FOTO: Blue Man Hoop

A un paio di mesi abbondanti dalla trade deadline, il mercato NBA inizia piano piano a entrare nel vivo, a partire dai molti trade rumors che accompagnano l’inizio lento di molte squadre. L’ultimo report uscito su HoopsHype, celebre portate dedicata alla pallacanestro, approfondisce proprio la situazione di alcuni dei nomi in fase di partenza, concentrandosi sui migliori candidati. Non si possono che identificare così alcune squadre precise che, più di altre, saranno protagoniste (o presunte tali) all’altezza della deadline del 6 febbraio, senza dimenticare che a partire dal 15 dicembre grossa parte dei free agent che hanno firmato un contratto in estate diventerà eleggibile per uno scambio. Fra nuclei disposti a svendere contratti non compatibili con la fase di rebuilding e squadre Playoffs in difficoltà, il quadro dei contesti più caldi al momento prevede:

Brooklyn Nets

Record tutt’altro che pessimo di 9-12 e una pallacanestro molto organizzata tanto da valere per il 13esimo attacco NBA: i Brooklyn Nets non sembrerebbero neanche in fase di tanking. Il problema, però, è che la dirigenza ha altri piani e serve oggettivamente accumulare talento per un nucleo non costruito per essere competitivo nel breve, nonostante i numerosi veterani. Fra questi, Dennis Schröder, che a 31 anni sta vivendo una seconda giovinezza girando a 34.3 minuti di impiego (massimo in carriera), segnando 18.7 punti di media (3° miglior dato in carriera e più alto dal 2020) con il 40.5% su 6.6 triple tentate a partita (entrambi career-high). Stando agli executive in contatto con HoopsHype, il suo contratto da $13 milioni in scadenza sarebbe considerato uno di quelli più scambiabili sul mercato, stimando un prezzo di svariate second-round picks.

Oltre al tedesco, i due “alfieri” sempre chiacchierati sono i soliti Dorian Finney-Smith e Cameron Johnson. Il primo sta tirando con il 42.2 su 5.5 tentativi da 3 a partita (career-high) mettendo in mostra la versatilità difensiva che lo ha sempre contraddistinto, e anche per lui il prezzo sarebbe di multiple scelte al secondo giro: anche lui ha un contratto team friendly da poco meno di $15 milioni, circa il 10% del cap, con una player option per l’anno successivo che lascerebbe flessibilità a potenziali acquirenti (e soprattutto al giocatore) per le discussioni su un’eventuale estensione. Quanto all’ex Suns, parliamo di un altro career-high a 18 punti di media e di un contratto leggermente più lungo e oneroso – $23.6M quest’anno, 16.8% del cap, ma poi a scendere nei 2 anni successivi al 13.9% – che, sempre stando a HoopsHype, potrebbe valere addirittura una prima, sebbene la volontà del giocatore sembrerebbe quella di restare a Brooklyn.


Altri nomi da seguire sono: il lungo Day’Ron Sharpe, al quale sarebbero interessati Grizzlies, Clippers, Pelicans, Lakers e Raptors; Bojan Bogdanovic, che deve ancora debuttare in stagione ma che potrebbe valere una second-round pick, se integro.

Golden State Warriors

L’infortunio di De’Anthony Melton è arrivato come una doccia fredda, considerando che si tratta del quarto giocatore più pagato in squadra: secondo HoopsHype, il suo contratto proprio per questa ragione potrebbe essere utilizzato come asset per ricavarne qualcosa, alleggerendo il payroll (dump salariale), o per pareggiare i salari in eventuali scambi.

Eventuali scambi che potrebbero coinvolgere più che mai Jonathan Kuminga, asset più interessante nella Baia che non ha esteso in estate. Come avevamo scritto QUI: “Il giocatore e il suo camp avrebbero avanzato, stando a Monte Poole di NBC Sports Bay Area, una richiesta ben oltre i $30 milioni annui che i Warriors erano disposti a offrire. Una delle fonti interne a Golden State ha dichiarato: ‘Ha compiuto un salto nella passata stagione. Vogliono vederne un altro prima di fare un investimento simile, è ancora sotto il loro controllo. Se Kuminga farà una stagione molto positiva, so che si prenderanno cura di lui’. Il “controllo” risiede nel fatto che il giocatore sarà restricted free agent in estate, quindi i Warriors potranno pareggiare qualunque offerta prima di lasciarlo eventualmente andare.. Il solo problema è che Kuminga sta facendo fatica: il suo impiego è passato dal range dei 26 minuti a quello dei 22-23, le percentuali dal campo e da fuori sono le più basse in carriera (rispettivamente 43% e 29%), è regredito pure al 60% ai liberi, faticando a inserirsi nel flow offensivo di squadra. Vista la fatica nel trovare un accordo con il giocatore già l’estate scorsa, occhio a eventuali mosse dei Warriors. Chi ha esteso e fa parte della stessa classe Draft di Kuminga è Moses Moody, che sta tirando col 38.8% da 3 punti ma ha il peggior on/off difensivo di squadra (+8.7 punti avversari per 100 possessi con lui in campo), girando perciò meno di 16 minuti a partita nonostante 4 partenze in quintetto: a meno di 23 anni, è una wing che comunque potrebbe attirare su di sé l’attenzione del mercato, e le fonti di HoopsHype parlano di un suo potenziale impiego in qualche accordo più strutturato.

Per chiudere, anche Kevon Looney da attenzionare, in un mercato NBA che quest’anno sembra orientato verso i centri.

Los Angeles Lakers

Come ogni anno, per i giallo-viola in ballo ci sono fino a 2 first-round pick scambiabili (2029, 2031, a cui aggiungere potenzialmente 3 swap) e la cessione di D’Angelo Russell, giusto per fare in modo che sembri esserci margine per qualche trade che includa uno stipendione di scarso valore e asset positivi per indorare la pillola. Poi, come al solito, per bilanciare viene menzionata la possibile inclusione di un role player, Rui Hachimura, e infine un immancabile ex Heat che ha giocato poco e male, in questo caso Gabe Vincent. La situazione legata a quest’ultimo è la peggiore in assoluto per i Lakers, che hanno offerto nell’offseason 2023 un contratto alle cifre della MLE della durata di 3 anni ($33Mx3) a un giocatore che ha disputato 11 gare nella passata stagione e che in questa sta tirando con il 35% dal campo e con il 24% da tre punti, nonostante una leggera ripresa da 10 punti e 3 assist, con 4 su 5 al tiro, nella non troppo entusiasmante vittoria dei suoi per 1 punto contro i Jazz. Stando a HoopsHype, i Lakers potrebbero attaccare al suo stipendio qualche second-round pick per arrivare a Jonas Valanciunas, in potenziale uscita dai Wizards.

New Orleans Pelicans

Secondo le fonti, l’idea è quella di tagliare i costi per non pagare la luxury tax, che al momento ammonta a $5.3 milioni nonostante il record di 4-17 che fa dei Pelicans la 15esima squadra a ovest. Come ogni anno, il concetto di fondo sembra ruotare attorno alla scissione del duo composto da Zion Williamson e Brandon Ingram, dando precedenza al primo per la costruzione futura del roster. Ingram, che di recente ha cambiato agenzia per passare a Klutch Sports Group, ambirebbe a un massimo salariale, mentre NOLA offrirebbe “solo” qualcosa di simile ai suoi $36 milioni attuali, stando a HoopsHype. Cambio di agente, però, anche per Williamson, che tornerà solo a dicembre inoltrato e che non è in condizioni proprio favorevoli (QUI tutti i dettagli). In caso di uno scambio più che ipotetico, gli executive ritengono che il valore di Zion sarebbe di una sola first-round pick, a testimonianza del suo crollo di valore sul mercato NBA.

Se nessuno dei due dovesse partire, considerando che Dejounte Murray è appena arrivato, la scelta di un taglio ricadrebbe su CJ McCollum e sugli oltre $30 milioni di stipendio annuale previsti da contratto per questa e la prossima stagione: un giocatore da 20 punti di media ambulante che potrebbe far comodo, sì, a svariate contender/squadre Playoffs, ma un po’ caro in relazione soprattutto ai 33 anni di età e al fatto che si parli pur sempre di un difensore sotto la media.

Chicago Bulls

Come abbiamo scritto QUI, Chicago ha messo tutti sul mercato. Per Zach LaVine e Nikola Vucevic in arrivo un meeting per decidere il da farsi entro la trade deadline, ma sembra che il mercato per loro sia molto tiepido, soprattutto nel caso del primo per ragioni contrattuali (“Quando si è reduci da una stagione da sole 25 partite, uno stipendio annuale da oltre $43 milioni è complesso da muovere anche al netto delle buone prestazioni”). Menzionato anche Lonzo Ball, nonostante le condizioni fisiche precarie, e Patrick Williams, sul quale ci sarebbero Raptors, Thunder e Hornets.

Portland Trail Blazers

Della situazione dei lunghi dell’Oregon abbiamo già parlato QUI: “A Portland, al momento, si tanka, questo significa che gli obiettivi primari sono sviluppo dei giovani e accumulo di Draft picks/materiale futuribile. Donovan Clingan, scelta assoluta numero 7 al Draft 2024, iniziando la propria carriera con 17 gare di fila, and counting, da almeno 1 stoppata (4° all-time) e offrendo grande presenza difensiva e a rimbalzo sarà l’oggetto del focus del coaching staff e del front office per il prossimo futuro. Stando così le cose, i due lunghi over-25 a roster sono pienamente disponibili: nonostante entrambi abbiano manifestato svariati problemi legati agli infortuni, si tratta di nomi pregiati, nel caso di Deandre Ayton si parla di un potenziale titolare in una squadra Playoffs, se stimolato (un enorme “se), mentre Robert Williams III è un rim protector elitario che vive nel pitturato. Secondo i rumors, l’ex Suns è quello dei due che i Blazers cederebbero più volentieri, ma il suo contratto da quasi $70 milioni nei prossimi 2 anni sembrerebbe indicare il contrario. Time Lord, in compenso, ne ha uno da poco più di $25 milioni in 2 anni, e $12.4 milioni di stipendio annuale sono più facili da scambiare.“.

Oltre a loro, disponibili anche Jerami Grant, che lo scorso anno ha firmato un quinquennale da $160 milioni non semplice da scambiare, nonostante i numeri facciano più impressione rispetto al cap effettivo occupato (circa il 20% di media annuale). Cifre consone per uno starter in quest’era, definite “neutre”, che starebbero attirando mercato stando a HoopsHype: il solo problema sembrerebbe legato alle richieste di Portland, di ben 2 first-round pick, mentre le offerte si limiterebbero a 1 sola. Da attenzionare anche Anfernee Simons, dal quale i Blazers non hanno accennato a separarsi in passato ma che in una stagione di tanking potrebbe finire altrove.

Utah Jazz

Altre fucina di “talenti da deadline”, con i soliti Walker Kessler, Jordan Clarkson, John Collins e Collin Sexton. Nel caso del primo nome si è parlato QUI di mercati come Knicks e Lakers potenzialmente interessati, ma HoopsHype riporta di un calo di interesse dovuto alla richiesta di almeno 2 first-round pick da parte di Utah, ritenuto un prezzo troppo elevato. Per il resto, si parla di 3 veterani più che validi che potrebbero fare da starter in squadre Playoffs o fornire un apporto di buon livello in uscita dalla panchina, tutti e 3 in scadenza nel 2025/26 (player option per Collins).

Wahington Wizards

Dell’interesse per Jonas Valanciunas da parte dei Lakers abbiamo già parlato, e i motivi per cui svariate squadre potrebbero essere interessate sono i seguenti (presi da QUI): “Rischia di passare inosservato a causa dell’approdo nell’anonima DC, ma Valanciunas non solo è un solido potenziale lungo backup, ma anche il titolare di uno dei contratti migliori in NBA in relazione al rendimento che può offrire: $9.9 milioni quest’anno, appena il 7% del cap, e poi a scendere nelle prossime 2 stagioni prima a 6.72% e poi a 5.88%. Cifre da meno della MLE, più che legittime per un giocatore da circa 12 punti e 8 rimbalzi in meno di 20 minuti di impiego a partita, tirando con buone percentuali (58.3 eFG%). Un quasi 33enne in una squadra in pieno rebuilding, con un buon contratto e un discreto rendimento: identikit da trade deadline.”. La sua presenza da veterano è sta fin dal primo istante più che altro funzionale a fare da mentore alla seconda scelta assoluta al Draft 2024, Alex Sarr, e non è detto che dopo solo metà stagione i Wizards abbiano fretta di separarsene. Discorso simile per un altro veterano, Malcolm Brogdon, titolare di un corposo stipendio da $22.5 milioni in scadenza: un contratto simile non è facile da muovere, ma l’aspetto della scadenza potrebbe spingere qualche squadra Playoffs disperata a muoversi. Stando a HoopsHype, i Wizards avrebbero messo sul mercato NBA anche due giovani come Johnny Davis e Patrick Baldwin, che potrebbero fungere da filler in altre trade, soprattutto dopo essere stati sulle bocche di molti executive in offseason.

Il pezzo più pregiato resta comunque Kyle Kuzma, che ha firmato un contratto team friendly – $23.5 milioni, 16.7% del cap, in questa stagione; a scendere fino all’11.4% del cap nelle seguenti – ed è ormai da anni menzionato nei rumors per un’eventuale trade. HoopsHype elenca scambi sfumati in passato con Mavericks, Pacers e Kings, per poi aggiungere altre squadre che hanno tenuto gli occhi su Kuzma quali Bucks, Warriors, Lakers, Heat e Cavaliers.

Quanto al mercato in entrata, dato che Washington fungerà probabilmente anche da sede per dei salary dump da parte di squadre che vogliano alleggerire il monte ingaggi, HoopsHype parla di rifiuto di second-round pick, di cui i Wizards sono saturi e già rifiutate in passato, per esempio, per Tyus Jones.