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Questo contenuto è tratto da un articolo di Teru Ikeda per Raptors Republic, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Cercando su Google il Mito di Sisifo stando alla Mitologia greca: “Non esiste punizione più cruenta che il lavoro inutile ed insensato”. Sisifo, infatti, era stato relegato nel Tartaro dalle divinità del Monte Olimpo, costretto a far rotolare un’enorme masso lungo il pendio di una montagna, per poi vederlo scendere giù lungo l’altro versante una volta raggiunta la cima, dovendo ricominciare tutto il lavoro da capo. 


Ai Toronto Raptors rimangono in calendario meno di 25 partite di Regular Season, con ogni possibile speranza sui Playoffs tramontata. Le residue sfide saranno utili, perciò, per costruire il futuro della franchigia, potendo valutare al meglio i giocatori in vista della prossima Free Agency e del mercato estivo. La nota positiva è che i Raptors hanno sempre mantenuto un’attitudine mirata sempre a raggiungere il massimo, anche con aspettative stagionali ridimensionate. Ma al momento, la giovane famiglia composta attorno a Scottie Barnes ha perso il suo “fratello maggiore” per infortunio, lasciandola apparentemente senza un leader tecnico-tattico. A chi spetta lo scettro della leadership in campo: RJ Barrett o Immanuel Quickley? (QUI abbiamo analizzato i progressi effettuati da Quickely dal suo arrivo in Canada).

Una delle opzioni, seppur non la migliore, rimane il tanking – che per molti equivarrebbe al suicidio sportivo. Giunti a questo punto della Regular Season, e viste le condizioni e la conta degli uomini a disposizione di coach Darko Rajakovic, l’opzione migliore sarebbe quella di continuare a giocare come se si stesse lottando ancora per raggiungere un obiettivo. Anche se ciò dovesse essere sinonimo di riportare il basket in sporche viuzze fatte di giocate al limite, vittorie al cardiopalma e diverse sconfitte. Tuttavia, sarebbe sempre meglio provare a competere piuttosto che alzare bandiera bianca nella speranza di un futuro ancor più florido. 

Sviluppare ed evolvere l’attuale roster nelle rimanenti partite dell’attuale stagione potrebbe forse valere il sacrificio di una scelta tra le prime sei del Draft 2024. Ciò porta a porre un velo di dubbio sulla composizione del roster di We The North del futuro. Chi ne farà ancora parte? Dando per scontato l’infortunato Barnes, certamente Barrett e Gradey Dick, probabilmente IQ. Forse Jakob Poeltl, mentre sono poche le probabilità che Bruce Brown rimanga. Dopo aver licenziato coach Nick Nurse, è altamente probabile che venga confermata la fiducia nel giovane coach serbo, Darko Rajakovic. Il quale, dal canto suo, pur non avendo ereditato un roster tecnicamente eccellente, non ha mai dimostrato di voler rinunciare a dare ai suoi ragazzi un’attitudine competitiva per tutto il corso della stagione. E non sembra aver intenzione di smettere. 

Con il principale sviluppatore di gioco out a tempo indeterminato, va valutata la possibilità di RJ Barrett di convertire i Pick&Roll in giocate efficaci per la squadra. In aggiunta, ci sarà occasione per valutare l’abilità di Quickley nel creare i blocchi in favore dell’ex compagno ai Knicks. Inoltre, è probabile che aumenti la scelta di attuare giocate in Pick&Pop in combo tra Barrett e Kelly Olynyk – come visto di recente contro gli Indiana Pacers, e che potrebbe anche essere una preview di quanto Team Canada potrà mostrare alle Olimpiadi di Parigi 2024. L’esecuzione efficace delle giocate sopracitate dipende anche dall’efficacia di Gradey Dick da oltre l’arco, così come Gary Trent Jr, Ochai Agbaji e Jordan Nwora. Trent non ha ben figurato di recente contro i Golden State Warriors, con percentuali del 31% dal perimetro dopo l’All-Star Break – tuttavia aveva tirato col 38% dalla stessa mattonella nel mese di febbraio e col 50% in quello di gennaio. Agbaji contribuisce al momento con il 30% con il tiro da 3 punti, mentre Nwora sta performando con il 36% su almeno 2 tentativi a partita. 

Attuare il tanking è sempre difficile di fronte ai propri tifosi. Sono rimaste ancora 11 partite alla Scotiabank Arena per i Raptors, con la speranza di poter migliorare l’attuale record di vittorie, seppur contro avversari non sempre abbordabili – le prossime sfide in calendario prevedono di condividere il parquet con Portland Trail Blazers e Detroit Pistons, ma anche con Phoenix Suns e Denver Nuggets. Queste quattro sfide esterne anticiperanno le altrettante casalinghe contro Brooklyn Nets, New York Knicks, Philadelphia 76ers e Los Angeles Lakers. Le partite maggiormente alla portata degli uomini di coach Rajakovic nella fase finale di Regular Season sono quelle contro Charlotte Hornets, Portland e Detroit, in aggiunta al doppio scontro con Nets e Washington Wizards. 

Attualmente, pochi in NBA godono della fiducia che ha Scottie Barnes a Toronto. Il resto del roster canadese è composto per lo più da giovani in rampa di lancio, che devono ancora dimostrare il loro valore e la loro importanza all’interno della squadra. Dick sta continuando ad annoverare progressi significativi, DJ Carton è legato ai Raptors da un two-way-contract, come Javon Freeman-Liberty; Porter dovrebbe tornare in roster come terzo centro di supporto, mentre Markquis Nowell sta ancora pazientando prima di poter rimettere piede su un parquet NBA. E c’è tanto lavoro da fare su questo gruppo ancora acerbo. I giocatori possono trovare motivazione nella loro professionalità e voglia di rispettare il contratto, ma anche nelle aspirazioni di prender parte ai Giochi Olimpici con le rispettive nazionali. Ma sarà difficile da obiettare il disappunto dei tifosi in occasione, ad esempio, di blocchi eseguiti male per carenza di motivazioni. Ed ecco perché sarà facile commentare a caldo, puntare il dito e tirare fuori discussioni più o meno valide.

In generale, sembrerebbe lecito aspettarsi qualcosa in più da Immanuel Quickley, ma non da RJ Barrett, dati i suoi recenti problemi al ginocchio. Infatti, è possibile che lo staff medico preferisca rimanere prudente, poiché la sua integrità fisica a lungo termine conta molto più che averlo in campo per gli ultimi impegni di una stagione mediocre. Prima dell’infortunio, Barnes stava viaggiando ad ottime medie: 21 punti in una tripla-doppia contro Indiana, senza però aver colpito da oltre l’arco, 19 contro i Dallas Mavericks, rimanendo ancora a secco dal perimetro, e infine 10 punti contro i Warriors, con due triple all’attivo prima di dover abbandonare il campo. Nelle stesse sfide RJ Barrett ha messo a referto 24, 26 e 23 punti, mentre IQ ha messo a referto 3, 5 ed altre 3 triple contro Indiana, Dallas e Golden State. Da queste partite, più che il risultato, vanno analizzate le risposte positive messe in pratica in alcuni frangenti. 

Il motto della Stagione 2023/24 potrebbe essere, a questo punto, “nonostante le sconfitte, non tutto è perduto“. Il problema più grande, nonché colpo di grazia definitivo per ogni speranza di poter raggiungere i Playoffs, è stato rappresentato dall’infortunio alla mano sinistra patito da Scottie Barnes. Ma ci sono ancora diversi aspetti positivi per cui poter guardare ancora con fiducia al futuro. Barrett sta rendendo oltre le aspettative, mentre Quickley si sta lentamente trasformando in una guardia elitaria. Dick si sta dimostrando un rookie affidabile, come altrettanto solidi si sono rivelati i lunghi veterani Poeltl e Olynyk. A coach Darko Rajakovic non rimane che perseverare lungo i suoi dettami tecnici, provando a motivare i suoi uomini negli ultimi impegni stagionali, ma soprattutto in vista delle stagioni future.