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Christian Wood è la ciliegina sulla torta di questa offseason dei Los Angeles Lakers. Il giocatore, ex Mavs, arriva al prezzo del minimo salariale con un accordo di 2 anni, valido per $5.7 milioni totali, con una player option per il 2024/25. Nella passata stagione in Texas la sua gestione è stata abbastanza difficile da capire, passando da periodi con ottimo minutaggio in campo ad altri apparentemente fuori dalle rotazioni, o quasi, di coach Jason Kidd. In questi anni, il lungo – andato undrafted nel 2015 – non ha mai trovato una fissa dimora, nonostante lampi di grande talento, soprattutto offensivo. Wood non ha nemmeno 28 anni, però, e adesso potrà cercare di raddrizzare una carriera inesplosa in un contesto con meno responsabilità, ma nel quale, sulla carta, sembrerebbe incastrarsi a meraviglia. Si tratta di un tiratore dal 38% in carriera, ormai stabilmente oltre le 4.5 triple tentate a partita, di 208 centimetri, abilissimo in spot-up e sul pick&pop. Basti vedere i dati della passata stagione, in linea con quelli messi su anche ai Rockets, per Synergy:

  • spot-up, piazzati: 1.181 punti-per-possesso, 84esimo percentile, 59.8 eFG%
  • pick&roll da bloccante: 1.441 punti-per-possesso, 93esimo percentile (!), 72.0 eFG% (!)
    • pick&roll da rollante a canestro: 1.679 punti-per-possesso, 84.4 eFG% (!)
    • pick&pop verso il perimetro: 1.232 punti-per-possesso, 62.2 eFG% (!)
  • post-up spalle a canestro: 1.036 punti-per-possesso, 66esimo percentile (molto buono), 60.0 eFG%

Nessuno – su un minimo di 150 possessi totali in stagione – ha avuto più punti-per-possesso di Wood sul pick&roll da bloccante, sommando roll e pop, giusto per rendere l’idea di che razza di talento offensivo si tratti – aggiungendo anche i numeri sui piazzati e dal post. Si tratta di un lungo capace di attaccare a tutto tondo, che spartisce quasi equamente i possessi sul pick&roll tra roll e pop sul perimetro, che può mettere palla a terra per attaccare il closeout, così come sfruttare il mismatch per arrivare sulla linea di fondo o tirare sopra il difensore grazie a un ottimo tocco. Lo scorso anno è stato impiegato anche tanto in transizione impostando dei drag per Luka Doncic, una buona notizia per i Lakers, che vivono di questo tipo di situazioni.

Difensivamente, non si tratta di un giocatore altrettanto talentuoso quanto quello visto nell’altra metà campo, ma può essere utile in più modi. Trattandosi di un lungo mobile, può reggere sporadicamente sui cambi contro giocatori più “piccoli”, mentre per il resto il suo utilizzo più efficace sarà certamente in aiuto al ferro, motivo per cui sarà molto probabile vederlo in quintetti con Anthony Davis o, nella second unit, coordinato a Jaxson Hayes – in sostanza, sempre affiancato da un rim protector primario. Per fare un esempio, se ne immagina un utilizzo in lineup simili a quelle viste con Rui Hachimura in campo nella passata stagione.

Questo è il motivo esatto per cui si tratta di una grande presa: trattandosi di un minimo salariale, è un investimento assolutamente sensato su un giocatore in cerca di rivalsa, che dunque sarà interessato a valorizzare il proprio tempo nel tentativo di mettersi in mostra e aumentare i profitti, come dimostra anche l’opzione per il secondo anno, o comunque il tempo trascorso in NBA. Inoltre, il veteran minimum è anche un salvagente che permetterà ai Lakers di gestire la situazione a piacimento anche qualora le cose non dovessero funzionare, non trattandosi di un contratto pesante o lungo, né di uno che garantisca uno “status” per cui si debbano garantire minuti al fine di non andare in perdita. Se c’è una vetrina capace di rilanciare Christian Wood, è quella giallo-viola.