I Lakers hanno vinto Gara 2 contro i Timberwolves cambiando marcia nella metà campo difensiva

Notte e giorno: questa è stata la differenza tra la prestazione dei Los Angeles Lakers in Gara 1 e quella in Gara 2. Non hanno solamente vinto e pareggiato la serie, hanno preso il controllo della partita fin dai primissimi minuti e l’hanno tenuto fino alla fine, nonostante una piccola rimonta subita nel finale (mai davvero sbocciata).
Negli ultimi giorni molti tifosi e reporter che si occupano dei Lakers si sono concentrati sul modo di attaccare dei gialloviola. Hanno criticato aspramente la mancanza di giochi offensivi chiamati da coach JJ Redick, che ha lasciato spazio a possessi più casuali e statici. Davanti ai giornalisti, Redick aveva negato il problema, ponendo l’enfasi sulla gestione dei palleggiatori e sulle spaziature date dagli altri.
Stanotte si è visto qualche progresso, soprattutto nel primo tempo, con qualche uscita dinamica giocata a beneficio di LeBron James. Ma l’attacco dei Lakers rimane una sequenza di isolamenti, ed è inevitabile che sia così. Con Luka Doncic e Austin Reaves in campo, l’1-contro-1 con i mismatch rimarrà sempre inevitabilmente l’opzione più accreditata. E il piano partita difensivo di Minnesota non fa niente per evitarlo, limitando al minimo gli aiuti dal lato debole per non concedere scarichi facili per i tiratori.
I Lakers hanno segnato 94 punti, 1 in meno rispetto a Gara 1. Eppure hanno vinto senza particolari sofferenze. E sapete perché? Perché il vero termometro di questa squadra è la difesa.
L’importanza di LeBron per la difesa dei Lakers
Per capire come stanno difendendo i Lakers, guardate l’atteggiamento di LeBron James.
Stanotte fin dal primo possesso si è capito benissimo che la partita sarebbe andata diversamente rispetto a due giorni fa. LeBron si è sacrificato per 40 minuti, piegando le ginocchia e pressando forte quando chiamato a difendere sui palleggiatori, andando forte a rimbalzo e facendo valere la sua presenza negli stunt su Anthony Edwards. E come spesso accade, tutti gli altri lo hanno seguito e hanno fatto lo stesso.
I Timberwolves, che non hanno né il personale né le spaziature offensive necessarie per sostenere la produzione offensiva di Gara 1, hanno terminato il primo quarto con soli 15 punti segnati, e non sono mai arrivati a 30 nei tre quarti successivi. Gli 85 punti finali, per quello a cui siamo abituati nell’NBA di oggi, sono il risultato di una difficoltà immane nel trovare la via del canestro.
I Lakers hanno ancora la possibilità di chiudere questa serie relativamente in fretta, ma tutto parte dal modo in cui difenderanno. E nell’era post Anthony Davis, il rendimento difensivo è una diretta conseguenza dell’attività di LeBron.