Dopo una stagione regolare chiusa al primo posto ad ovest, OKC punta a sorprendere anche in post-season

FOTO: okcthunderwire.usatoday.com

Gli Oklahoma City Thunder hanno chiuso la propria stagione regolare in cima alla Western Conference, raggiungendo un traguardo che in pochi prima dell’opening night dello scorso ottobre si sarebbero aspettati. Non è però la prima volta che Shai Gilgeous-Alexander e compagni chiudono annate al di sopra delle aspettative: durante la prima stagione del nuovo corso di OKC, 2019-2020, la squadra al tempo guidata da Billy Donovan era riuscita nell’impresa di qualificarsi ai Playoffs come testa di serie numero 5 ad ovest nonostante l’ESPN BPI (Basketball Power Index, indice utilizzato per quantificare la probabilità di qualificazione ai Playoffs delle squadre NBA in termini percentuali) attribuisse loro lo 0.2% di possibilità di raggiungere la post-season. Sorprendente è anche stata la qualificazione al secondo turno di Play-in nella stagione 2022-23, quando la squadra dell’Oklahoma era partita senza particolari ambizioni e senza la propria chiamata numero 2 al Draft dell’estate precedente, Chet Holmgren. La franchigia di Clay Bennett, dopo svariati anni di ricostruzione, ora sembra pronta a compiere il passo in avanti decisivo, quello che consoliderebbe i Thunder tra l’olimpo delle contender.

Come arrivano i Thunder a questi Playoffs

La stagione regolare della squadra di Oklahoma City è stata caratterizzata da una costanza inaspettata per un gruppo così giovane: dal 30 novembre scorso in poi, i Thunder sono infatti sempre rimasti tra le prime 3 posizioni della propria conference, fino a compiere il sorpasso per il primo posto negli scorsi giorni.

La squadra del candidato al premio di Coach of the Year Mark Daigneault non sembra dunque arrivata fino a questo punto per caso: i risultati ottenuti in questa stagione sono il frutto di un percorso di crescita e di programmazione che va avanti da diversi anni sotto la guida di Sam Presti, General Manager della franchigia che in pochi anni ha saputo risollevare le sorti di quest’ultima dopo i pesanti addii di Russell Westbrook e Paul George. Lo stesso Presti, interpellato a maggio del 2021 sui piani futuri della squadra, disse:

“C’è una direzione chiara nella quale vogliamo andare per raggiungere i nostri obiettivi. E i nostri obiettivi sono elevatissimi. Quando torneremo a giocare in post-season, vogliamo che si tratti di un punto d’arrivo e non di una comparsata.”

La programmazione dell’ex assistente di R.C. Buford agli Spurs sembra quindi essere stata rispettata in pieno, con i Thunder che, seppur privi di particolari pressioni, non hanno intenzione di fare una semplice comparsata in questi Playoffs. Una caratteristica storicamente importante che però manca a questa squadra è l’esperienza: sono solo 134 le partite totali disputate in post-season tra tutti i componenti del roster, gran parte delle quali accumulate da giocatori che occupano posizioni marginali della rotazione di OKC. Tra tutte le squadre qualificate ai Playoffs di quest’anno, solo gli Orlando Magic hanno un ammontare totale minore di presenze, con 91.

GIOCATOREPRESENZE AI PLAYOFFS
Bismack Biyombo40
Mike Muscala35
Gordon Hayward29
Shai Gilgeous-Alexander13
Isaiah Joe11
Luguentz Dort6

Indipendentemente dall’esito positivo o negativo delle partite di questa post-season, questa cavalcata sarà utile per far sì che alcuni giocatori-chiave accumulino esperienza. Anche il coaching staff potrà mettere da parte del vissuto: coach Daigneault allenerà per la prima volta nella seconda metà di aprile, così come il suo giovane assistente Grant Gibbs; hanno poi una sola serie alle spalle Dave Bliss, Mike Wilks e David Akinyooye. L’unico assistente che può vantare svariate apparizioni post-stagione regolare è Chip Engelland, storico shooting coach e assistente dei San Antonio Spurs del periodo 2005-2022.

I segreti per il successo

I Thunder hanno dalla propria parte il fatto di aver perso 3 partite consecutivamente in una sola occasione, quando però sia Shai Gilgeous-Alexander sia Jalen Williams erano fuori per infortunio, fattore che denota quanto questa sia una squadra che non vive di folate. Inoltre, sono ottavi nella lega per clutch net rating con +10.7, altro dato che va in controtendenza rispetto ai soli 23.9 anni di età media della squadra: questi fattori delineano il profilo di una squadra solida, con un’idea di gioco ben definita.

Servirà tuttavia che tutti i componenti di OKC dimostrino di sapersi adattare alla pallacanestro di Playoffs, per certi aspetti diversa da quella della regular season a cui Giddey e compagni sono abituati. Sono infatti diversi gli aspetti che la squadra di coach Daigneault potrebbe soffrire:

  • la maggiore attività delle difese: i Thunder hanno spesso fatto ricorso agli isolamenti per punire le difese avversarie, con l’8.2% dei possessi in stagione regolare che è terminato con questa modalità di attacco (sesto dato più alto in NBA), anche a causa delle caratteristiche di giocatori come Gilgeous-Alexander e Jalen Williams; gli attacchi particolarmente statici tendono però ad essere penalizzati dal tipo di difese generalmente attuate in post-season.
  • la maggiore creatività delle scelte difensive: l’attacco di OKC si costruisce spesso sulla creazione di un vantaggio in 1-contro-1. È un sistema che nella stagione regolare può dare ottimi risultati, ma che nei Playoffs deve vedersela con coverage difensive in costante cambiamento, raddoppi, difese a zona e altro.
  • la maggiore fisicità: la scelta di giocare con Jalen Williams da ala grande e Chet Holmgren da centro ha permesso ai Thunder di essere molto dinamica e di godere spesso di un campo ben spaziato, ma un eventuale game-plan basato sull’attacco dei mismatch da parte dei lunghi avversari potrebbe costituire un problema per la difesa.
  • l’esposizione dei punti deboli: non solo per quanto riguarda il problema di chili sotto canestro, ma anche sulle lacune in altri ambiti. Alcuni esempi potrebbero comprendere le percentuali ondivaghe da dietro l’arco di Josh Giddey, la tenuta difensiva di Gordon Hayward o l’abilità di creare dal palleggio di Luguentz Dort.

Thunder – Pelicans, le chiavi tattiche della serie

L’accoppiamento 1-8 del primo turno a ovest vedrà scontrarsi due squadre versatili che fanno della dinamicità il proprio punto di forza: i Thunder hanno chiuso la stagione regolare al primo posto per frequenza di contropiedi in relazione ai possessi giocati, con il 20.7% delle azioni classificato come transizione. I Pelicans hanno invece dimostrato nelle 2 gare di Play-In la propria volontà di attaccare nei primi secondi dell’azione, con 15.5 tiri a partita presi in situazioni di early shot clock (ovvero quando mancano dai 22 ai 18 secondi sul cronometro), un dato che va ben oltre quello della prima classificata in questa statistica in regular season.

Il fattore che però più di tutti ha scosso gli equilibri della serie prima del suo inizio è l’infortunio di Zion Williamson contro i Lakers: per l’ex Duke si è trattato di uno stiramento al bicipite femorale della gamba sinistra, problematica che lo costringerà ad essere rivalutato tra poco meno di 2 settimane, e che quindi gli farà saltare quasi sicuramente l’intera serie. L’assenza di Williamson semplificherà il compito di coach Daigneault nel trovare i giusti accoppiamenti difensivi, che probabilmente vedranno le due principali bocche da fuoco di New Orleans, ovvero C.J. McCollum e Brandon Ingram, marcati rispettivamente da Luguentz Dort e Jalen Williams. Sarà poi compito di Holmgren arginare Valanciunas, mentre a Giddey sarà quasi sicuramente assegnato il compito di difendere su Herbert Jones, data la distribuzione dell’apporto di quest’ultimo sbilanciata più verso la metà campo difensiva che quella offensiva. In questo scenario, a Gilgeous-Alexander rimarrà Trey Murphy.

La certezza che invece contraddistingue le scelte difensive della squadra di Willie Green è l’accoppiamento Herbert Jones – Shai Gilgeous-Alexander, con il primo che nei 3 incontri stagionali ha tenuto il secondo a 5/14 (35.7%) dal campo quando marcato in situazioni di 1-contro-1. Marcare Jalen Williams spetterà probabilmente a Trey Murphy, mentre McCollum andrà su Dort. Infine, le lunghe leve di Ingram potrebbero provare a limitare Giddey, con Valanciunas che prenderà Holmgren.

Il ruolo di Valanciunas nella serie potrebbe però essere più vicino a quello della prima partita di Play-In contro i Lakers piuttosto che quello avuto nella seconda contro i Kings: Holmgren è un lungo mobile, che ha una dimensione perimetrale e che potrebbe mettere in difficoltà il lituano difensivamente, attaccandolo con tanto spazio a disposizione. Nell’ultima sfida tra Thunder e Pelicans dello scorso 26 marzo l’impiego del nativo di Utena è stato infatti limitato a 11 minuti: senza Williamson potrebbe guadagnare qualche apparizione in più nel corso della partita, ma le possibilità di vedere spesso in campo Nance Jr. o un quintetto “piccolo”, con la presenza di più ali a sopperire all’assenza di un centro vero e proprio, sono maggiori.

La scelta di giocare senza Valanciunas permetterebbe a New Orleans di usufruire di un’arma che i Thunder potrebbero soffrire offensivamente, ovvero i cambi sistematici. Essi impedirebbero alla squadra dell’Oklahoma di creare vantaggi con i blocchi e non andrebbero a creare mismatch particolarmente pericolosi, data la grande presenza di difensori con braccia lunghe nel roster dei Pels. La possibile contromossa a questa scelta potrebbe essere l’utilizzo di Dort da bloccante in punta, con McCollum (punto debole) che potrebbe dunque essere coinvolto nei pick&roll con Gilgeous-Alexander per forzare il cambio difensivo.

Un’importante fonte di gioco per i Thunder potrebbe poi essere quella dei movimenti senza palla delle proprie ali, in particolare di Gordon Hayward e Kenrich Williams, abili a sfruttare le attenzioni che le difese dedicano ai giocatori più importanti della loro squadra con dei tagli backdoor. Quest’arma potrebbe rivelarsi particolarmente utile nei caso in cui la compagine di Green decidesse di non voler dare McCollum in pasto a SGA, permettendo così a Holmgren di rendersi pericoloso con i suoi slip e di liberare le sue abilità da short-roll-man.

Per i Pelicans invece potrebbe dare ottimi risultati il pick&roll tra Ingram, portatore di palla, e l’uomo con cui Holmgren è accoppiato: in questo modo l’ex Lakers potrebbe punire la drop coverage, che il prodotto di Gonzaga è solito fare, con il suo letale tiro dalla media. Ingram è infatti stato il quinto giocatore per tiri tentati dalla media distanza per partita in questa stagione con 5.4, convertiti con una percentuale del 48.3%.

Inoltre, Murphy e compagni sanno come trovare punti in area nonostante la presenza di un rim-protector come Holmgren: i giocatori dei Pelicans si sono rivelati bravi a battere l’uomo dal palleggio e a trovare i propri lunghi nel dunker spot nel corso di questa stagione. La perdita di un giocatore mortifero in questo tipo di situazioni come Williamson si farà sentire, ma anche Nance Jr. ha saputo racimolare punti in questo tipo di azioni, spesso innescate dal primo passo e dalla velocità di lettura di Alvarado.

Saranno infine fondamentali, come sempre accade nei Playoffs, gli aggiustamenti, in una serie che si preannuncia ricca dal punto di vista tattico, nella quale si sfideranno due dei più giovani allenatori della lega, entrambi con un percorso di crescita positivo con le rispettive franchigie ed entrambi chiamati a compiere lo step successivo nelle proprie carriere andando oltre il primo turno dei Playoffs.