La stagione in cui i Big Three – Garnett, Sprewell e Cassell – sono riusciti a rompere la “maledizione” della post-season.

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I Minnesota Timberwolves arrivano ai Playoffs per la prima volta nella loro storia durante la stagione 1996/97, ovvero la stagione successiva a quella in cui hanno chiamato Kevin Garnett con la quinta scelta assoluta. L’uscita di scena al primo turno in quella prima esperienza non destava grandi preoccupazioni. Purtroppo, però, dopo quella prima post-season, il copione è andato in scena esattamente allo stesso modo per le successive sei stagioni, come una vera e propria maledizione. Dopo aver concluso la stagione 2002/03 con un ottimo record di 51-31, arriva l’ennesima eliminazione al primo turno. Il GM Kevin McHale decide di cambiare completamente la squadra, tenendo solo quattro giocatori dalla passata stagione: Kevin Garnett, Troy Hudson, Wally Szczerbiak e Gary Trent.

Il roster

La squadra era da ripensare completamente. Kevin Garnett naturalmente era l’uomo franchigia e andava accontentato, per non rischiare di perderlo, dato che sarebbe diventato free agent al termine della stagione. Era necessario garantire competitività per convincerlo a restare. McHale si affidò quindi a veterani per vincere da subito e mise sotto contratto il 34enne Sam Cassell, in uscita dai Bucks, e Latrell Sprewell, di un anno più giovane, grazie a una trade a quattro con New York, Atlanta e Philadelphia. Il nucleo centrale era stato costituito. I Big Three di Minnesota avevano però bisogno dei giusti comprimari, perciò vennero firmati Michael Olowokandi e Mark Madsen come lunghi, Fred Hoiberg e Trenton Hassell come guardie e alcuni veterani per riempire il roster.

Come giocavano

La squadra di Coach Flip Saunders era caratterizzata da un ritmo piuttosto basso, con una pace di appena 89 possessi per 48 minuti e un’efficienza al tiro notevole (secondi nella Lega per percentuale dal campo con il 46.2%). Tutto ciò si traduceva in pochi punti in contropiede (10.9) e tanti nel pitturato (32.5), sfruttando la fisicità e l’abilità nel gioco spalle a canestro dei Big Three. La difesa, poi, era fondamentale per una squadra che giocava poco in velocità. Minnesota era sesta in Defensive Rating, settima in stoppate e quarta in percentuale dal campo concessa agli avversari.


I giochi offensivi erano studiati per coinvolgere Sam Cassell e KG con un pick and roll. Raddoppiare o uscire forte su uno dei due spesso coincideva con il canestro concesso all’altro. Veniva sfruttato molto il post basso di Cassell, una delle migliori point guard di sempre in quel fondamentale. La ricezione profonda per Garnett, poi, oltre a produrre punti facili, poteva anche innescare i compagni grazie alla sua visione di gioco, in particolare con i tagli di Sprewell. Il tiro dalla media era il punto forte di questa squadra, che da quella distanza era praticamente infallibile.

La Regular Season

Naturalmente l’inizio di stagione per una squadra tutta nuova è sempre complicato, infatti i T-Wolves, alla seconda di campionato, si prendono una sonora sconfitta da New Jersey, segnando appena 61 punti. Sì, sessantuno: qualcosa che in NBA si vede molto, molto raramente. Nei mesi di ottobre e novembre arrivano nove vittorie e otto sconfitte. Bisogna attendere il mese di dicembre, in cui arrivano undici vittorie e solo due sconfitte, per vedere finalmente il vero potenziale di questa squadra.

All’All-Star Break il record è di 37-15 e la squadra inizia a essere considerata una contender a tutti gli effetti. Il finale di stagione vede il team di Saunders perdere appena nove partite, chiudendo con il record di 58-24, il migliore nella Western Conference e il secondo nella Lega. Kevin Garnett chiude la stagione con 24.2 punti a partita, 13.9 rimbalzi e 5 assist, che gli valgono il premio di MVP della Regular Season. Sam Cassell disputa la migliore stagione in carriera e diventa All-Star per la prima volta a trentaquattro anni.

Playoffs

Al primo turno arrivano i Nuggets di un giovanissimo Carmelo Anthony, che assieme ad Andre Miller è riuscito a riportare Denver ai Playoffs. Gara 1 è un’affermazione di forza da parte di Minnesota, che vince 106-92 con due prestazioni incredibili da parte di Sam Cassell (40 punti) e Kevin Garnett (30 punti e 20 rimbalzi). Gara 2 è un’altra facile vittoria e questa volta è Latrell Sprewell il protagonista della serata con 31 punti. In Gara 3 i Nuggets fanno valere il fattore campo e nonostante le ottime prestazioni di KG e Sprewell, Denver scava il solco già nel primo quarto. Minnesota non riesce a recuperare e la partita si chiude sul +21 Nuggets. Gara 4 è combattutissima e dopo essere stata in perfetta parità per oltre tre quarti, è Minnesota a spuntarla grazie a una tripla di Latrell a un minuto dalla fine, che vale il +4. La schiacciata di Nenè a pochi secondi dalla fine sancisce il punteggio finale sull’ 84-82. Gara 5 vede Anthony infortunato e la squadra di Saunders non fallisce la ghiotta occasione di passare finalmente il primo turno di Playoffs. La maledizione è finita!

FOTO: NBA.com

Al secondo turno si presentano i Sacramento Kings che ormai da anni sono una costante contender. La squadra di Adelman si è sbarazzata per 4-1 dei Dallas Mavericks. Altra Gara 1 e altro “quarantello” di Sam Cassell con 7/11 dalla lunga distanza, Garnett ne aggiunge 16 e 18. Sprewell vive una pessima serata al tiro e mette a referto solo 5 punti. I Kings, invece, mandano ben sei uomini in doppia cifra e si aggiudicano la prima partita della serie in trasferta. In Gara 2 i Wolves rispondono prontamente e con cinque giocatori oltre i dodici punti, pareggiano la serie. Gara 3 regala una serie di emozioni senza soluzione di continuità. La squadra di Saunders conduce anche di 15 lunghezze a inizio quarto periodo, ma si fa rimontare dai Kings. A dieci secondi dalla fine i T-Wolves sono sopra di tre punti, ma Stojakovic segna un canestro dall’arco e manda la partita all’overtime. Nel supplementare si presenta la stessa situazione, ma questa volta volta il serbo sbaglia: 2-1 Minnesota. Nel quarto atto, KG e compagni disputano una brutta prestazione, la peggiore della serie, e Sacramento pareggia la serie. Ma Latrell Sprewell è semplicemente immarcabile in Gara 5 davanti al suo pubblico e garantisce il 3-2 a Minnesota, che ha il matchpoint a disposizione in trasferta. Sacramento però vince nettamente, di 17, e forza Gara 7. Nella partita decisiva è il giocatore franchigia a prendersi la squadra sulle spalle. Con una prestazione da 32 punti, di cui ben 14 nell’ultimo quarto, 21 rimbalzi e 5 stoppate porta la sua squadra alle Finali di Conference.

FOTO: NBA.com

In finale di Conference ci sono i Los Angeles Lakers, che hanno aggiunto Karl Malone e Gary Payton al duo Kobe-Shaq. Sulla carta ci sono poche possibilità e infatti la serie si chiude sul 4-2 per i giallo-viola. A pesare sul risultato della serie l’infortunio occorso a Sam Cassell dopo un minuto di gioco in Gara 2. “Sam I am” era stato semplicemente incredibile in quei Playoffs e il suo infortunio ha sancito la fine della cavalcata di questi Minnesota Timberwolves.

La stagione 2003/04 rappresenta la migliore nella storia della franchigia finora e, da allora, pareva esserci una maledizione del primo turno dalle parti di Minneapolis. L’unica apparizione ai Playoffs dopo quel 2004 risaliva alla stagione 2017/18, e si è ancora conclusa al primo turno. Prima di oggi, ovviamente. Riusciranno Anthony Edwards e i Timberwolves di oggi a migliorare il risultato dei Big Three del 2004? Non lo sappiamo, ma è certo che in 20 anni nessuno ci era mai andato così vicino.