Nessuno, o quasi, avrebbe pensato dopo Gara 4 che la serie tra Rockets e Warriors si sarebbe decisa in Gara 7. Eppure eccoci qua, dopo due partite dominate da Houston, a commentare l’ultimo episodio di una serie a due facce.

Come è cambiata da Gara 4 in poi? Si può parlare di complicati aspetti tattici e di slancio psicologico, ma tutto dipende da un fattore molto più semplice: le percentuali al tiro.

E non è una sorpresa. Alla vigilia della serie, nella nostra tradizionale preview, ne avevamo parlato così:

Nessuna delle due squadre ha tra le proprie migliori qualità le spaziature, ed entrambe hanno giocatori facilmente battezzabili dalle difese. Da una parte troviamo Dillon Brooks, Amen Thompson e Tari Eason, dall’altra Draymond Green, Jimmy Butler, Gary Payton II e Jonathan Kuminga (se giocherà).

Entrambe le difese affolleranno il pitturato, e tutti i giocatori sopracitati avranno autostrade di spazio per tirare sugli scarichi.

Nelle prime tre partite i Rockets hanno tirato poco e male da 3, con 32 canestri su 97 tentativi (32.9%), e hanno tirato malissimo ai liberi: 60 su 95 (63%) nelle prime quattro partite. Con qualche tripla e soprattutto qualche libero segnato in più, probabilmente non sarebbero andati sotto 3-1.

In compenso, da Gara 4 in poi hanno segnato ben 36 triple su 83 tentativi, 43%. Fred VanVleet si è magicamente trasformato nel miglior tiratore della storia, con un maestoso 18 su 27 da 3 nelle ultime 3 partite. Ed ecco che Houston, Jimmy Butler o non Jimmy Butler, ha cambiato la serie, sfiorando la vittoria in Gara 4 e dominando Gara 5 e 6.

La qualità dei tiri è la stessa, è solo il risultato a cambiare.

La zona dei Rockets sfrutta le percentuali dei Warriors

Il fattore tattico che ha cambiato le carte in tavola per Houston è stato sicuramente il quintetto a due lunghi, con Steven Adams a dominare il pitturato sia a rimbalzo offensivo che nella protezione del ferro in difesa. Con lui in campo i Rockets hanno +53 di plus/minus, senza di lui -39.

La tattica difensiva scelta da Udoka per non dare il doppio lungo in pasto a Curry a 10 metri dal canestro è una zona molto “flessibile”, in grado poi di passare ad una difesa a uomo negli ultimi secondi dei possessi. La presenza di due lunghi ha messo più in difficoltà lo stesso Butler, che non riesce ad attaccare il ferro come vorrebbe.

Ma la zona è possibile solamente perché molti giocatori messi in campo da Steve Kerr rifiutano o sbagliano diversi tiri aperti. Draymond Green e Gary Payton Jr sono cattivi tiratori, Buddy Hield può segnare 6 triple come 0 (e spesso lo paghi in difesa), mentre Brandin Podziemski e Moses Moody vanno a momenti, ma quando non sono in piena fiducia ci pensano due volte prima di tirare. Il risultato è un attacco prevedibile, che si è totalmente bloccato per tutto il quarto periodo di Gara 6.

La soluzione per battere la zona in Gara 7, dunque, non è particolarmente complicata: si tratta di segnare i tiri aperti che concede ai compagni di Curry e Butler.

Gara 7 sarà il ‘make or miss game’ per eccellenza

Quando tutto dipende da una partita sola, i valori sulla carta lasciano il tempo che trovano.

Fred VanVleet rimarrà caldo? Jalen Green si troverà per le mani una di quelle serate in cui tutto quello che tocca diventa oro? In questo caso vinceranno i Rockets.

Stephen Curry tornerà a giocare al ritmo di Gara 3? Podziemski e Moody sfrutteranno gli spazi a loro concessi fin da subito? Allora sarà Golden State a spuntarla.

Non c’è nulla di scontato, e nulla che le due squadre possano controllare razionalmente. La migliore premessa possibile per una Gara 7.