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È dovuto passare qualche giorno dall’inizio della free agency, ma ora i Phoenix Suns hanno messo sotto contratto la backup point-guard di cui tanto avevano bisogno. Dopo essere arrivato alla trade deadline ai Minnesota Timberwolves dai Detroit Pistons, ora Monte Morris cambia di nuovo squadra e vola in Arizona a colmare uno dei bisogni primari dei Suns. Phoenix continua a muoversi con criterio sfruttando le poche risorse a disposizione, dimostrando di aver voglia di invertire la rotta dopo l’ultima stagione ai limiti del disastroso (in relazione al payroll) e vuole costruire un roster funzionale che abbia le carte in regola per puntare il primo storico titolo nella storia della franchigia. I Suns sin dal draft si sono mossi bene, hanno preso Ryan Dunn che era uno dei migliori difensori della classe, aggiunto un buon centro come Ighodaro e ora hanno firmato al minimo Plumlee e Monte Morris, rispettivamente il lungo che serviva e la point-guard di cui necessitavano che potesse giocare in uscita dalla panchina e gestire i possessi quando le stelle tireranno il fiato. Morris, che ha perso la prima parte della passata stagione per infortunio, non sarà infatti uno scorer stratosferico, ma è uno dei migliori playmaker in circolazione, che negli ultimi mesi ha faticato più del previsto a causa di un infortunio che gli ha permesso di rientrare – a minutaggio ridotto – solo da gennaio. La sua fama è legata al rapporto tra assist e turnover di livello elitario, tanto che uno dei suoi soprannomi è Count of Monte Assist/TO: non solo è in vetta alle classifiche legate a questa statistica da quando è entrato in NBA, ma anche in una stagione complicata come quella passata ha chiuso al primissimo posto nella Lega fra i giocatori con minimo 25 partite giocate – 33 gare per lui, con AST/TO ratio di 9.86. Oltre a questo, parliamo anche di un tiratore efficiente, con il 39.1% da tre punti in carriera, che vive soprattutto di conclusioni da dietro l’arco (specialmente l’angolo) e di long mid-range, zona dalla quale può anche crearsi sporadicamente il tiro dal palleggio. Playmaking ed efficienza: insomma, tutto quello di cui i Phoenix Suns avevano bisogno.