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Ormai è tradizione, per la terza volta in cinque edizioni i Dallas Mavericks di Luka Doncic dovranno affrontare al primo turno dei Playoffs i Los Angeles Clippers di Kawhi Leonard e Paul George (e stavolta anche James Harden), in quella che sulla carta è una delle serie più entusiasmanti di questo primo turno.

Cosa è cambiato

Kristaps Porzingis, Dorian Finney-Smith, Trey Burke, Boban Marjanovic, Seth Curry, Marcus Morris, Montrezl Harrell, Pat Beverley, Robert Covington, Reggie Jackson e potremmo andare avanti ancora per qualche riga con i nomi di giocatori che hanno registrato minuti in campo nelle scorse edizioni di questo matchup, anzi probabilmente è più semplice elencare cosa non è cambiato: Luka Doncic, TIm Hardaway Jr., Dwight Powell e Maxi Kleber da una parte; Kawhi Leonard, Paul George, Terance Mann, Ivica Zubac, Amir Coffey e Tyron Lue. Oltre ai nomi appena citati è rimasto ben poco anche a livello di campo, con notevoli differenze presenti già solo nel confronto con il primo incontro disputato tra le due squadre questa stagione a inizio novembre, poco dopo la trade che ha portato Harden a Los Angeles e con gli stessi Clippers, che facevano partire ancora Westbrook nel quintetto iniziale. Inoltre, lato Dallas, oltre a Kyrie Irving, arrivato la scorsa stagione, lo starting 5 includeva ancora Dereck Lively II ma soprattutto Grant Williams. Purtroppo anche le altre due partite disputate questa stagione non ci sono particolarmente utili visto che sono entrambe state giocate prima della trade deadline di Febbraio, spartiacque per la stagione della squadra texana.

Dallas Mavericks

La stagione dei Mavs è essenzialmente divisa in due parti: c’è una Dallas pre-deadline e un’altra post.deadline. Fino al 7 di febbraio i numeri sprizzano mediocrità da tutti i pori: 11esimo attacco e 21esima difesa con un net reting a malapena positivo (0.4, 16o nella lega), e una squadra che fatica a ingranare – visti anche e soprattutto i molti infortuni, tra cui quelli a Kyrie Irving e Dereck Lively in particolare – trascinata da prestazioni irreali di un Luka Doncic che tiene medie di 37.5 punti 8.9 rimbalzi e 11.1 assist a dicembre e 37.1 punti 9.2 rimbalzi e 10.4 assist a gennaio, con una partita da 73 punti nel mezzo. Poi però il 5 Febbraio torna Irving e poco dopo arrivano PJ Washington Jr. e Daniel Gafford da trade che mandano Grant Williams, Seth Curry e Richaun Holmes a Charlotte e Washington. Da lì in poi la musica cambia: 22-8 di record nelle ultime 30, secondo miglior net rating (8.2, dietro solo a Boston), con il quarto miglior attacco ma soprattutto la quinta miglior difesa.


E dalla difesa bisogna partire, perché i Mavericks sono una squadra rivoluzionata in quello prima di tutto. L’arrivo di Daniel Gafford ha permesso di avere una sembianza di rim protection per buona parte dei 48 minuti, con l’ex Wizard che, quando non è in campo, lascia spazio a un Dereck Lively che non deve più portarsi sulle spalle la responsabilità di essere l’unico capace di proteggere il ferro con efficacia, permettendogli di giocare più libero. Ma se l’apporto di Gafford su quel lato era quasi prevedibile, ciò che ha sorpreso anche i più ottimisti è stato l’impatto di PJ Washington: con lui in campo i Mavs concedono 5 punti per 100 possessi in meno agli avversari, dato che si colloca nell’86o percentile.

Los Angeles Clippers

La stagione della squadra californiana inizia il 31 ottobre, quando, dopo un’estate intera di rumors vari e serate passate davanti al pc per inventarsi i più svalvolati scambi nelle trade machine, arriva James Harden da Philadelphia. Questa trade ha rivoluzionato i Clippers, cambiandone fondamentalmente l’identità da una squadra composta principalmente da ali duttili a un vero e proprio “Big Three” dove tutto gira e dipende dalle tre stelle. Questo approccio per un po’ è sembrato funzionare, portando ad un filotto di 23 vittorie in sole 28 partite, in cui i Clippers sembravano poter essere una delle favorite al titolo: primi per net rating (11.6), con il miglior attacco e la decima miglior difesa, sospinti soprattutto da un tiro da 3 che entrava il 42.4% (dato migliore della lega), a dimostrazione del potenziale balistico della squadra. Cifre che però non hanno trovato riscontro nei due mesi e poco più successivi, dove vari infortuni, tra cui soprattutto quello di Zubac, hanno messo a nudo parte della mancanza di profondità del roster e una naturale normalizzazione delle percentuali al tiro. Tutto ciò ha portato a un ben meno notevole record di 20 vittorie a fonte di 16 sconfitte, con la difesa che ne ha risentito maggiormente, crollando al 23o peggior dato nella lega in quel periodo. Parte di questo potrebbe essere dovuto anche alla fatica accumulata in un’annata in cui sia Leonard, sia Paul George e Harden hanno registrato di gran lunga il massimo di minuti totali giocati nelle ultime stagioni, con rispettivamente 2330, 2502 e 2470.

Le chiavi tattiche

Partiamo proprio dalla salute di Kawhi Leonard, che sembra ormai destinato a saltare almeno Gara 1 ma che dovrebbe rientrare durante la serie. È presto detto che, senza un Leonard in salute, la serie potrebbe prendere tutta un’altra direzione, rendendo la vita più facile ai Mavs su entrambi i lati del campo. Per non lasciare nulla al caso, però, partiremo analizzando le chiavi della serie con un Kawhi relativamente sano in mente.

Detto ciò, c’è una domanda in particolare che mi ronza in testa da giorni: quale allenatore dovrà adattare le proprie lineup all’altro?
Qui il vantaggio è probabilmente a favore della versatilità dei Mavericks, che si possono permettere svariate soluzioni, specialmente nel frontcourt, dove si possono giocare sia quintetti small ball con Maxi Kleber o PJ Washington da 5, creando spazio in attacco e garantendo switchabilità in difesa senza compromettere la protezione del pitturato, sia quintetti più classici con un lungo rim roller ad ancorare il pitturato.

Lato Clippers invece la scelta è meno equilibrata: dopo aver perso buona parte dei role player che rendevano letale la small ball nella trade Harden, i losangelini hanno dovuto fare affidamento su Ivica Zubac. Nello specifico, la difesa è 4.2 punti per 100 possessi meglio con lui in campo a fare da ancora, mentre offensivamente garantisce un rollante di livello nel pick&roll, soprattutto per il sopracitato Harden. In generale, la lineup composta dal lungo croato, le tre stelle e Mann è di gran lunga la più utilizzata in stagione e registra un differenziale di 11.5 punti per 100 possessi. Dall’altra parte però sappiamo tutti come va solitamente quando Doncic vede la possibilità di attaccare il mismatch con un lungo e/o attaccarne uno in drop coverage, e se a questo aggiungiamo l’abilità di Kyrie nel tiro dal palleggio, diventa chiaro come sia una scelta complicata per Ty Lue.

Inoltre, la small ball è sì efficace, viste le peripezie che hanno incontrato i Mavs contro squadre ben spaziate, ma rischia di concedere troppa size a una squadra che si è fatta grossa e atletica dalla trade deadline. Molto dello schema difensivo di Dallas si basa infatti sul chiudere il più possibile il pitturato, spesso mettendo il lungo sul peggior tiratore avversario in modo da poter giocare in roaming e aiutare al ferro. Ciò è sembrato funzionare in regular season, dove i Mavs che hanno registrato il miglior dato della lega per percentuali concesse al ferro dalla trade deadline, ma questa strategia ha un chiaro punto debole contro i quintetti senza tiratori inaffidabili come quello che possono schierare i californiani. Difensivamente però, come detto prima, questo quintetto rischia di essere messo sotto dalla taglia dei Mavericks che, tra Gafford, Lively, PJ Washington e Jones Jr., hanno tutte le carte in regola per mettere sotto i più piccoli losangelini. Ma se Gafford e Lively rischiano di soffrire le spaziature, non si può dire lo stesso per le lineup che vedono Maxi Kleber e PJ Washington in campo insieme come unici “lunghi”: tali quintetti registrano ben 18.8 (!!!) di net rating in 221 minuti. Queste lineup torneranno molto utili e saranno probabilmente le più utilizzate per via della versatilità che garantiscono.

Da questa analisi potrebbe trasparire un netto vantaggio dei Mavericks, ma c’è un grande elemento a frenare l’entusiasmo dei fan di Dallas e che probabilmente i Clippers cercheranno di sfruttare ed estremizzare: le percentuali al tiro dei role player di Dallas. Al di fuori di Doncic, Irving e Tim Hardaway Jr., quali sono gli altri giocatori che verranno rispettati dalle difese? La risposta è probabilmente quasi nessuno e, visto il genio delle due stelle dei Mavs, è realistico attendersi che ci saranno svariate occasioni in cui i loro gregari si troveranno liberi sul perimetro dopo che la difesa dei Clippers avrà mandato giocatori in aiuto sulle penetrazioni. Se riusciranno a mettere abbastanza triple da costringere la difesa ad avvicinarsi anche solo uno o due passi, allora Luka e Kyrie avranno vita molto più facile e le possibilità di vittoria della franchigia texana aumenteranno notevolmente.