Un’anteprima della trade deadline dei Toronto Raptors

Questo contenuto è tratto da un articolo di Coty Wiles per Raptors Republic, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
Per i non appassionati di NBA, il 15 dicembre è solo una domenica a caso a 10 giorni dal Natale. Per gli irriducibili, è l’inizio non ufficiale della trade season. Per chi non lo sapesse, è una delle prime date chiave del calendario NBA 2024/25, in quanto è il primo giorno in cui i giocatori che hanno firmato contratti da free agent nella scorsa stagione diventano negoziabili. Abbiamo già assistito a diversi scambi che sarebbero stati concordati prima ancora di questa data: Thomas Bryant è stato spedito a Indiana e l’ex Raptor Dennis Schroder si è diretto a ovest verso Golden State, secondo quanto riportato da Shams Charania di ESPN. Con l’introduzione di nuove restrizioni commerciali, resta da vedere quanto sarà attiva la Lega da qui alla trade deadline del 6 febbraio, ma è un buon inizio. Ma soprattutto, quanto saranno attivi i Toronto Raptors? Quali sono le possibilità realistiche? Dovrebbero vendere, acquistare o nessuno dei due?
Prima di tutto, le cose noiose: il salary cap. Numeri disgustosi, si sa, ma importanti per valutare la posizione dei Raptors. Il monte salari dei canadesi è attualmente di poco superiore ai 167 milioni di dollari, ovvero al di sopra del tetto salariale ma al di sotto del primo apron di circa 10.5 milioni di dollari. Si tratta di un buon margine di manovra, ma Toronto potrebbe creare ancora più flessibilità rinunciando ai 2.087.519 dollari di Bruno Fernando, il cui contratto non è completamente garantito fino al 10 gennaio, poco meno di un mese prima della scadenza. Detto questo, se la squadra scegliesse di rinunciare a Fernando, potrebbe assorbire circa 12.5 milioni di dollari in qualsiasi scambio, rimanendo al di sotto della tassa (cosa che sicuramente vorrà fare). Ma che tipo di scambi potrebbero interessare Masai Ujiri, Bobby Webster e soci? L’esito meno probabile è che i Raptors vadano a fare shopping e acquistino giocatori impattanti. Sebbene Toronto abbia sicuramente risorse e scelte per mettere insieme pacchetti competitivi, i Raptors stanno lottando contro gli infortuni e si trovano con un record di 7-19, il quarto peggiore dell’NBA. Mentre giocatori come Brandon Ingram, Zach LaVine e Kyle Kuzma sono stati probabilmente resi disponibili, il messaggio dell’organizzazione da prima della stagione è stato di pazienza e crescita interna.
Se non comprano, allora devono vendere, giusto? Beh, sì e no. Sebbene la squadra non venderà sicuramente pezzi in modo così aggressivo come l’anno scorso (Pascal Siakam, OG Anunoby e Schroder), potrebbe comunque esserci qualche movimento. Sebbene sia difficile che i Raptors si separino dalla maggior parte del roster, vista la giovane età e inesperienza diffuse, i cinque giocatori più anziani del roster, Garrett Temple, Kelly Olynyk, Chris Boucher, Bruce Brown Jr. e Jakob Poeltl, potrebbero diventare disponibili, vista la direzione chiaramente intrapresa dai Raptors.

Il 38enne Temple ha più valore per Toronto che per chiunque altro nella Lega. Veterano per eccellenza, è stato apprezzato da quasi tutti gli addetti ai lavori e probabilmente i Raps vorrebbero tenerlo in ogni caso. Anche Poeltl è un giocatore che difficilmente verrà ceduto, ma non per mancanza di interesse. In un anno di carriera, il valore del 29enne è sicuramente cresciuto in qualche misura e Toronto dovrebbe essere in grado di ottenere di più o almeno di recuperare quanto pagato ai San Antonio Spurs due anni fa (Khem Birch, una scelta al primo turno, due scelte al secondo turno). Anche se Poeltl non si adatta necessariamente alla linea temporale dei Raptors, il suo bagaglio di competenze è necessario in quanto non ci sarebbe un altro vero e proprio lungo pronto a giocare tanti minuti nel roster, soprattutto in caso di rinuncia a Fernando. I canadesi Boucher e Olynyk si adattano allo stesso stampo di lunghi veterani da panchina. Il 31enne Boucher sembra suscitare più interesse di Olynyk, visto che è stato in salute per la maggior parte dell’anno, è più giovane e guadagna meno soldi per meno anni. Bisogna sempre essere in due per ballare il tango, e anche se i Raptors fossero motivati a scambiare uno o entrambi, potrebbe non esserci mercato.
Bruce Brown sembra essere il candidato più probabile a essere scambiato tra i veterani. Il 28enne è stato oggetto di voci di mercato fin dal momento in cui è stato acquisito nello scambio Siakam e ha svolto un ruolo fondamentale in una squadra campione. Il problema è che Brown non ha giocato questa stagione dopo essersi sottoposto a un intervento in artroscopia al ginocchio destro a fine settembre e l’anno scorso non è stato particolarmente appariscente a causa di quel ginocchio. Il campione NBA 2023 ha anche un contratto da 23 milioni di dollari e sarà interessante vedere quale sarà il suo mercato, se ci sarà.
Il terzo approccio sarebbe quello di rimanere fermi e/o di migliorare ai margini. Toronto ha fatto gran parte del lavoro la scorsa stagione, quindi una deadline che veda la squadra canadese affittare essenzialmente il proprio cap space per riprendersi alcuni contratti più pesanti in cambio di alcune scelte potrebbe essere la mossa giusta. Nel complesso, un risultato realistico potrebbe essere proprio questo: accollarsi un po’ di cap per acquisire altre Draft picks, scambiando Brown ed eventualmente uno dei lunghi della panchina. Ci sono diverse possibilità per quanto riguarda la trade deadline dei Raptors e qualsiasi cosa accada, in ultima analisi, contribuirà a determinare il modo in cui Toronto finirà l’anno. La squadra si trova nei bassifondi della classifica, è alle prese con una serie di infortuni e sembra intenzionata a ottenere una scelta alta in una classe 2025 molto ricca. Qualunque sia la strada scelta, tuttavia, segnalerà le vere intenzioni dell’organizzazione per il futuro.