Quel giorno doveva essere stato un “Giorno del Ringraziamento” un po’ speciale per i tifosi dei Los Angeles Clippers. C’era sempre pubblico allo Staples e, quella sera, si era aggiunta una piccola, inaspettata sorpresa.
Qualche giorno prima era squillato il telefono dell’agente di Rong Niu. Ai Clippers era capitata tra le mani quella videocassetta attraverso la quale un’artista cinese promuoveva il suo numero. Il numero era piaciuto e avevano deciso che la cinesina sarebbe stata ingaggiata perché presenziasse nel lungo intervallo tra il primo e il secondo tempo. Un intrattenimento originale, erano certi che il anche pubblico avrebbe apprezzato. Ottima idea, così era stato.
Siamo negli anni ‘90. Per Rong Niu questo ingaggio è l’inizio al quale poi seguiranno tante altre occasioni, per un sacco di tempo, oltre un quarto di secolo per fare due conti. Dispone di un circo personalissimo: le arene NBA. Insolito no?
Ma chi è Rong Niu?
Mettiamoci un po’ di fervida immaginazione per capirlo, perché dobbiamo partire dalla lontana Cina, città di Taiyuan. Diciamo che, con una madre che cammina in equilibrio su una fune e un padre che si lancia da un trapezio, non ci sorprende che anche Niu abbia in animo di esibirsi per gli altri. È da ben quattro generazioni che succede nella sua famiglia. Quando si dice avere un destino segnato.
Lei cresce, osserva. Ha da poco compiuto sette anni e frequenta la scuola circense acrobatica Shangai Acrobatic Troupe: sei-sette ore al giorno di allenamento, sei giorni alla settimana per perfezionare un suo personalissimo numero che si esegue in cinque minuti e mezzo, pensato dal padre per lei. Red Panda – questo il nome d’arte di Rong Niu all’anagrafe – insiste, si impegna e ben presto riesce a farlo molto, molto bene. Anzi, per sua stessa ammissione, sa fare solo quello.
Ma quale numero? Torniamo indietro un attimo, a quel Giorno del Ringraziamento, al sorpreso pubblico dei Clippers che batte le mani, emettendo gridolini di gioia. Cosa ha fatto Rong Niu per il pubblico, visto che nell’intervallo quasi nessuno si è mosso dal proprio posto per prendersi del cibo o una birra (cosa decisamente inusuale allo Staples), in attesa della ripresa della partita?
Eccola. È seduta sul suo monociclo – alto più di due metri. Se ne sta in cima e tutt’attorno si diffonde una musica cinese, una partitura semplice e ripetitiva, assolutamente fuori contesto, visto il luogo in cui ci troviamo, ma destinata a restare l’unica colonna sonora di questa scenografia. All’avvio di queste note Niu inizia a dare dei colpetti ai pedali per stabilire l’equilibrio, seguiti da pochi cenni di ringraziamento col capo verso il suo pubblico, qualche posa di presentazione con le braccia allargate e un giro veloce lungo il parquet; via, lo show può partire.
Una mascotte da terra le lancia delle ciotole che, senza che smetta di tenersi in equilibrio, Red Panda prende al volo, le appoggia sulla punta del piede e da qui le spinge verso l’alto sulla propria testa. Riesce a farle impilare una dentro l’altra, perfettamente. Sedici ciotole in metallo bianco, leggere, caso mai dovessero cadere. Non si rompono e non rovinano il parquet, tutto calcolato. Il numero riscuote sempre un successo incredibile. Il suo ripetersi immutato costituisce la sua magia.
È questo che ha imparato Rong Niu in Cina: stare in equilibrio sul suo monociclo e compiere questo numero che ormai la rappresenta. È questo il suo mestiere, il suo unico modo di non sparire, di non diventare un “fantasma”. Perché è questo che vede capitare attorno a sé, ai suoi tanti amici circensi, che, dopo una mirabolante carriera artistica, vengono abbandonati, dimenticati, messi da parte. È questo che la preoccupa – per sua stessa ammissione. No, a lei non deve capitare, non deve finire dimenticata, diventare un “fantasma”. Li chiamano così in Cina, gli artisti dimenticati.
Lei sa che deve continuare e continuare ancora a impilare ciotole, stare in equilibrio. Quel che ancora non sa è che l’NBA le darà una grossa mano a realizzare il suo desiderio.
A diciannove anni Niu è in Florida, a Orlando. La sua parabola continua. 12’482 km di determinazione. Esegue il suo numero nei ristoranti, nelle scuole, nei centri commerciali e prepara la sua videocassetta di presentazione che servirà a farla conoscere anche – ma direi soprattutto – nei templi del basket.
Red Panda non ha le fattezze di un’acrobata. Non indossa ammiccanti body di lurex sgambati, anzi. Te la ritrovi appollaiata lassù nel suo fisico comune, un po’ cicciottella a dire il vero, una grazia non troppo costruita nei movimenti, le scarpette bianche e i vestitini improbabili. Un gusto estetico che si è forgiato tra una troupe acrobatica di Taiyuan, Disney Word e il parco dei divertimenti di Epcot, Florida. Più di tanto in tema di gusto non si può pretendere.
Eppure, dal 1993, Red Panda, uno Stato via l’altro, continua col suo spettacolo nelle arene dell’NBA, al punto che è capitato di sentir definire la sua prestazione “la migliore azione a metà tempo”… Tutti amano Red Panda, è incredibile.
Un ritmo sostenuto: 40- 60 esibizioni a stagione, in giro per gli States. Poi, una pausa forzata di due anni. I suoi genitori arrivano a San Francisco. Suo padre si ammala di tumore e da lì a poco ne muore. È lei che se ne prende cura negli ultimi tempi, è lei che avendo imparato bene l’inglese lo accompagna alle visite. Pensa spesso a lui. È stato così anche quel giorno che è volata a terra, rompendosi un polso. Ma si riprende in fretta. Una vocina interna deve averle detto “non vorrai essere dimenticata…”.
Nel corso della stagione 2015/16, ritorna a impilare le ciotole sul suo capo. Percorre i quattro quadranti dell’arena, la sua personale geometria, e poi dà avvio al suo numero. Lo spettacolo deve continuare signori, si sa. Le ciotole ricadono sempre una dentro l’altra, ed è incredibile quando le vedi, prima allineate sulla sua gamba, una in un verso e una nell’altro, a formare una ciotola chiusa col proprio coperchio; e poi, con un colpo ben calibrato, ciotola e coperchio si dividono e si dispongono tutte in un verso, correndo a impilarsi perfettamente sulla sua testa! Queste immagini in sequenza giuri di averle viste davvero nel film Fantasia di Walt Disney, non in un campo da basket. Il pubblico adora questo esercizio che riesce sempre, applaude.
Poi quella brutta storia all’aeroporto di San Francisco. Inizio 2018, il monociclo è stato ripiegato nelle tre parti che lo compongono per consentirne il trasporto, e inserito nella sacca. Red Panda lo cerca sul nastro trasportatore dei bagagli ma – è inutile – continua a non comparire. Chi l’ha preso? È il suo “bambino”, la accompagna da trent’anni. È disperata, si domanda chi vuole interrompere le sue esibizioni, chi vuole che venga dimenticata e perché. Il suo agente Patrick Figley promette una ricompensa di 2’000 dollari a chi ne fornisca notizia, ma il suo telefono alla Farallon Entertainement di San Francisco non suona.
Il dolore di Red Panda non lascia indifferente i Warriors, che rivogliono per sé e per i suoi abbonati ancora la compagnia semplice e giocosa dell’artista. È sempre di buon auspicio la presenza di Niu: deve continuare. Il pubblico la vuole, il pubblico verrà accontentato. La franchigia si fa carico di sostituire il monociclo rubato. 25’000 dollari di spesa per rivedere le ciotole volanti.
Bisognerà aspettare qualche tempo e lasciar cadere qualche ciotola prima che il nuovo monociclo diventi di nuovo un tutt’uno con l’artista. Cadono le ciotole e cade lei stessa quell’estate, utilizzandone provvisoriamente uno di ripiego. Lei, però, sperimenta sempre l’incredibile affetto e l’apprensione che la circonda.
È impaziente di riavere il suo nuovo strumento di lavoro. È il lieto fine di un film che questa parte di America e Niu stanno aspettando. Fino al 22 ottobre dello scorso anno, quando finalmente il nuovo monociclo è pronto. La cerimonia di consegna si svolge all’Oracle Arena (video sopra). La musichetta sempre uguale riparte, le ciotole riprendono a volare come sempre.
Anche se quello di Red Panda è uno show collaterale al basket, anche se l’intervallo non è che un’attesa, anche se lo spettacolo sul campo da basket per cui siamo svegli la notte è un altro, Red Panda ha reso quel quarto d’ora, in qualche modo, speciale.