Come giocare sopra un infortunio? La spiegazione di Kobe Bryant

Questo contenuto è tratto da un articolo di Aaron Abhishek per Fadeaway World, tradotto in italiano da Redazione Around the Game per Around the Game.


Rimanere in piedi e in azione appena dopo essersi lesionati il tendine d’Achille non è certo cosa da tutti; eppure, nel 2012 un 33enne Kobe Bryant diede l’ennesima prova della sua incredibile tolleranza del dolore alzandosi dopo l’infortunio più pesante per un cestista e segnando due tiri liberi, prima di zoppicare verso la panchina.


Durante la sua carriera, Kobe ha più volte dimostrato di voler e poter giocare “sopra il dolore”, scendendo in campo nonostante diversi infortuni subiti negli anni.

Quando è stato interrogato, dopo il suo ritiro, sulla sua abilità di sopportare il dolore, “Black Mamba” ha utilizzato un esempio molto particolare per spiegarla:

Faccio sempre questo esempio, e penso che sia il miglior modo per spiegarlo. Immagina di avere un infortunio alla coscia, uno stiramento. Puoi a malapena camminare, figurati giocare a calcio, pallacanestro, pallavolo o qualsiasi altra cosa, non puoi fare nulla. Il dottore ti dice di andare a casa, sederti sul divano e riposarti, senza alzarti e sforzarti.

Sei a casa e, all’improvviso, scoppia un incendio. I tuoi figli sono al piano di sopra e tua moglie in giro per casa, e sai che a breve andrà tutto a pezzi.

Sono disposto a scommettere che in un attimo ti dimenticherai del tuo infortunio, correrai al piano di sopra per prendere i tuoi figli, andrai da tua moglie e uscirai di casa.

Non sentiresti dolore alla coscia perché la vita della tua famiglia è più importante dell’infortunio. Quindi quando la partita è più importante dell’infortunio, non pensi al dannato infortunio.