Harrison Barnes ha ri-firmato con i Sacramento Kings per tre anni: una riflessione sulla strategia conservativa della franchigia

“Run it back”: così, dall’altra parte dell’oceano, chiamano la strategia scelta dai Sacramento Kings per la prossima stagione. Dopo un terzo posto nella Western Conference e una serie Playoffs portata a Gara 7 contro gli Warriors, entrambi risultati insperati alla vigilia, il front office ha deciso di riconfermare in blocco il roster della passata stagione.

Per farlo, si è accordato con Harrison Barnes per un nuovo contratto da ben 54 milioni di dollari in tre anni, circa 18 annuali. Ormai 31enne, Barnes è un’ala ancora solida nelle due metà campo, che funge sostanzialmente da veterano per eccellenza del giovane gruppo; tuttavia, l’ex Warriors e Mavs viene da una post-season abbastanza deludente, in cui ha sbagliato qualche tiro di troppo e visto il suo minutaggio calare, talvolta drasticamente.

Le avvisaglie di un calo fisico e di una necessità di trovare un upgrade nel ruolo c’erano, ma i Kings hanno deciso (legittimamente) di ignorarle. E ora, dal punto di vista salariale, le opzioni rimangono poche.


Mettiamola così: i Kings, partendo dalla buonissima base di partenza dimostrata nella stagione 2022-23, avevano a disposizione spazio salariale a sufficienza per osare, pensando allo step successivo già in questa Free Agency. Ancora prima che essa cominci, invece, hanno optato senza batter ciglio per il rinnovo di un 31enne solido ma limitato, che occuperà il cap per altri tre anni ad una cifra pericolosamente vicina ai 20 milioni di dollari annui.

E’ vero, in questo modo hanno scongiurato il rischio di peggiorare il loro livello; ma siamo sicuri che il rischio di porre un tetto alla propria crescita sia meno minaccioso?

L’NBA è un posto crudele. Un giorno sei la squadra-sorpresa della lega, simbolo del nuovo che avanza, con un ambiente colmo di entusiasmo, e il giorno dopo sei una squadra bloccata nel limbo, condannata alla perenne eliminazione al primo turno dei Playoffs, in attesa del momento in cui ricostruire nuovamente da zero.

Soprattutto quando sei in uno small market e non puoi contare su un talento generazionale a roster – e, per quanto fenomenale, DeAaron Fox non sembra esserlo – i treni per provare il salto verso lo step successivo, quello della lotta per il titolo, vanno presi al volo.

E con un mercato che potrebbe diventare selvaggio nei primi giorni di Free Agency, i Kings potrebbero averne appena perso uno.