Ospite nel podcast di Draymond Green, Steve Kerr ha parlato del fattore che fa dei Miami Heat una squadra speciale

Incredibile ma vero, i Miami Heat sono a tre vittorie di distanza dal fare la storia, vincendo un titolo che nessuno avrebbe mai pronosticato all’inizio dei Playoffs. E se sono arrivati fino a questo punto, gran parte del merito va alla cosiddetta “Heat Culture”.

Jimmy Butler e Bam Adebayo hanno fatto la differenza, senza dubbio, ma è il collettivo che ha permesso l’impossibile, E il collettivo passa attraverso role player che escono e rientrano dalla rotazione, come Duncan Robinson e Caleb Martin, ottengono un ruolo più o meno importante a seconda della partita e sanno comunque adattarsi.

La macchina perfetta costruita da Pat Riley e coach Erik Spoelstra incarna tutti i valori di cui dovrebbe essere dotata una squadra.


A descrivere perfettamente la forza degli Heat ci ha pensato Steve Kerr, che è spesso riuscito a costruire qualcosa di simile nei Golden State Warriors delle passate stagioni, ospite nel podcast di Draymond Green:

È una cosa che costruisci lungo tutta la stagione con la squadra. Il messaggio è: chiunque sia in un buon momento gioca. I giocatori devono essere abbastanza connessi non solo da capirlo ma anche da crederci.

Caleb Martin è stato la stella nella serie contro i Celtics, in questa serie è stato a malapena un fattore, non ha giocato molto. Nessuno dei giocatori di Miami pensa “oh, non ho giocato abbastanza”, pensano solamente a vincere.

Ed è stato così anche per noi in passato. Quando hai una mentalità da titolo, ogni singolo giocatore è concentrato solamente sulla vittoria, nessun giocatore torna nello spogliatoio pensando al suo minutaggio, vogliono solamente vincere.

Il bello di trovare quella magia in una squadra da titolo è che le decisioni dell’allenatore diventano molto più facili