E se siete fan della “regola non scritta”, almeno comprendetelo

FOTO: MARCA.com

Partiamo dalle cose importanti: Zion Williamson ha segnato 35 punti con il 13/17 dal campo nella vittoria contro i Phoenix Suns, portando i New Orleans Pelicans a consolidare la prima posizione nella Western Conference.

Gli ultimi due punti messi a referto hanno però distolto l’attenzione dalla prestazione dominante: a una manciata di secondi dalla sirena e partita abbondantemente decisa, Zion si è esibito in una schiacciata a dir poco spettacolare. Così facendo, ha violato l’unwritten rule dell’NBA, causando un acceso dibattito tra le panchine, con protagonista un infuriato Chris Paul.

Prima di tutto, occorre domandarsi se la regola non scritta abbia davvero senso. Ok, la ratio è “non infierire sull’avversario”, ma subire un canestro a partita finita è da considerarsi un gesto che può urtare la sensibilità di giocatori e tifosi? Stiamo sempre parlando di una partita di pallacanestro, per di più di Regular Season. Se i sentimenti di giocatori e tifosi vanno protetti per una sconfitta, forse non la stanno vivendo nel modo giusto.

Oltretutto, in questa occasione Williamson ha solamente seguito un tiro dello stesso CP3, e ha schiacciato davanti alla sua panchina. I tifosi pagano il biglietto per vedere cose del genere.

Se invece tenete particolarmente a questa regola non scritta, e la giudicate fondamentale per il rispetto dell’avversario, lo accetto; ma almeno cercate di capire Zion WIlliamson.

Zion è rimasto forzatamente ai box per un anno intero, proprio quando la sua carriera era in rampa di lancio. E mentre non poteva fare il suo mestiere (e la sua passione), ha subito critiche e illazioni sulla sua presunta scarsa professionalità. E per concludere, ha assistito impotente all’eliminazione dei suoi compagni proprio per mano dei Phoenix Suns.

Il sentimento di rivalsa è legittimo e umano, almeno quanto quello di frustrazione per una sconfitta, e probabilmente di più.