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Questo contenuto è tratto da un articolo di John Voita per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


I Phoenix Suns si apprestano a iniziare la Stagione 2024/25 e nel farlo hanno constatato la presenza di volti nuovi all’interno dello spogliatoio. Uno di questi è Monte Morris, di cui verrà analizzato in quest’articolo il profilo del giocatore, offrendo dettagli sul suo stile di gioco. Verrà effettuata un’analisi delle sue performance nella passata stagione, focalizzando su periodo ed aree in cui ha evidenziato miglioramenti, facendo il punto sulle sue skill, la sua esperienza ed il ruolo con cui offrirà il suo contributo alle aspirazioni al Titolo NBA dei Phoenix Suns. Dopo tutto, sia veterani che rookie hanno un ruolo unico e personale all’interno del roster, che definirà il futuro prossimo della franchigia. 


Addirittura prima che i Suns mettessero sotto contratto Tyus Jones, la dirigenza aveva già messo a punto una mossa per correggere una delle principali lacune della scorsa stagione: il playmaking. La franchigia dell’Arizona ha infatti accolto una delle poche point guard di livello disponibili in Free Agency, ovvero Monte Morris. La point guard, cresciuta a Flint nel Michigan, e studente alla Iowa State University, non è mai stata tra i nomi papabili del mercato, e neppure tra gli scout. Sulla Top 100 Prospects di ESPN si è qualificato 84°. Dopo esser stato nominato nel First Team All-Big 12 nel 2017 – e dopo 2 nomine nel Second Team All-Big 12 – ha fatto parte del Draft 2017. Scelto alla #51 dai Denver Nuggets, Morris ha trascorso 5 stagioni nella Mile High City. Durante il suo anno da sophomore, con una media di 10.4 punti e 3.6 assist in 76 partite in uscita dalla panchina, si è qualificato 9° nella classfica valida ad assegnare il premio Sixth Man of the Year. Nell’estate del 2022 è stato scambiato, finendo ai Washington Wizards, e l’anno dopo ai Detroit Pistons. Dopo esser sceso in campo solo 6 volte con la canotta dei Pistons è stato scambiato nuovamente, giungendo ai Minnesota Timberwolves. Monte, avendo già appurato sulla propria pelle le complessità della Unrestricted Free Agency, ha valutato bene le opzioni sul tavolo, prima di firmare con i Phoenix Suns lo scorso luglio. La decisione è stata influenzata non solo dalle aspirazioni al Titolo NBA della franchigia dell’Arizona, ma anche dall’opportunità di avere un ruolo centrale all’interno del roster, in linea con le prospettive del giocatore riguardo la sua carriera. L’affare ha segnato un nuovo capitolo, colmo di promesse ed aspettative, per cui Morris è pronto a contribuire alla causa attraverso la sua esperienza da veterano, provando a raggiungere qualcosa di speciale.

Recap della Stagione 2023/24

La Stagione 2023/24 è stata abbastanza dura per Monte Morris: la situazione, non rosea sin dall’inizio, è stata aggravata da infortuni. Ha subìto uno stiramento al quadricipite della gamba destra ad inizio stagione, quando ancora indossava la maglia dei Detroit Pistons, che lo ha tenuto fuori causa per la prima parte dell’annata. Il suo arrivo a Detroit aveva generato frenesia ed eccitamento tra i tifosi, rappresentando un solido veterano che avrebbe dato stabilità nelle rotazioni delle guardie, che includeva già Cade Cunningham e Killian Hayes. “Sarà utile avere una risorsa offensiva tanto valida, in grado di condurre e dirigere la squadra e gestire qualsiasi pallone gli arrivi tra le mani.”, parole di Sean Corp su Detroit Bad Boys. Dopo sole 6 sfide con i Pistons – in cui Morris ha avuto una media di 11.3 minuti d’impiego, 4.5 punti, 2 rimbalzi e 1.3 assist – è stato scambiato con i Timberwolves, passando da una delle peggiori squadre in NBA a una delle migliori. L’arrivo di Morris a Minneapolis ha avuto un solo obiettivo: rafforzare le rotazioni nel ruolo di point guard al fianco del veterano Mike Conley. Ha abbracciato appieno il ruolo e con risultati apprezzabili, apportando la solidità di cui i T-Wolves avevano bisogno. Nel corso di 27 partite, Monte ha rappresentato l’epitome dell’affidabilità, totalizzando 5.1 punti e 2.3 assist a partita e mantenendo un impeccabile controllo di palla. In 15.1 minuti a gara ha mantenuto una media di solo 0.2 turnover. Parlando di cifre, ha disputato 408 minuti sul parquet, commettendo solo 5 turnover. Cinque. E quando sono giunti i Playoffs, in 9 apparizioni con la canotta dei Minnesota Timberwolves, il conto delle palle perse è rimasto fermo a 0.

Arrivo ai Phoenix Suns

Monte Morris ha firmato un contratto annuale alle cifre previste dal minimum veteran con i Phoenix Suns – il che vuol dire che guadagnerà dai Suns $2.1 milioni. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, non si ottiene il nickname The Count of Monte Assist/TO senza meritarlo. Monte è un affidabile assist-man, che in carriera ha messo a referto una proporzione di 5.04 a 1 assist-per-turnover. Le brutte prestazioni durante le serate storte sono spesso dettate dal fatto che il pallone non vada dentro, ma difficilmente si vedrà Morris commettere errori per giocate testarde o forzando tiri difficili. Sembrerebbe quasi quell’amico che gioca sempre bene con gli altri, confondendosi al meglio tra i migliori, che riesce a metter dentro incredibili tiri dal mid-range quando la difesa è in difficoltà. Non ci si deve aspettare che cerchi spesso la propria via per il canestro o che costruisca le sue occasioni da sé con frequenza. Di tanto in tanto, comunque, prova ad attaccare il ferro in drive, costringendo la difesa a mantenere sempre alta l’attenzione. Morris tratta la palla come un prezioso artefatto, non lasciandola mai scappare dalle sue mani. Non scende in campo per essere l’attore protagonista: il suo operato è volto a rendere ancor più brillanti le star, mantenendo la trama essenziale con il massimo dell’efficienza. Per quanto riguarda la fase difensiva non viene di certo aiutato dalla sua stazza – e lui non si applica troppo per compensare con l’intensità difensiva. Quest’aspetto potrebbe far suonare qualche campanello d’allarme, specie in ottica Playoffs. Ma qualcuno in grado di svolgere il ruolo di backup point guard – o addirittura di 2° scelta nelle rotazioni – è esattamente ciò che i Phoenix Suns stavano cercando. Gran parte della produttività di Morris sarà volta allo stato di salute dei suoi compagni di squadra. Potrebbe non essere impiegato spesso, e questo sarebbe un buon segno in generale. Anche perché è giunto in Arizona con un contratto di 1 solo anno, nella speranza di trovare conferma in futuro e di vincere il Titolo NBA. Se i Suns saranno in buona forma nella Stagione 2024/25, Morris farà costantemente parte della second unit. Ma in molti si aspettano che Phoenix non navigherà a gonfie vele. Morris avrà comunque le sue chance – e di solito, quando le riceve, risulta un giocatore solido e affidabile. Eviterà di perder palla e condurrà le offensive in modo appropriato. Potrà causare qualche borbottio, specie se dovesse tornare in salute, con i “Fedelissimi di Morris” ad invadere la città e il web. Potrebbe esserci persino qualcuno a chiedere maggior impiego per lui, al ritmo di tamburi. E potrebbe essere un buon problema da dover gestire per coach Mike Budenholzer. Sulla carta, se le cose andassero perfettamente, ecco alcuni numeri a previsione della Stagione 2024/25 di Monte Morris: 59 presenze, 5.2 punti, 3.5 assist e 0.3 turnover, con percentuali del 46% dal campo, del 38% dal perimetro e dell’81% dalla lunetta. Per concludere, sono in molti ad attendere con ansia il debutto di Monte Morris con la canotta dei Phoenix Suns. Morris è esattamente quell’innesto giunto lontano dalle luci dei riflettori che può apportare anche 2-3 vittorie stagionali in più alla franchigia nel corso dell’anno. In un’iper-competitiva Western Conference, in cui ogni vittoria può valere una posizione in classifica, ciò potrebbe voler dire balzare dal 6° al 4° o 3° posto. Potrebbe essere l’innesto che non genera titoloni mediatici, ma che ha un profondo impatto su ciò che conta davvero.