In Gara 1 delle NBA Finals i Denver Nuggets hanno neutralizzato i Miami Heat. Come evitare un pesante bis?

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FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Barry Jackson per Miami Herald, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.


I Miami Heat, in Gara 1 delle NBA Finals contro i Denver Nuggets, non hanno punito l’avversario col tiro da fuori come accaduto contro i Boston Celtics. Non solo: Jimmy Butler è apparso molto meno impattante a livello offensivo e Nikola Jokic, ancora una volta, è stato superbo. 


La partita si è indirizzata verso la strada peggiore fin dall’inizio per Miami, in perenne svantaggio fin da subito e sempre in difficoltà dall’arco: un deludente 7 su 27 da 3 nei primi tre quarti (al termine dei quali Denver guidava di 21 punti) e un 13 su 39 finale, figlio del vano miglioramento nel quarto periodo (e nel garbage time).

Duncan Robinson, tra le tante, è stata la grande delusione sotto quieto aspetto: il suo 44.6% da fuori fino a ieri ai Playoffs non si è fatto sentire, con la guardia che ha segnato un solo dei suoi tentativi da 3 punti. In più, tante volte si è trattato di conclusioni piuttosto libere, come evidenziato anche da coach Erik Spoelstra:

“In diverse occasioni abbiamo tirato liberi da 3”.

(Erik Spoelstra)

Gabe Vincent (19 con 5/10 da 3), Kyle Lowry (11 e 3/6) e Haywood Highsmith (18 e 2/4) hanno portato avanti il carro, così come Bam Adebayo (26 punti, suo massimo in questi Playoffs), ma non è stato abbastanza.

Innanzitutto, per avere chance di vittoria, Miami deve tirare meglio, come accaduto contro Boston (medie del 43.4%) o Milwaukee (45%). Ieri, è sembrata più una prestazione come quelle che abbiamo osservato in Regular Season (34.4%) o contro i New York Knicks al secondo turno di Playoffs (30.6%). Anche NY stessa ha tirato molto male, togliendo Jalen Brunson, ed è questo il motivo per cui gli Heat hanno vinto agilmente.

Ma Denver dispone di un’efficienza e di una qualità offensiva davvero troppo decisiva, che non concede a nessuno di sopravvivere tirando male. Alla sirena, le percentuali di realizzazione sembravano giunte sulla terra da due pianeti diversi: 51.3% Nuggets, 40.6% Heat.

“Ci sono stati troppi possessi dove non abbiamo giocato come avremmo voluto. Bisogna complimentarsi con gli avversari, hanno protetto molto bene il pitturato con tre difensori. Dovremo fare di più e capiremo su cosa concentrarci.”

(Erik Spoelstra)

Tra i principali indiziati c’è sicuramente Jimmy Butler, autore di soli 11 punti con un 5 su 13 al tiro nei primi 3 quarti e responsabile di un solo tentativo da 2 punti, andato a segno, nell’ultimo. Tra le cause di questa serata a secco, sicuramente la ricercata lontananza dalla linea del tiro libero da parte dei Nuggets: Miami ha tentato solo 2 liberi in tutta la gara (entrambi segnati da Highsmith), record negativo nella storia dei Playoffs. Il solo Jimmy, in questa post-season, ne aveva tentati 9.1 a serata prima di Gara 1. 

“La responsabilità dei pochi liberi è mia, abbiamo tirato tanti jump shot al posto di mettere pressione al ferro. Dovremo tentare più layup e dunque più tiri dalla lunetta. Tutti dobbiamo attaccare più aggressivamente, me incluso.”

(Jimmy Butler)

Gran parte del merito va anche alla difesa di Denver, che dal canto proprio ha segnato 16 dei 20 liberi tentati.

“I nostri ragazzi hanno fatto un grande lavoro difendendo senza commettere falli.”

(Mike Malone)

Le stelle di Denver hanno beneficiato del riposo, scendendo in campo senza ruggine dopo i 9 giorni senza giovare dopo lo sweep ai Los Angeles Lakers: Jamal Murray è rimasto il solito Jamal, con 26 punti e il 50% dal campo, Nikola Jokic ha, ancora una volta, spiegato pallacanestro con la nona tripla doppia della sua post-season. Anche il suo diretto avversario, Bam Adebayo,  ha fatto molto bene offensivamente, dopo due partite di buio in cui ha segnato solo 8 dei 26 tiri tentati. “Ho segnato i tiri che segno usualmente”, ha dichiarato.

Parliamo di un lungo che di norma fatica molto contro Jokic, quindi questa gara, iniziata oltretutto con un 10 su 15 dal campo, non può che infondere un po’ di fiducia ad Adebayo per il resto della serie.

Denver ha fatto giocare Bam in modo diverso da Boston, più aggressiva e vogliosa di costringerlo al post, mentre i Nuggets hanno giocato pick&roll concedendogli più libertà e spazio, indirizzandolo al jump shot con successo. 

“Quando Bam segna, il lavoro di tutti gli altri è molto più semplice.”

(Jimmy Butler)

Jokic ha utilizzato un approccio molto più cauto a inizio gara, addirittura prendendosi il primissimo tiro solo a fine primo quarto. L’impatto, però, è stato devastante fin da subito, come testimoniano i suoi 10 assist all’intervallo. Dopo il parziale a inizio quarto periodo, poi, The Joker ha segnato 10 dei 12 successivi punti di Denver, salendo in cattedra anche con uno splendido assist a Jeff Green – i suoi 14 finali sono già il record all-time delle Finals per un centro – e concludendo con 27 punti e soli 12 tiri dal campo. 

“Jokic ha dominato la gara tirando 5 volte”, ha detto Jeff Van Gundy dalla telecronaca. Auto-esplicativo.

 “Dobbiamo giocare più fisici contro di lui quando possiamo e attaccarlo di più.”

(Gabe Vincent)

Murray e Jokic hanno segnato o assistito ben 64 dei primi 79 punti di Denver, diventando anche la seconda coppia di giocatori ad aver registrato almeno 25 punti e 10 assist in una finale. L’altra? Magic Johnson e James Worthy nel 1987. Non male.

Anche in una serata in cui Adebayo ha avuto un buon impatto, in ogni caso, Denver ha fatto sentire la propria stazza fin da subito, soprattutto nei cambi e in transizione. In ogni posizione, i Nuggets partono in vantaggio da questo punto di vista. Aaron Gordon, ad esempio, si è spesso trovato marcato da guardie o ali piccole che l’hanno sofferto molto, come evidenziato dalla sua ottima prestazione al tiro (16 punti, 70% FG). 

“Hanno giocato molto fisicamente, dovremo pareggiare questo livello. Faremo degli aggiustamenti e cambieremo molte cose. Se ci comporteremo un po’ meglio in marcatura, anche al ferro, la serie cambierà.”

(Jimmy Butler)

Nella loro Playoffs Run gli Heat non avevano ancora incontrato questo tipo di problema, ma in gara 1 le cose sono cambiate, nonostante il bugiardo confronto sui rimbalzi presi (44-43 per i campioni dell’Ovest): il solo Michael Porter Jr., alto 7 centimetri in più rispetto a Butler, ne ha catturati 12.

A proposito di stazza… ma dov’è finito Kevin Love? L’ex Cavs non tocca il parquet da 3 partite, rimpiazzato da Caleb Martin nel quintetto titolare e da Haywood Highsmith per buona parte dei minuti; Gordon ne ha beneficiato, attaccando molto spesso il ferro a inizio gara. 

Love non ha avuto minuti nemmeno con Adebayo a riposare, con Spoelstra che gli ha preferito Cody Zeller; quest’ultimo, tuttavia, ha avuto un impatto negativo. Highsmith, perlomeno, è stato invece convincente ancora una volta, con 18 punti  il 70% dal campo in 22 minuti, tanto da meritarsi molti minuti nel finale. 

Cosa dovrà fare Miami per ribaltare le cose in Gara 2? Le risposte sono tante, la grande speranza è invece una: Tyler Herro, fuori da inizio Playoffs, che potrebbe tornare in Gara 3 se non addirittura in Gara 2. Se Max Strus continuerà a faticare o Duncan Robinson non eccellerà, il suo momento arriverà con grande attesa.