nel mirino LeBron James: dopo una stagione conclusa con un record di 17-65, i Nuggets avevano bisogno di un giocatore che potesse cambiare le sorti della franchigia. Quindi, perché non puntare al diciottenne che Sports Illustrated aveva soprannominato “The Chosen One”?

I Nuggets vennero baciati dalla fortuna quella notte e ottennero la prima scelta al Draft.

Aspettate… qualcosa non torna? Già, purtroppo per loro si trattava solamente delle prove generali della Lottery. La fortuna non li baciò una seconda volta: durante l’evento vero e proprio, la prima scelta venne assegnata ai Cavs e LeBron volò così a Cleveland.

Aspettammo di ricevere la notizia ufficiale su chi avesse ottenuto la scelta numero 1 e continuammo a fare festa. LeBron era in un’altra stanza, io ero al telefono. Non credo ci fosse tensione o preoccupazione su dove sarebbe andato.

– Aaron Goodwin, all’epoca agente di LeBron

James era sicuramente la punta di diamante della Draft Class 2003, ma non era l’unico futuro Hall of Famer. Se le cose fossero andate diversamente per due dei suoi più cari amici – Dwyane Wade e Carmelo Anthony – il numero di trofei vinti dalla cosiddetta “Banana Boat Crew” sarebbe probabilmente diverso…

E se i Miami Heat non avessero scelto Wade?

Clippers, Wizards, Warriors e Bulls. Secondo le simulazioni e i pronostici, queste erano le squadre in lizza per scegliere Dwyane Wade. Molti pensavano che gli Heat avrebbero scelto un lungo come Chris Kaman da Central Michigan, o Maciej Lampe dalla Polonia.

Wade, nonostante una delle più memorabili March Madness di sempre, era visto come un giocatore discreto, una guardia sottodimensionata e discontinua al tiro. Pochissimi oltre agli Heat vedevano del potenziale in Wade e ancora meno immaginavano che sarebbe diventata una delle guardie migliori di tutti i tempi.

Dove sarebbe andato Shaquille O’Neal nell’estate del 2004, se Wade non fosse stato a Miami? Dove sarebbe andato Derrick Rose nel 2008, se i Bulls non avessero avuto la prima scelta al Draft?

E ancora. Per che squadra avrebbe scelto di giocare LeBron James nel 2010, se Wade non fosse stato a Miami? Avrebbe scelto una squadra della stessa Division, magari unendosi ancora a Wade per inseguire il fantasma di Jordan a Chicago? O avrebbe scelto New York? Oppure sarebbe rimasto per sempre a Cleveland?

Quel che è certo è che le domande di cui non sapremo mai la risposta sono sempre le più affascinanti…

Come sarebbe stata la carriera di Carmelo Anthony se fosse stato scelto da Detroit?

Questa è di gran lunga una delle domande più ricorrenti quando si parla del Draft 2003.

Per come stanno le cose oggi, Carmelo Anthony è un futuro Hall of Famer. Con un campionato NCAA vinto in una sola stagione a Syracuse, è uno dei giocatori universitari più venerati di tutti i tempi. È attualmente alla nona posizione All-Time NBA per punti segnati – e gli altri 8 sono tutti Hall of Famer, o lo saranno.

Ma i passi falsi non sono mancati nella sua carriera: la stagione a Oklahoma City è stata a dir poco deludente, ha partecipato una sola volta alle Conference Finals (nel 2009) e i sette anni a New York sono stati caratterizzati da conflitti interni e da tre sole apparizioni ai Playoffs.

Al Draft 2003, le prime tre scelte erano sostanzialmente scontate: James a Cleveland, Darko Milicic (il cui potenziale affascinò tutta la lega, salvo poi…) a Detroit e Anthony a Denver.

Per un decennio e mezzo, ogni appassionato di basket si è sicuramente chiesto: “E se Joe Dumars e i Pistons avessero scelto Anthony invece di Milicic?”

Non aver giocato a Detroit è anche uno dei grandi rimpianti di Melo:

Ero un po’ deluso. Volevo davvero andare a Detroit. C’erano Chauncey Billups e altri ragazzi interessanti… a Detroit c’era qualcosa di speciale.

– Carmelo Anthony

La leadership dei veterani di Detroit e l’incredibile abilità di Anthony di giocare one-on-one sarebbero stati sicuramente un binomio interessante. Per di più, le lacune difensive di Anthony sarebbero state mascherate da Tayshaun Prince, specialista difensivo in uscita dalla panchina.

La potenziale rivalità LeBron-Carmelo avrebbe sicuramente garantito alla Central Division un numero infinito di partite memorabili.

E inoltre, in che modo Carmelo Anthony avrebbe influenzato le Finals del 2005 contro San Antonio, le Eastern Conference Finals del 2006 contro Miami e le Eastern Conference Finals del 2007 contro Cleveland?

I punti interrogativi circa la carriera di Anthony rimangono infinti anche 15 anni dopo.

In che modo Otis Thorpe ebbe un ruolo fondamentale in due dei tre più importanti Draft della storia NBA?

Il secondo titolo consecutivo degli Houston Rockets nel 1995 fu in parte merito di Otis Thorpe, che venne scambiato ai Portland Trail Blazers per Tracy Murray e per Clyde Drexler, futuro Hall of Famer.

Due anni dopo, Thorpe venne coinvolto in un altro scambio che, all’epoca, passò in secondo piano. Thorpe e l’allenatore dei Pistons, Doug Collins, avevano una relazione piuttosto complicata: nell’agosto del 1997, gli allora Vancouver Grizzlies ottennero via trade Thorpe, ormai 35enne, in cambio di una protected first-round pick tra gli anni 1998 e 2003.

E così, nel 2003, i Grizzlies avevano un unico modo per tenersi la scelta al Draft: ottenere la prima scelta assoluta.

Jerry West arrivò a Memphis nel 2002 in qualità di President of Basketball Operations ed ereditò così le conseguenze della trade che aveva portato Thorpe ai Grizzlies. West era colui che era riuscito a comporre il duo Kobe Bryant – Shaquille O’Neal ai Los Angeles Lakers nel 1996, e per poco non riuscì a regalare ai Grizzlies anche la prima scelta al Draft 2003, ovvero LeBron James.

Arrivò invece la scelta numero 2, che passò quindi ai Pistons.

Odio la Draft Lottery, è semplicemente terribile. E lo dico pur sapendo che funziona piuttosto bene.

– Jerry West

Per l’appunto, Thorpe ha avuto un ruolo importante in due dei tre Draft più importanti della storia dell’NBA:

  • È stato selezionato nono assoluto nel 1984, in un Draft che vedeva protagonisti Michael Jordan, Hakeem Olajuwon e Charles Barkley. E, alla 16esima, John Stockton.
  • Nel 1997 è stato coinvolto in uno scambio che ha poi influenzato direttamente il Draft del 2003, e di conseguenza lo sviluppo dell’NBA fino ai giorni nostri.

E se LeBron James avesse iniziato la sua carriera nella Western Conference?

Come detto, la possibilità di vedere LeBron James iniziare la propria carriera NBA in una squadra della Western Conference fu concreta. Due delle prime tre scelte del Draft del 2003 appartenevano a squadre dell’ovest (Memphis e Denver), ed entrambe raggiunsero i Playoffs nell’anno da rookie di LeBron.

Come sarebbero andate le cose se King James fosse stato scelto dai Grizzlies o dai Nuggets 17 anni fa?

Memphis lo avrebbe messo in coppia con un giovane Pau Gasol e con gente come Shane Battier, Mike Miller, Bonzi Wells e Jason Williams. Da sottolineare poi che James avrebbe così iniziato la propria carriera sotto la guida di Hubie Brown a Memphis.

Se fosse successo, avremmo trasformato Memphis in un grande mercato. Probabilmente avrebbero vinto almeno due titoli…

– Aaron Goodwin

Denver, invece, vantava tra le proprie fila giocatori come Chris Andersen, Marcus Camby, Andre Miller, Voshon Lenard e Nenê, allenati dall’attuale assistant coach degli Houston Rockets Jeff Bzdelik.

Sarebbe stato sicuramente interessante vedere James farsi strada in una Conference dominata da squadre come i San Antonio Spurs, i Dallas Mavericks, gli Houston Rockets e i Phoenix Suns.

La cosa più intrigante, però, è che forse avremmo potuto assistere ad una serie di Playoffs tra LeBron James e Kobe Bryant, in quella che sarebbe forse stata uno delle rivalità più elettrizzanti e memorabili di tutti i tempi.