Salvate, un’ultima volta, il soldato Melo.

carmelo anthony
FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Dominic Chiappone per The Lead, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.


E alla fine rimasero in pochi.


Solo due giocatori della stellare classe Draft del 2003 sono, tecnicamente, ancora attivi: uno è LeBron James, e direi che non avevamo dubbi viste le sue incredibili prestazioni recenti e non.

L’altro sarebbe un’altra leggenda: parliamo di Carmelo Anthony, anche se per ora, viste le 0 presenze in questa stagione, rimane a 19 stagioni effettivamente giocate.

Ciò non significa, però, che Melo non sia più in grado di giocareancora un po’ nella Lega:

Tante realtà, quest’anno, fluttuano attorno a un record pari: sono infatti ben 18 le squadre tra le 23 e le 30 vittorie finora, formando dunque un ammasso in cui uno o due successi consecutivi possono smuovere non poco le posizioni in classifica. 

Le franchigie meglio posizionate, quelle che oggi sembrano più in corsa per la vittoria finale, potrebbero però vedere in Melo un’arma che, dopo più di 1300 partite giocate in Regular Season, potrebbe offrire qualche aiuto prezioso.

L’ultima volta che abbiamo visto Anthony in campo è stata verso la fine della scorsa stagione, in una deludente stagione con i Los Angeles Lakers. Lui ha fornito comunque un discreto aiuto, con 13.3 punti a partita e il 38% da 3 punti in 26 minuti di media. 

Le prestazioni del 10 volte All-Star, ovviamente, non sono state lontanamente vicine al Melo di tanti anni fa. Alla fine, Padre Tempo vince sempre (o quasi, vero Bron?).

Chiediamo troppo, in ogni caso, se vogliamo vederlo un’ultima stagione per cercare il tanto agognato anello? Forse no.

Dopo il 2016/17, la carriera di Melo è iniziata ad accelerare verso il declino: è iniziato a Oklahoma City con Russell Westbrook e Paul George, per poi accompagnarlo ad Atlanta (pur con soli 11 giorni di permanenza prima del taglio, con 0 presenze), Houston, Portland e L.A.

Ma la sua produzione, con 14 punti di media e il 39% dall’arco in 196 partite di questi anni, non è comunque meritevole di questo disinteresse generale. Anthony può e deve fornire aiuto a squadre a cui manca qualcosa al tiro, e non solo.

Le possibili destinazioni per Melo

Denver appare un’opzione intrigante: veder giocare Anthony assieme al miglior centro passatore della storia sarebbe decisamente allettante. I Nuggets sono già primi per 3P% in stagione, col 39.8%, ma penultimi per tentativi – con 30.6 a gara, dietro solo ai Chicago Bulls – e con solo 5 giocatori a prendersi almeno 5 triple a serata.

Anthony risolverebbe questo problema di volume, probabilmente senza nemmeno peggiorare – anzi, con buone chance di migliorarla ancora – l’efficienza.

Altre squadre specialiste sul lato difensivo, come o Miami Heat e i Toronto Raptors, hanno difficoltà al tiro, e “nascondendo” Melo potrebbero beneficiare di un suo arrivo. Anche New York e i Lakers rientrerebbero in questa categoria, ma non credo che un suo ritorno darebbe così gradito.

I Dallas Mavericks e i Phoenix Suns restano altre opzioni intriganti vista la loro mancanza di profondità e il loro desiderio di ottenere qualcosa di più offensivamente. Entrambe le squadre non raggiungono il 15esimo posto per punti segnati. 

Boston, comunque, rimane l’opzione più affascinante. I Celtics sembrano chiaramente la squadra da battere finora, e se Melo sta davvero cercando qualcuno che lo aiuti a mettersi l’anello al dito allora potrebbe trovare il ruolo perfetto proprio in Massachusetts come prezioso aiuto dalla panchina. 

Parliamo di un giocatore che è stato un grandissimo scorer, al nono posto della all-time scoring list e a poco più di 300 punti di distanza da Shaquille O’Neal. E giocare per – quasi – 20 anni in NBA non è affatto roba da poco. 

La vera domanda è: qualcuno gli darà davvero una chance? Le contender e Melo hanno in comune una cosa: vincere. Dunque… perché no?