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“Non è l’inizio che volevamo, ma questa è la nostra realtà. Quindi accettiamola, proviamo a trovare il nostro ritmo in trasferta e a toglierci questo schifoso saporaccio dalla bocca.”

“Sono tutte cose che possiamo sistemare e, si spera, possiamo iniziare a farlo a Toronto. Stiamo cercando di inserire due nuovi giocatori, veterani, Russell Westbrook e Dario Šarić.”

– coach Michael Malone

L’ambiente in casa Denver Nuggets non è fra i migliori. Dopo la brutta sconfitta all’esordio contro i Thunder, ne è arrivata un’altra tutt’altro che entusiasmante contro i Los Angeles Clippers. A preoccupare è soprattutto un inizio di gara traumatico: dopo il pessimo 7/39 da tre punti contro OKC, la squadra di coach Michael Malone è partita con 5/39 DAL CAMPO, mettendo a referto 1 solo assist e toccando anche il -18. La ripresa è arrivata soprattutto grazie a Nikola Jokic, che ha messo insieme un record personale di 7 triple su 12 tentativi, ma non è bastato – anche al netto del 7/23 dei “non-Jokic”.

Le parole dell’allenatore premettono la necessità di scrollarsi di dosso questa pesantezza contro i Raptors, sebbene questo alone di sconforto in un ambiente che appena nel 2023 ha vinto il titolo sia qualcosa impossibile da ignorare. Al di là dell’atteggiamento dei Nuggets, più “spompati” e meno brillanti rispetto al solito, è da ricordare il riferimento nella prima conferenza stampa post-partita a Kentavious Caldwell-Pope, tiratore di movimento da oltre il 40% e ingranaggio essenziale dell’attacco degli ultimi 2 anni, partito in estate. L’head coach sembra sia stato polemico a riguardo (ne abbiamo parlato QUI) nei confronti del GM Calvin Booth, che ha operato “al risparmio” lasciando andare anche Bruce Brown l’estate prima. Mosse che rischiano di compromettere la finestra vincente aperta di Nikola Jokic, chiamato ancora una volta a superare sé stesso, e che richiedono l’intervento immediato di Malone, ben conscio della necessità di una scossa a partire da Toronto.