Retaggio di un sistema offensivo ormai disfunzionale, Mazzulla e i Boston Celtics devono credere nelle proprie idee per restare competitivi ai Playoffs.

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FOTO: NBA.com

Questo contenuto è tratto da un articolo di Adam Taylor per Celtics Blog, tradotto in italiano da Alessandro Di Marzo per Around the Game.


Dimentichiamo per un attimo la rocambolesca sconfitta contro gli Houston Rockets di ieri e pensiamo ai Boston Celtics che conosciamo bene, quelli capaci di giocare splendidamente e dominare offensivamente e difensivamente a partire dai primi mesi di stagione: tanti tagli, velocità e tiri non solo wide open, ma anche perfettamente integrati nel ritmo offensivo della squadra, capaci di punire ogni difensore che provasse minimamente ad aiutare sul perimetro.


Le gare di inizio stagione dei Celtics erano caratterizzare da un quintetto molto perimetrale, con tutti i giocatori vicino all’arco e con una rotazione composta da elementi capaci di agire pericolosamente con o senza palla, segnando in più modi e riuscendo a creare mismatch con ottimi blocchi.

Le difese affrontate non hanno brillato, ma è anche vero che Boston scendeva in campo con la determinazione e la convinzione di poter dominare con il talento a disposizione.

Tuttavia, dal ritorno di Robert Williams, Boston è tornata ad utilizzare una lineup con due lunghi, operando un 4-fouri-1-dentro, con RWIII sotto canestro. Di norma ciò non dovrebbe rappresentare un problema, dato che Williams assicura uno spacing verticale di qualità e sa lavorare sul perimetro come perno per il movimento di palla. La sua presenza ha però comportato la perdita di un ball handler e di un tiratore, ed il baricentro dei movimenti offensivi della squadra è cambiato.

Improvvisamente, le squadre avversarie hanno accettato di raddoppiare o eseguire hard hedge (non perdetevi la nostra guida per conoscere tutti i termini tecnici QUI) contro il ball handler, sapendo che il resto della difesa avrebbe potuto ruotare agilmente per bloccare Williams.

Non a caso, infatti, tra le 5 migliori lineup di Boston per point differential solo una fa ricorso al doppio lungo, ed è formata da Derrick White, Jaylen Brown, Jayson Tatum, Al Horford e, appunto, Robert Williams; in 138 possessi, questo quintetto ha collezionato un +46 di differenza punti cumulata.

Le altre vedono uno tra Jayson Tatum e Grant Williams da 4, nessuno che venga considerato un vero e proprio lungo in senso generale. Per Cleaning the Glass, la lineup con Marcus Smart, White, Brown, Tatum e Horford è stata la più utilizzata da coach Joe Mazzulla in stagione, con più di 600 possessi per un totale di +13.2 di point differential.

Con Williams attualmente out per infortunio, i Celtics sono tornati a credere nella 5-out lineup, e per un po’ abbiamo visto l’impatto che questa scelta ha avuto. Mercoledì scorso, contro i Portland Trail Blazers, Boston ha penetrato di più, andando a caccia di tocchi nel pitturato e muovendosi bene senza palla, il tutto con tante opzioni possibili a cui gli avversari hanno dovuto pensare.

Nell’azione qui sopra, i Celtics utilizzano Derrick White, che effettua uno short roll attirando l’attenzione di mezza difesa di Portland, che a questo punto si perde Horford a pochi passi – e anche Jaylen Brown e Marcus Smart sul perimetro – libero di appoggiarla.

Marcare questo tipo di attacchi è davvero difficile, specialmente quando le squadre provano a a concentrarsi sulla stella della squadra e vengono sorpresi dagli altri. In questa stagione White sta tirando col 65% al ferro e col 44% dalla zona del mid range più vicina a canestro, più o meno l’area del floater. Le difese devono fare attenzione anche a chi non si aspettano, in queste zone del campo.

È qui che capiamo che Boston deve scrollarsi di dosso la lineup con due lunghi: parliamo infatti di una squadra che mette gli incubi agli avversari quando un solo lungo gioca attorno al perimetro, viste le chance di azioni delay, stagger screen più fluidi e tante altre soluzioni che rendono il lavoro difensivo molto arduo.

Mazzulla ha iniziato la stagione con un determinato tipo di gioco, di sistema, e ora sembra voglia variare riprendendo le idee di Ime Udoka, e non sta funzionando. Perché, quindi, non tornare dove si è stati e si sta bene? Prima dei Playoffs va costruita un’identità offensiva genuina, e giocare come a inizio stagione potrò essere la chiave del possibile successo dei Boston Celtics.