
Questo contenuto è tratto da un articolo di Troy Renck per The Denver Post, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.
È normale commettere errori sul lavoro. Per Russell Westbrook è una priorità. “Il mio lavoro, scusate il linguaggio”, ha spiegato Westbrook, “è quello di fare ca**ate”. L’unica domanda è se lo farà per i Nuggets o per i Clippers.
La divertente Gara 1 di Denver con i Los Angeles Clippers si è conclusa con una vittoria ai supplementari per 112-110, una nervosa ed estenuante dimostrazione di resilienza e di superamento degli ostacoli: il debutto nei playoffs dell’allenatore ad interim David Adelman, la pressione di dover cancellare un deficit di 15 punti e Westbrook, che gioca a pallacanestro come un coniglietto Energizer sotto eccessiva caffeina.
I Nuggets hanno quasi perso per colpa sua. E non avrebbero mai vinto senza di lui. L’idea che i possano vincere altre tre partite di questa serie con Michael Porter Jr. che segna tre punti, per giunta sul primo canestro di Denver, è folle. Hanno bisogno di lui, anche se ha dimostrato perché sarà così difficile scambiarlo. Ma è stato evidente fin da subito che Porter fosse scollegato. Sembrava timido da oltre l’arco e perso in difesa. Adelman non aveva scelta. Tutti a bordo delle Russell Roller Coaster. Allacciate le cinture.
I Clippers lo hanno sfidato a batterli. Lui l’ha fatto, segnando gli ultimi sette punti dei Nuggets nei tempi regolamentari. Ha anche fallito un tiro allo scadere. Ha fatto quello che voleva sui rimbalzi offensivi, ma ha tentato uno sconsiderato layup in palleggio nei tempi supplementari a 13 secondi dalla fine, quando avrebbe dovuto sfruttare meglio il tempo a disposizione (l’ultima cosa di cui Denver aveva bisogno era Westbrook, tiratore di liberi dal 66.1%, alla linea della carità per proteggere un vantaggio di 108-107).
E, oh sì, ha anticipato la stella dei Clippers James Harden su una rimessa a 10 secondi dalla fine, causando una palla persa perché “conosceva lo schema”, ha ammesso Westbrook, citando il periodo trascorso con i Clippers la scorsa stagione. Era lì quando i Nuggets avevano bisogno di lui. Agent Caos è diventato Agent Calm. Almeno in Gara1. “Ha fatto delle giocate importanti”, ha detto Nikola Jokic. “È fatto così”.
Ma nessuno fa salire la pressione sanguigna della Nuggets Nation come lui. Trasporta i passeggeri attraverso curve strette e pendenze ripide, senza mai toccare i freni. Lo fa sembrare facile. Fa venire la nausea. A volte nello stesso possesso.
“Russ è Russ. In difesa è stato assolutamente incredibile. Anche quando non è stato lui a forzarle, credo che il motivo per cui si sono verificate le palle perse sia stato il modo in cui si è mosso e ha avuto un impatto sul gioco. In un paio di occasioni ha attaccato, e secondo me avrebbe potuto passare la palla. Ma se vede qualcuno davanti a sé, che lo marca in uno-contro-uno, attacca. Non credo che cambierà dopo 17 anni.”
– coach Adelman
Con la partita che scivolava tra le dita dei Nuggets, Westbrook è entrato nel secondo quarto. Ha fornito energia e intensità difensiva, creando problemi. “Hanno giocatori dinamici, grandi taglianti, giocatori che catturano lob”, ha detto Westbrook.
Deve comunicare ed eseguire. E se vuole giocare 34 minuti da trentaseienne, come ha fatto sabato, deve fornire qualcosa in attacco per alleggerire la pressione su Jokic, Jamal Murray e Aaron Gordon. Ha segnato un canestro da 3 punti durante il 13-2 dei Nuggets alla fine del primo tempo, un parziale che ha davvero vinto la partita, se vogliamo essere onesti. È stato più che altro un tiro veloce che si è infilato nel ferro, ma è entrato. “Molte persone mettono enfasi sui tiri segnati e quelli sbagliati. Ma nei playoffs l’unica cosa che devi fare è vincere la partita”, ha detto Westbrook, che ha chiuso con 5 su 17 dal campo – “Non mi interessa come lo fai”.
Il fatto che Jokic si fidi di lui rimane affascinante. Nessuno lo avrebbe biasimato se avesse avuto una crisi di fiducia dopo gli ultimi 14 secondi della sconfitta contro Minnesota, un finale che ha contribuito ad accelerare il licenziamento dell’allenatore Michael Malone. Westbrook ha sbagliato un layup e ha commesso un fallo su un tiro da tre: una sequenza folle che ha messo in crisi i cuori dei tifosi e la qualificazione ai playoffs. Ma sotto la guida di Adelman, che si è impegnato a far giocare i “migliori giocatori” alla fine delle partite, non i favoriti, si è stabilizzato.
Westbrook apparteneva a quel gruppo a fine partita. Per ogni tiro sbagliato, c’era un rimbalzo. Per ogni tiro sbagliato, c’era una giocata difensiva. L’ex MVP sa che i Clippers non credono che lui possa batterli. C’è un motivo se lo lasciano libero. Questo rende la cosa più personale?
“Non fino a quando non vinceremo la serie, poi potremo discutere se avremo fatto il nostro dovere. Quella è una squadra tosta. Non abbiamo fatto nulla di speciale. Abbiamo vinto una partita sul nostro campo di casa.”
– Russell Westbrook
Westbrook era scintillante nello spogliatoio. Il suo abbigliamento era impossibile da non notare, come l’uomo stesso che lo indossava. Sembrava di platino. “No”, ha corretto Westbrook, “è d’argento”. Ma la sua performance è stata oro puro.