COPERTINA: Ryan Inzana / Andscape

Questo contenuto è tratto da un articolo di Justin Tinsley per Andscape, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


Quando LeBron James si trovava a scuola uno dei suoi quesiti più frequenti riguardava il motivo per cui spesso le mappe indicassero i nomi di Cleveland, Cincinnati, Columbus ma non Akron. Oggi, dopo 20 anni di carriera in NBA, James sta portando avanti un progetto nella sua città natia a 40 minuti a sud di Cleveland, un’audace ristrutturazione e ricostruzione fondata sull’istruzione, costruendo anche alloggi e strutture sanitare e volto anche al job training.


Tutto ha avuto in inizio con un tutorato ed una borsa di studio nel 2011. Da allora si è giunti all’apertura della nota I Promise School nel 2018, una scuola pubblica fondata grazie a The LeBron James Family Foundation. Quasi mezza decade dopo il progetto prosegue. Ma ciò che sia LeBron che la sua fondazione ed i supporter devono comprendere è che la vita in classe è molto più che semplice vita in classe.

“Sembra che The LeBron James Family Foundation si stia curando di tutti i fattori che influenzano maggiormente la vita degli studenti. Rendita, alloggio, cura dei traumi e sviluppo di strategie funzionali per indirizzarli al loro futuro attraverso il progetto educativo e la scuola per tale fine.” Ha detto Megan Gallagher, il cui lavoro di ricerca si focalizza su istruzione e creazione di alloggi per l’Urban Institute, una scuola di pensiero di Washington. “Quando penso ai vari modelli in giro per gli USA, è chiaro che stiano cercando dei progetti educativi per bambini. E quindi, ad ogni livello, si inizia a comprendere ciò che serve. Si sta cercando di ottenere le risorse necessarie.”

“Anche la famiglia è un fattore importante. La comunità, trovare casa, la sicurezza sono tutte tematiche di rilievo”, ha detto Brett Theodos, un membro dell’Urban Institute che concentra il suo operato soprattutto sull’aspetto dello sviluppo economico. “Chi non possiede una sufficiente stabilità domestica è soggetto a frequenti spostamenti, anche scolastici. Questo di certo non aiuta i giovani. È un effetto domino dove tutto è connesso e tutto va affrontato dando la giusta importanza”.

Nella città di Akron chiaramente non si tratta di trascinare una franchigia NBA a vincere il Larry O’Brien Trophy. Si tratta di una questione molto più ardua da affrontare, poiché è un progetto volto a creare un futuro migliore per le prossime generazioni e la città.

La I Promise School, sezione della Akron Public Schools, in questo momento si trova a pieno regime, con più di 600 studenti. Ciò implica 600 storie differenti, molte delle quali influenzate da traumi, violenza domestica, armi, vita in condizioni estreme o di vagabondaggio. Per Victoria McGee si tratta di 600 sfide da vincere per ottenere un grande ritorno, soprattutto collettivo, a medio e lungo termine.

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McGee, o Ms Vic per gli affezionati studenti che si affollano spesso attorno a lei per ricevere un abbraccio, è la direttrice della scuola del Family Resource Center, che coordina i servizi istituiti dalla fondazione di King James. Durante i tour, mostra fiera i servizi offerti per gli studenti e le loro famiglie, compresa la laundry room (chiamata “Loads of Love”) e una dispensa per il cibo.

I traumi che gli studenti hanno dovuto affrontare e subire non annullano tutto il lavoro di Ms Vic e dei suoi assistenti. Ma sono certamente una presenza costante. La I Promise School lavora con ragazzi di Akron provenienti da realtà molto delicate. Il numero 6 dei Los Angeles Lakers ricorda bene i periodi di instabilità domestica, che rendevano gli anni degli studi più complicati. E per questo oggi sta provando a ridurre il gap educazionale che c’è ad Akron. Ed è un fine lodevole che necessita enormi sforzi ed impegno, sin dal giorno uno.

Gli scarsi risultati nei test scolastici, la carenza di insegnanti e la pandemia sono solo alcuni degli ostacoli che la scuola ha dovuto affrontare e superare. Molti ragazzi che entrano al terzo anno sono spesso parecchio indietro con l’apprendimento. In settembre del 2022 i risultati dei test scolastici erano tra i peggiori delle scuole di Akron. Molti genitori erano preoccupati per il futuro dei loro figli, tanto da ritirarli dalla scuola.

McGee ha ammesso che i primi due anni sono stati tumultuosi da quel punto di vista. Ma la dipartita di Brandi Davis, originaria direttrice della scuola, ha rappresentato un punto di svolta nel 2021:

“Quell’evento ci ha fatti rendere conto dei problemi presenti all’interno dello staff. In molti volevano cambiare aria perché lei non era più tra noi. I ragazzi del seventh grade hanno affrontato la prova più dura dovendo cambiare diversi insegnanti. Avevamo assunto vari docenti a tempo indeterminato ma i ragazzi si comportavano male con loro, perciò molti volevano andare via.”

Questi problemi non sono e non sono stati un’esclusiva della I Promise School. La carenza di insegnanti è un problema che gli Stati Uniti affrontano a livello nazionale, ed è cosa arcinota. La National Education Association Teachers Union afferma che fornire test standardizzati sia influenzato da bias razziali e che “non è mai stato un sistema accurato o affidabile di valutare l’apprendimento degli studenti”.

McGee, infatti, è consapevole dell’importanza e dell’incidenza che ha la valutazione standardizzata dei test sulla vita ed il futuro degli studenti. E da insegnante, vorrebbe che i suoi alunni possano ottenere il meglio per la loro istruzione.

“Per me è un tasto dolente, perché ritengo che il futuro dei ragazzi sia molto più che un test. Sappiamo che il sistema scolastico sia in crisi, sia a livello distrettuale che statale, e sono ancora focalizzati sui risultati dei test standardizzati. E non penso che bisogni dargli tanta importanza. Per me e The LeBron James Family Foundation serve una visione più olistica.. Si possono avere studenti eccellenti e preparati ma che posti di fronte ad un test simile vanno in panico.”

E Ms Vic non è la sola ad essere di questo avviso. Tra molti professionisti del settore educativo coinvolti nel progetto esiste una linea di pensiero comune: i risultati dei test contano, ma fino a un certo punto.

“Ciò che ci auguriamo per gli studenti è che siano capaci di raggiungere le proprie conclusioni che conducano loro e le loro famiglie alla possibilità di vivere una vita piena e di raggiungere i propri obiettivi.” Ha detto Raymond Hart, executive director del Council of the Great City Schools, una coalizione all’interno del sistema scolastico nazionale. “Non si tratta solo di risultati nei test, ma di ciò che i ragazzi potranno mettere in pratica nelle loro vite e la qualità di vita che potranno mantenere.”

“Ci sono moltissimi modi per istruire i bambini rispetto al “Ok, eccoti 100 domande, assicurati di farne almeno 60 corrette in modo da passare al livello successivo”. Per me, quella non è istruzione”, si è espresso così sul tema Dan Horrigan, sindaco di Akron, che ha insegnato alla St. Vincent St. Mary High School prima che LeBron James arrivasse nell’autunno del 1999. “Non dico che i test non possano far parte del processo. Ma che sia un messaggio sbagliato dato dalla società ai ragazzi riguardo ciò che non hanno appreso. E tutto ciò crea il turbinio che infiamma il mantra della “crisi del sistema scolastico”. Se osserviamo l’istruzione pubblica, tenendo conto delle risorse e delle necessità, quel modello ha bisogno di essere modificato in modo che non si associ più l’essere a posto col superamento di un test. O non passarlo e non essere a posto.”

Quando la I Promise School ha aperto ufficialmente, cinque anni fa, si è addentrata nel dibattito di lunga data circa i metodi di selezione degli studenti nelle scuole pubbliche. Ad Akron, tutti gli studenti di secondo livello che ottengono punteggi inferiori al 30% degli obiettivi sono ammessi al terzo grade alla I Promise. Il numero di ragazzi con disabilità di apprendimento è limitato, per evitare eccessivi sovraccarichi di lavoro agli insegnanti. Se selezionato, uno studente lascia il suo corso tradizionale per frequentare quello all’I Promise per potenziali studenti dal terzo livello in poi (ma i ragazzi non sono obbligati ad accettare).

“Queste sono le modalità di selezione. “Oh mio Dio! Sono il cugino alla lontana di LeBron e voglio andare in quella scuola!”: no, non funziona così.” Parole di Michele Campbell, executive director di The LeBron James Family Foundation. “Inoltre, una volta inseriti nel programma ci sono migliaia di supporti di ogni tipo.”

Un modello alternativo, comune in molte scuole private ma utilizzato anche in contesti pubblici, è quello delle ammissioni selettive. Questo processo favorisce le famiglie motivate al rischio di sacrificare certezza d’accesso ed equità. Se una scuola pubblica ad accesso a lotteria deve competere con scuole private o con processi selettivi, si trova spesso in svantaggio.

“Per me, al livello di leadership nell’istituzione, penso che un vantaggio sia quello di poter davvero osservare se il modello di riferimento utilizzato stia funzionando”, ha detto Muronjii Inman-McCraw, direttore al Two Rivers Public Charter School di Washington, che utilizza un sistema a lotteria. “Un altro aspetto, però, è che ti permette altrettanto chiaramente di notare le ragioni per cui non stia funzionando”.

“Dobbiamo fare un’analisi approfondita sulle motivazioni che portano a mettere il sistema a lotteria al primo posto tra quelli adottati. E poi, per comprendere come mai ci sono ancora scuole che devono ancora essere introdotte all’interno del sistema educativo per ottenere uguaglianza”, si è espresso così Byron McClure, innovation director di 7 Mindsets, un’azienda che agisce nel campo delle risorse umane.

Ci sono esempi di sistemi a lotteria funzionali. Uno dei più rinomati è quello adoperato alle scuole della Harlem Children’s Zone. Il motto e modello “whatever it takes” (giornate scolastiche più lunghe, supporto per famiglie e studenti) condivide alcune visioni d’azione con la direzione di I Promise. Ma, secondo Gallagher dell’Urban Institute, ci sarebbero alcuni dubbi a questo proposito:

“Altre scuole private sono saltate fuori con modelli simili, ma è difficile affermare quali siano le strategie che quelle scuole impiegano a fare realmente la differenza. Una delle ragioni risiede nel fatto che non siano connesse all’intero distretto. Ciò che è davvero sorprendente del progetto che LeBron James ha sviluppato è la spinta che propone all’interno del sistema scolastico di Akron. Permette al mondo di comprendere i benefici dei differenti supporti. Gli studenti fanno parte del sistema scolastico ed offrono l’opportunità di capire come poter migliorare lo stesso sistema.”

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Quando la I Promise School ha aperto agli studenti venivano fornite le uniformi, biciclette e caschi in omaggio, trasporto gratuito per un raggio di due miglia, colazione, pranzo e snack. Al giorno d’oggi, il Family Resource Center offre ai suoi studenti e alle loro famiglie cure mediche (comprese quelle oculistiche), supporto psicologico e psichiatrico, programma di alfabetizzazione finanziaria ed una dispensa di cibo disponibile full time con prodotti freschi e sani.

Il punto chiave, sul quale la I Promise e le altre scuole dei distretti stanno concentrano la loro attenzione, è il supporto dello studente a 360 gradi. Il Department of Education ha portato avanti l’iniziativa chiamata Promise Neighborhoods, che mira a migliorare il cammino e lo sviluppo accademico degli studenti. Un’altra iniziativa, chiamata Promise Build, è specializzata nello sviluppo della comunità attraverso l’istruzione. Il tutto viene alimentato dal credo che aiutare la comunità si rifletta nel miglioramento dell’esperienza scolastica e del futuro dei giovani.

Ancora Raymond Hart: “Potrebbe essere il motivo per cui i distretti di tutta la nazione stanno investendo maggiormente in supporto morale e psicologico per studenti e lavoratori. Bisogna assicurarsi che crescano in un ambiente in cui possano massimizzare l’esperienza accumulata tra i banchi”.

Sono aperti dibattiti all’interno del Family Resource Center, con tematiche principali come violenza domestica, perdita di familiari in scontri a fuoco o per dipendenze varie. E ciò che poteva essere adatto nel 2019 può non esserlo nel 2023, in un mondo post pandemico in cui le necessità delle famiglie sono mutate.

“Ciò che abbiamo appreso in questo percorso, portato avanti ormai da quasi 12 anni, è che si possono fornire alla comunità gli insegnamenti accademici utili ad innalzare il livello medio d’istruzione”, si è espressa così Victoria McGee, con le lacrime agli occhi. Ha poi proseguito: “Ma è difficile se la gente non sa se riuscirà a mettere qualcosa in tavola una volta a casa, se si vive in macchina o senza una fissa dimora. In generale, finché esisteranno ancora dinamiche simili”.

Uno degli obiettivi incentrati verso il benessere delle famiglie è l’I Promise Too program, che aiuta i genitori ad ottenere un diploma scolastico e poi a trovare un impiego.

“L’ho fatto affinché i miei figli potessero capire che non gli stavo solo imponendo di andare a scuola, gli stavo dimostrando che anche io lo facevo e che fosse una cosa importante”, testimonianza di LaShawn Sherfield, uno dei genitori parte del progetto I Promise Too, diplomatosi grazie al progetto portato avanti da LeBron James. Ha poi proseguito: “E per questo motivo sono stato ammesso ad una conferenza di scrittori. Ho scritto una poesia senza pensarci troppo finché non è stata pubblicata. Ho avuto modo di incontrare altri autori, ho ricevuto l’opportunità di potermi aprire una via che all’inizio non immaginavo neppure. Sono più vecchio di LeBron, ma in un certo senso lo vedo quasi come un fratello maggiore”.

Nel 2021 la prima classe di studenti del programma di tutoring iniziale di I Promise si è diplomata alla high school ed è divenuta selezionabile appieno per vari college, come promesso da James. Attualmente è stato messo a punto un sistema per il supporto degli studenti al livello superiore.

Ogni studente dell’I Promise eleggibile per il college ha a disposizione una borsa di studio per 4 anni alla University of Akron. Dal 2015, inoltre, l’I Promise Institute ha mantenuto una presenza costante al terzo piano dell’Infocision Stadium, dove fornisce angolo d’ascolto e svolge workshop per gli studenti iscritti alla Kent State University e per i genitori dell’I Promise Too frequentanti lo Stark State College di North Canton, Ohio. Gli studenti delle scuole pubbliche di tutta la città sono invitati a frequentare liberamente gli eventi atti ad abituarli alla vita in college.

L’istituto ha assunto varie forme e proprio come l’I Promise School si trova ad apprendere a processo in corso. Quando le borse di studio sono state offerte per la prima volta, per esempio, per gli studenti senior della high school era necessario avere almeno 3.0 GPA (Grade Point Average, calcolo del punteggio o risultato medio), 120 ore di servizio comunitario e 20 in ACT (American College Testing).

“In teoria è grandioso. Ma se osserviamo meglio alcune statistiche, quel 20 in ACT è una vera e propria barriera per gli studenti”, parole di Toni “Tyga” Montgomery, il director of strategy, culture and operations dell’istituto. Ciò ha spinto le conversazioni con i partner universitari riguardo l’abilità degli studenti nello svolgere attività lavorative di livello del college. Nel tempo, tuttavia, l’idea che la qualità degli studenti non fosse definita dal voto di un test ha iniziato a prendere piede.

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“Abbiamo diversi buoni partner che ci hanno dato ascolto quando martellavamo su questo tema per raggiungere obiettivi mai toccati, e abbiamo spinto affinché i nostri partner andassero oltre alla semplice apertura delle porte del campus agli studenti: volevamo che gli andassero direttamente incontro”, ha detto inoltre Toni Montgomery.

Per due freshmen della University of Akron come Diamond Jones e Areyan Lewis, che sono stati parte del mondo I Promise sin dal loro periodo in third grade, la chance offerta loro di frequentare il college ed avere dei tutor durante le loro varie tappe del processo è stata fondamentale.

“Non provengo da una famiglia ricca, ho vissuto nelle zone più povere e adesso sono al college”, ha dichiarato Lewis, major business administrator: “Non pensavo potesse essere possibile. Mia madre non ci credeva, non pensava potessi mai frequentare il college”.

Jones, major in infermeria, ha dichiarato: “Sono il primo dei nipoti di mio nonno ad essere riuscito ad andare al college. Tutti i miei cuginetti mi prendono da esempio. Non avevamo modelli a cui ispirarci che fossero andati al college nella nostra famiglia, a cui poter chiedere consigli… Ora tutti i miei cuginetti vogliono andare al college”.

Circa un quarto dei residenti ad Akron vive sotto la soglia di povertà. Per quanto riguarda i cittadini afroamericani, la quota arriva al 32%.

“Una cosa appresa nel tempo è l’aver compreso che le scuole non agiscono in maniera isolata all’interno della comunità, ma sono parte integrante di essa”, ancora Raymond Hart, parlando del rapporto tra l’istituzione scolastica e la comunità che la circonda: “Quindi, rafforzare la comunità è una conseguenza del rafforzamento e miglioramento del sistema delle nostre scuole”.

Ad un anno dall’apertura della I Promise School, la fondazione ha dato vita all’I Promise Village appena mezzo miglio distante. L’edificio, contenente 22 appartamenti, fornisce domicili temporanei per le famiglie che fanno parte dei progetto I Promise con problemi di alloggio.

Il progetto è stato sviluppato da Ben Weprin, il CEO di Graduate Hotels. Il nativo di Dayton ha incontrato LeBron James e Maverick Carter, il CEO della compagnia SpingHill Entertainment dello stesso All-Star dei Lakers, mentre era in vacanza alcuni anni fa, e trovandosi a parlare con loro ha chiesto come potesse rendersi utile alla causa della fondazione. La risposta è stata l’acquisto e ristrutturazione del centenario palazzo d’appartamenti. La fondazione di LBJ si occupa di manutenzione e amministrazione della struttura.

Il fine è di costruire un rapporto di fiducia con i cittadini residenti, non solo i nuovi arrivati e beneficiari di alloggi, ma anche quelli che già abitavano le varie aree urbane. Il villaggio offre anche il supporto di un tutor accademico in loco, propone eventi Taco Tuesday, Friday-night pizza ed altri avvenimenti di aggregazione. Un supporto psicologico è a disposizione di chiunque viva nell’edificio.

“È divertente qui. Può essere stressante e doloroso, ma la vita è così“, ha dichiarato Shannon “Mama S” Shippe, la direttrice del Village residenziale e della comunità, che vive in una casa acquistata e ristrutturata dalla fondazione: “È il cambiamento. Come dico alla gente, queste sono le opportunità per cambiare le cose. Non si può fare in modo che qui rimanga tutto come prima. Ci si può sempre lavorare, anche solo dando consigli o sostegno morale alle famiglie. Si può fare vivendo qui, con loro. Si deve solo abbracciare questo luogo e sentirsi parte integrante di esso per migliorare le cose.”

Down the street è l’ultima aggiunta al mondo I Promise, un complesso residenziale chiamato I Promise Houses. LeBron racconta spesso del periodo in cui ha vissuto in instabilità domestica e quanto ciò abbia influenzato la sua vita da studente. Ha perso 80 giorni di scuola nel fourth grade, e lui e sua madre Gloria hanno spesso dovuto spostarsi di divano in divano.

Il consiglio cittadino ha venduto l’area di due acri per un dollaro alla East Akron Neighborhood Development Corp., che presiederà ed amministrerà il complesso. La maggior parte del finanziamento è stato coperta dalla Ohio Housing Finance Agency. Il progetto da 50 unità immobiliari ha preso piede nel 2021 e verrà inaugurato il mese prossimo, offrendo alloggi da due, tre e quattro posti letto.

La pandemia di Coronavirus ha rallentato la messa in pratica del progetto, con un aumento dei costi di circa $3 milioni dovuti a problemi alla catena di fornitori ed allo staff. Ma il brand I Promise e LeBron James sono stati un gran supporto per rendere le cose più semplici.

“A volte la gente dimentica una cosa fondamentale”, ha detto il CEO della compagnia di sviluppo Cheryl Stephens: “La fama, l’essere celebrità può essere di grande aiuto alla comunità, se si ha voglia di condividere. Uno dei nostri fondi ha cambiato linee guida perché il team ed io avevamo capito che non si trattava solo del Kid from Akron. Ma di tutti quei ragazzi di Akron che riusciranno ad avere una chance nel futuro.”

Crimini e furto di materiali dai cantieri sono reati sotto investigazione nelle aree in cui James sta provando a dare il suo contributo. Ma la Summit County, dove Akron è situata, ha una carenza di almeno 15 mila case. “Molte delle nostre famiglie si trovavano in abitazioni in cui nessuno farebbe vivere il proprio peggior nemico”, ha dichiarato Stephens.

Il complesso edilizio include giardini e campi da basket. Alcuni appartamenti sono adibiti ad uffici e sono previste cucine semi professionali al primo piano, con lezioni di cucina che verranno tenute per promuovere stili di vita sani e salutari. Tutti i servizi ausiliari sono finanziati dalla The James Family Foundation.

“In questo modo ci si occupa della sicurezza della città e del luogo. Adesso non è più possibile camminare per queste strade e dire che non si vorrebbe mai vivere qui”, ancora Stephens parlando del progetto edilizio: “Essere in condizioni economiche difficili non vuol dire automaticamente non poter vivere in maniera dignitosa”.

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Il prossimo anno verrà ultimato un altro progetto di cui i residenti hanno un disperato bisogno, che dia accesso a maggiori cure sanitarie. A tre blocchi dal complesso, la fondazione sta progettando di costruire un servizio di primo soccorso chiamato I Promise HealthQuarters. Includerà un laboratorio, una farmacia presidiata 24/24 diretta da AxessPointe, che amministra diverse cliniche nella zona urbana e sta fornendo supporto nella costruzione dei servizi I Promise, ed infine un servizio di supporto mentale gestito da Coleman Health Services. Il sito sarà aperto all’intera comunità di Akron.

Un altro pezzo del mondo I Promise, un centro sportivo di allenamenti, è in apertura. House Three Thirty (dopo l’area urbana di Akron) si trova nell’ex Tangier Restaurant & Cabaret, un luogo di ritrovo che un tempo ospitava artisti del calibro di Tina Turner e Ray Charles. La fondazione ha acquistato l’edificio e finanziato la restaurazione. Cene, incontri ed eventi saranno un preludio delle offerte lavorative che le famiglie riceveranno. L’edificio sarà provvisto di un bar sport ed un museo che esporrà alcuni cimeli mai visti della carriera cestistica di LeBron James. Il sito si trova a meno di mezzo miglio dalla I Promise School e parte della scelta del luogo deriva dalla volontà di ridurre le difficoltà di viaggio per gli studenti lavoratori.

JPMorgan Chase, partner di lunga data della James Foundation, creerà uno spazio adibito a fornire consigli finanziari. Uno Starbucks Community Store provvederà a fornire corsi di apprendistato e formazione lavorativa (e ovviamente tanti caffè) agli studenti della I Promise, oltre che ai loro familiari e membri dello staff. Ci saranno una ball-room da 500 posti per eventi in larga scala, una cigar room, una gelateria ed una pizzeria, che provvederanno ad istruire ed arruolare nuovi membri dello staff anche dagli studenti.

Così come in altri settori dell’universo I Promise, James spera di creare un modello che sia riproducibile e trasferibile ad altre comunità nel mondo.

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“Penso che non ci sia nulla di più potente per contrastare la povertà degli investimenti nell’istruzione delle generazioni future”, ha detto Theodos dell’Urban Institute: “Ora, influenzerà la vita di centinaia di migliaia di bambini? No. Migliaia? Col tempo. Ma questo sforzo conta ed è importante proprio perché fa da esempio. E questo influisce direttamente sul benessere della comunità”.

Ciò che il numero 6 dei Lakers sta provando ad attuare nella sua città natale non sarebbe stato possibile senza la sua fama ed il suo potere mediatico, o l’accesso alle sue partnership. Ma ciò che conta davvero è quanto LeBron creda in questo progetto.

“Non è possibile costruire una scuola e dare aiuto alle famiglie in soli cinque anni. Direi quasi che non è possibile neppure in dieci”, ha proseguito Thodos. “Ci vogliono da quindici a trent’anni di sforzo collettivo tra vari settori, servizi e domini. Ed è tutto parte di un processo evolutivo. Un grosso target, che richiede un lungo periodo di realizzazione”.

Questa è la battaglia più grande che James porta avanti da circa tre decadi. Ci sono bambini e genitori, che LBJ non ha mai incontrato in vita sua, che riceveranno benefici dalla sua abnegazione. Ci sono bambini che dipenderanno dal frutto del suo sudore che non sono ancora al mondo. E questa sfida andrà avanti molto dopo che la carriera cestistica di King James sarà terminata. Per varie ragioni ha legato la sua vita a questa causa perché il miglioramento dell’area urbana di Akron e della vita dei suoi cittadini è esattamente ciò The Choosen One e The James Family Foundation hanno in programma.

Forse, in futuro saranno previsti anche servizi di vigilanza. Bisognerà importarne altri già funzionali ad Akron e creare una legislazione che possa combattere la povertà giovanile, quel dramma a cui LeBron è sfuggito ma di cui tanti ragazzi sono attualmente vittima.

“Uno degli aspetti che potrebbe migliorare ulteriormente le cose, se fosse d’interesse della fondazione, è capire che lezioni apprendere da quest’investimento e dall’influenza locale e statale”, ha confidato Gallagher: “Non si parla di soli dollari. È una parte importante del progetto, ma si parla di credibilità. Degli occhi di tutti rivolti qui. Di ciò che LeBron identifica come problemi fondamentali e per cui richiede affidabilità agli amministratori pubblici per migliorare le condizioni ed i processi di questa città.”

Istruzione professionale è ciò che Lebron James ha in mente di offrire, ed il timore di sbagliare può essere alto. Ci saranno certamente battute d’arresto e duri colpi da digerire durante tutto il processo. Ci vorrà tanta pazienza e continui finanziamenti per vedere i primi veri risultati tra 10 o 15 anni.

“Avete idea di quante persone credano ancora che gli afroamericani siano geneticamente inferiori? O che gli ispanici non possano apprendere? Ci sono finanziamenti, risorse, rimpiazzi, curriculum e leadership. Nominandole ci si rende conto che siano barriere, ostacoli. Ma ciò che amo è pensare a ciò che potrebbe essere”, ha dichiarato McClure: “Credo che i giovani, uomini e donne, continueranno ad arrivare per fomentare il processo di istruzione di chi verrà dopo di loro e così via.”