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Questo contenuto è tratto da un articolo di Jack Simone per Celtics Blog, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Dopo la vittoria dei Boston Celtics in Gara 3 delle NBA Finals, grazie alla quale si sono portati in vantaggio sul 3-0 nella serie contro i Dallas Mavericks, Derrick White ha parlato del dettaglio di una delle principali filosofie di coach Joe Mazzulla. Il coach nativo del Rhode Island crede che quanto più si è vicini alla vittoria, tanto più si è vicini alla sconfitta, ovvero che le vere complicazioni insorgono quando si giunge sul “precipizio della vittoria”, dovendo compiere il final step. Quando i Mavs hanno recuperato il vantaggio di 21 punti dei Celtics, riducendolo a sole 2 lunghezze di svantaggio nei minuti finali del 4° Quarto, la sua linea di pensiero si è materializzata sul parquet. E D-White ritiene che coach Mazzulla si sia divertito nelle fasi finali della sfida. “È un pazzoide, quindi è probabile.” ha affermato lo stesso White, sorridendo. L’istinto del #3 dei C’s non si sbagliava: nonostante coach Mazzulla fosse deluso dall’aver sprecato il vantaggio accumulato in Gara 3, è riuscito al contempo ad usare la delusione come motivazione. 

“I Mavs hanno messo in pratica una gran scoring run all’inizio del 4° Quarto, e coach Mazzulla è venuto da noi dicendoci: “Grandioso, questo ci renderà più famelici.” Perciò, penso che non si sia neppure concentrato sulla vittoria, ma su quest’aspetto. E penso che sia stato grande. Ci ha mantenuti tutti coi piedi per terra, consapevoli dell’ulteriore lavoro che ancora mancava e manca. Ha indirizzato il tutto in questa prospettiva, ed è stato grandissimo.”

Sam Hauser

Coach Mazzulla mostra dei video di combattimenti di UFC, partite di calcio ed NFL per tradurre il gioco del basket in diversi metodi di comunicazione – ma questo è solo l’aspetto superficiale della sua unicità. I tifosi accorrono ad assistere al Mazzulla mostrato sotto i riflettori – il coach che adora sprecare i vantaggi, si sbarazza dei meriti della sua squadra e onora il fatto che non bisogna dare per scontata la vittoria. 

“Penso che affermi spesso molte cose che la gente di solito non dice, ma al di sotto delle quali risiede un enorme significato. E queste cose hanno avuto effetto sulla nostra squadra.”

Payton Pritchard

Dietro le quinte, coach Mazzulla e le sue citazioni e frasi hanno colpito nel segno, rimanendo impresse nelle menti di tutto l’ambiente. E nonostante rifiuti i complimenti, ha ricevuto altrettanti meriti, continuando a rafforzare il concetto di resilienza della squadra sul parquet – come sottolineato da Derrick White e Sam Hauser.

“Ha vinto il Coach of the Month, ed io ero pieno di congratulazioni nei suoi confronti. Lui mi ha guardato ed ha semplicemente risposto: “Non interessa a nessuno.”

Derrick White

“L’altro giorno ha detto qualcosa come: “In guerra non ci sono falli. O si muore, o niente.” Qualcosa del genere. Ma per quanto mi riguarda, ha avuto molto senso.”

Sam Hauser

Coach Mazzulla trova sempre il modo di trasmettere la sua mentalità alla squadra. Il coach trentacinquenne ha persino invitato agli allenamenti un militare mutilato in guerra e tornato in servizio, per trasmettere ai suoi giocatori l’importanza delle prospettive, comprendere cosa sia importante e cosa non lo sia, ed apprezzare ciò che si ha nella vita mentre essa va avanti. 

“Il primo mutilato delle Special Forces è stato invitato ancor prima che io arrivassi a Boston, ma è tornato varie volte nel corso della stagione. Abbiamo avuto modo di ascoltare le sue parole. Si chiama Nick. Le sue parole mi hanno colpito moltissimo, ed è stato bello poter staccare la mente dal basket ma al contempo trovare un modo per trasmettere la compassione e la gratitudine necessarie, per poter continuare a giocare. Inoltre, ci ha aiutato a comprendere tutto l’amore e l’apprezzamento che si deve avere nei confronti dei nostri fratelli in spogliatoio.”

Xavier Tillman Jr.
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Le stravaganze dello stile di coach Joe Mazzulla nel portare avanti il suo lavoro non conoscono limiti né precedenti. In passato ha utilizzato le orche assassine, giocate di Jaylen Waddle ed altro per preparare al meglio i suoi Boston Celtics per la loro attuale Playoffs-run. Le sue costanti stranezze rendono ancor più ironico il suo primo colloquio con Xavier Tillman Jr. .

“Durante la mia prima conversazione avuta con lui, la cosa che più mi ha colpito è stata sentirmi dire: “Non essere strano.” Ho adorato sentirmelo dire, perché è stato davvero autentico, e mi ha fatto riflettere sul come avrei potuto essere strano. Dal mio punto di vista c’era il fatto che prendessi il basket fin troppo seriamente, e ciò mi ha condizionato a non prendere me stesso sul serio. È stato come se mi avesse comunicato: “Okay, entri e giochi a basket, dai il tuo meglio e sei concentrato, che tu sbagli o metta dentro i canestri, non essere strano.”

Xavier Tillman Jr.

Ogni coach è differente dagli altri. Alcuni utilizzano magistralmente i parametri del gioco, sfruttando ognuna delle loro conoscenze sul campo per dirigere costantemente la squadra. Altri sono più interessati a costruire legami forti all’interno del roster e della squadra, creando un legame che rende i giocatori più forti e vogliosi di affrontare e vincere le sfide per il collettivo. Altri ancora si trovano a metà tra le 2 tipologie appena descritte. Con differenti sfumature ed attitudini. Ma coach Mazzulla non ama stare in mezzo. Adora analizzare i parametri di gioco ed è un gran motivatore, con ogni fibra del suo animo contraddistinti da queste 2 caratteristiche. Ma, cosa ancor più importante, rimane sempre fedele a sé stesso. 

“È davvero sé stesso. Davvero autentico. E noi lo adoriamo. Non prova neppure ad essere qualcun altro, perciò penso che sia per questo che adoriamo il suo lato pazzoide. È diverso dagli altri, ma lo rispettiamo. Inoltre, si può apprendere tantissimo dal suo genio cestistico, soprattutto dalla sua visione delle giocate offensive, dalla scelta delle giocate da mettere in atto e quindi dalla gestione della partita. È il top in tutto ciò. Ho imparato tantissimo da lui, e penso che tutto il roster lo abbia fatto.”

Payton Pritchard