
Questo contenuto è tratto da un articolo di John Voita per Bright Side Of The Sun, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.
Il calendario ha sancito l’inizio del nuovo anno, il 2025. Si è giunti ad un quarto di secolo. Ma non eravamo appena giunti al 2000? L’appassionato medio di basket in Arizona poteva trovarsi tranquillamente nel bel mezzo delle Superstition Mountains, ad accendere un fuoco con i compagni di scuola, bevendo le prime birre di nascosto, ascoltando canzoni dei REM, preparandosi ad incontrare una società apparentemente non pronta alla doppia cifra nei computer. Da allora il tempo è volato via rapidamente. Con ogni nuovo anno giungono anche una carrellata di pensieri e idee, e nel sano spirito dell’abuso di cliché e tradizioni stranote, ne sono venute un paio anche riguardo ai Phoenix Suns. Perché se c’è qualcosa di cui i Suns hanno bisogno, oltre che di un roster integro e in salute, è proprio una direzione da seguire. I Led Zeppelin, nel loro masterpiece Stairway to Heaven, cantavano che “ci sono due strade da poter percorrere, ma nel lungo periodo, è sempre possibile scegliere di cambiare il percorso adottato.”. Questo verso sembrerebbe fatto ad hoc per i Phoenix Suns, giunti oramai ad un crocevia: seguiranno le auree aspirazioni al successo o precipiteranno negli oscuri meandri del potenziale sprecato? Per i Suns è tempo di scegliere un percorso.
1) Vincere un maggior numero di partite
Sembrerebbe ridicolo, ma osservando una squadra con un record di 15-17 in 32 sfide disputate, sarebbe logico sperare che vinca qualche partita in più. Deduzione scioccante, no? Questa squadra si è presentata ai nastri partenza con 47.5 di Over/Under su FanDuel, e a molti pareva uno scherzo. La sensazione era che avrebbero surclassato l’Over, con molti tifosi pronti a scommettere su più di 50 vittorie a fine anno. Bene, con ancora 50 partite da disputare, quella scommessa sembrerebbe più un poco sobrio Buon Proposito in vista dell’Anno Nuovo. Contestualizzando meglio: la scorsa stagione, quando il calendario era giunto a gennaio, i Suns avevano le stesse 50 partite da disputare di quest’anno. Hanno messo a referto un record di 32-18 in questo intervallo di sfide, con una rispettabilissima Win Rate del 64%. Che risultato è venuto fuori, dopo questi sforzi? Il 6° seed. Tralasciando questo risultato, nonostante un ottimo finale di stagione, i Suns se la sono a mala pena cavata. E in questa stagione? Stanno vagando senza meta, come un teenager senza Google Maps. Alcuni di essi, nonostante percorrano la stessa medesima via ogni giorno, non saprebbero ripercorrerla senza il cellulare. Ed è esattamente ciò che sembrano questi Phoenix Suns. Persi, senza una via e fin troppo fiduciosi in aiuti esterni per cercare di far quadrare le cose. Il percorso rimanente richiede molto più che un semplice ricalcolo. Servirebbe un risveglio di tutto il roster. Perché l’attuale energia, quasi apatica, questa routine meccanica, è la causa per cui la franchigia dell’Arizona si trova ad avere un record di 0.5, inscenando un faccia a faccia con la mediocrità. La voglia di raggiungere i propri obiettivi deve irrompere sulla scena, e deve farlo in fretta. Probabilmente è giunto il momento di una riunione dei soli membri del roster, in cui mettere da parte le inezie e cominciare a motivarsi vicendevolmente. Sostenersi a vicenda per la loro ridicola fase difensiva, la carenza di sforzi e impegno, la loro sicurezza nel ball-handling da “mani insaponate”. Non ci sono più scuse. Non potranno più scrollarsi di dosso le sconfitte come se fossero parte di un enorme progetto cosmico. La squadra ha bisogno di risolvere questi problemi adesso, istantaneamente, per trovare una soluzione alle sconfitte e trovare la via della vittoria. Poiché la stagione non è in attesa che trovino una soluzione. Devono essere concentrati sulla vittoria delle singole partite. Punto e basta.
2) Mandare tutto all’aria
Proprio così. Queste parole tornano in mente a molti dopo ogni sconfitta, ma altrettanti si sono trattenuti dall’espletare il pensiero: servirebbe un sano rebuilding. Non molti lo vorrebbero. I tifosi preferiscono avere star nel roster dei Suns: ma qual è il vantaggio, se giocano come nella Stagione 2017/18? Almeno in quel periodo i tifosi avevano ciò che facilmente si può trovare in un’opera di Sandra Bullock e Harry Connick Jr.: la speranza. Dopo le analisi approfondite fatte in estate sulla qualità del roster, e tutte le domande riguardo a dove la squadra si sarebbe trovata in occasione della trade deadline, un pensiero oscuro si è fatto avanti nel retro della mente dei tifosi: “e se facessero schifo?”. Molti hanno preferito non parlarne esplicitamente, ma adesso quella lugubre realtà è giunta a bussare alla porta della franchigia dell’Arizona. Tornando indietro nel tempo, sembrava quasi impossibile dover trovare un piano d’emergenza, ma questa è la realtà dei fatti. Il 6 febbraio è alle porte, e questa squadra dal record di 0.5 vittorie dovrebbe possedere il tasto per l’autodistruzione. E nessuno si salverebbe. Kevin Durant? Scambiarlo. Non c’è franchigia NBA che non sarebbe pronta ad accogliere i suoi servigi. KD è un all-time élite scorer, in grado di mettere in salvo le risorse del roster, cucinandole a puntino. Devin Booker? Se la scelta fosse davvero questa, il discorso riguarderebbe anche lui. La pletora di scelte al Draft e di giovani talenti in cambio di D-Book sarebbe incredibile. Ripartire da zero scambiando uno dei più grandi giocatori della storia dei Suns potrebbe sembrare un’opzione estrema – quasi come optare per l’uso della bomba atomica – ma se James Jones dovesse prendere questa decisione, ad essere onesti, probabilmente non sopravviverebbe al fallout. Già, il patron dei Suns, Mat Ishbia, è andato all-in alla ricerca del Titolo NBA. Ma va considerata una cosa: a volte è necessario ripartire dalle fondamenta per ricostruire l’intera mansione. E adesso? Le fondamenta stanno scricchiolando. Il legno è quasi marcio, la carta da parati sta iniziando a staccarsi dalle mura e c’è una silenziosa perdita in bagno che nessuno parrebbe in grado di localizzare. Oh, beh, potrebbe forse trattarsi del contratto di Bradley Beal?
Esser giunti a tutto questo è davvero vergognoso, ma a volte la realtà schiaffeggia più forte di una sospensione inflitta a Jusuf Nurkic. Molti tifosi in Arizona odiano questo approccio pessimistico. Ma questo è il fatto: non si tratta di pessimismo, ma di realismo. E quest’ultimo richiedeva che si delineassero questi 2 percorsi, queste 2 soluzioni che i Phoenix Suns devono abbracciare in toto addentrandosi nel 2025, per poter salvare la stagione in corso. Quindi, cosa ne sarà di questi Phoenix Suns? Si disgregheranno? Oppure percorreranno questa strada impervia fino al Play-In Tournament? L’ipotesi più probabile è la seconda. Non sfalderanno l’intero roster, non in questo momento. Più probabilmente riusciranno a creare la loro via verso la post-season – forse attraverso l’8° seed. Forse riusciranno a rendere la vita poco facile agli Oklahoma City Thunder. Ma tutti sanno già come andrà a finire: un’altra stagione priva di Anello, un’altra annata di aspettative non corrisposte, un’altra estate colma di lamenti e di “What if?”. Quale sarà quindi la soluzione in vista del Nuovo Anno? Osservare con più ottimismo questa squadra ed essere fiduciosi. Davvero. Ma ogni volta che ci si prova, la realtà riporta tutti con i piedi per terra. E quindi, che diamine, forse sarà meglio concentrarsi sul mangiare un po’ meglio in questo periodo di festa.