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Questo contenuto è tratto da un articolo di Dominic Chiappone per The Lead Sports Media, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


La maggior parte dei fan NBA avrà sentito pronunciare svariate volte nell’ultima decade: “Gli Charlotte Hornets hanno provato, ma senza successo, a imporsi nella corsa all’ottavo posto.”. Si tratta di una formula che ricorre ancora, e ancora, e ancora. Charlotte perderà infatti i Playoffs per l’ottava stagione consecutiva, la striscia di questo tipo più lunga della Lega fra quelle all’attivo. Dalle 48 vittorie nel 2015/16, gli Hornets hanno sempre vinto fra le 23 e le 43 partite, restando bloccati in un limbo che ormai va avanti da troppo tempo. Fino a che non è arrivata questa stagione.


Con un record di 17 vittore e 51 sconfitte, questo si prefigura (grazie al cielo) come l’anno in cui gli Hornets andranno in una nuova direzione, evitando decisioni a breve termine senza criterio e spingendo per un futuro sostenibile. Un paio di scambi a stagione in corso hanno dato un barlume di speranza in questo senso, e vedere Jeff Peterson così coinvolto nel nuovo ruolo da executive vice presidente of basketball operations è una boccata di aria fresca. Durante la sua conferenza introduttiva di queste settimane, l’ex assistant general manager dei Brooklyn Nets ha dichiarato:

“Il nostro obiettivo primario è quello di costruire un successo prolungato. Non vogliamo fare i Playoffs un anno e poi starne fuori per altre 3 o 4 stagioni. Vogliamo che sia sostenibile e che questa squadra si trasformi in un contesto vincente con costanza.”

Ma come possono gli Hornets costruire un futuro di questo tipo? Diamo un’occhiata.

Pulizie di primavera

Charlotte resta ovviamente una delle squadre dei bassifondi della Lega, specialmente in questa stagione. Per la cronaca, trovarsi così in basso è un aspetto positivo considerando quanto a lungo la franchigia sia rimasta nella terra di nessuno NBA. Gli Hornets sono in linea per chiudere con una ventina di vittorie e sono al quarto posto per “Lottery odds”, fra le 4 squadre cioè con più possibilità di avere una top pick al Draft, per Tankathon. La squadra è inoltre ultimissima, con un negativo di -10.30, secondo il simple rating system di Basketball-Reference – sistema che tiene conto della differenza punti in base alla difficoltà del calendario, semplificando all’estremo. Potrebbe addirittura essere il peggior record di franchigia dal 21-61 di oltre una decade fa, dai tempi dei Bobcats. Ecco quanto a lungo questa franchigia è rimasta bloccata in una spirale fra il troppo scarsa per fare i Playoffs e troppo poco per un completo rebuilding. Ma la filosofia sembra definitivamente essere cambiata stavolta, soprattutto dopo una trade deadline in stile tabula rasa.

Settimane prima della fine del mercato, Charlotte ha girato Terry Rozier ai Miami Heat per Kyle Lowry e una first-round pick 2027 protetta in lottery. Due ore prima della deadline, anche PJ Washington è stato scambiato in direzione Dallas, poi Gordon Hayward verso OKC, il tutto per scelte e flessibilità. Certo, è solo un inizio, ma un grande inizio. Realisticamente, Charlotte avrebbe dovuto completare questi scambi molto prima. In ogni caso, questo è un chiaro cambiamento in termini di tono e direzione per quelle che sono le priorità della franchigia.

Comprendere questo nucleo

Le mosse a stagione in corso hanno messo le fondamenta per il progetto futuro. Cosa arriva dopo? Gli Hornets restano dell’idea di costruire il roster attorno a LaMelo Ball, tuttofare offensivo che ha ancora 22 anni. Scelto alla #3 al Draft 2020, ha vinto il Rookie of the Year e fatto parte dell’All-Star Team al secondo anno, con un miglioramento graduale in termini di scoring e playmaking: viaggia a 23.9 punti di media, career-high, con 5.1 rimbalzi e 8.0 assist ad allacciata di scarpe. Ball inoltre resterà ancora a lungo, dopo aver firmato un quinquennale da $260 milioni la scorsa estate. Non sarà free agent fino al 2029, quindi fino ai 27 anni di età.

Cerchiamo di essere chiari: la preoccupazione è ancora presente, soprattutto in relazione alla salute fisica della giovane stella. Ha giocato 58 partite unendo le ultime due stagione e resta fuori, senza segni di miglioramento, dal 26 gennaio. Dopo un brutto inizio stagionale si è ripreso, ma la sua costante assenza dal parquet fa storcere il naso. La vera domanda che gli Hornets si devono porre, e a cui trovare risposta, è quale ruolo possa avere LaMelo Ball in una squadra Playoffs e cosa serva mettergli attorno.

I giovani Brandon Miller e Mark Williams sono un inizio e fanno anche loro parte del giovane e nuovo nucleo di Charlotte: il primo, seconda scelta assoluta al Draft 2023, viaggia a 17 punti di media ed è perfettamente complementare alla squadra come wing dalle multiple posizioni, versatile su entrambe le metà campo; il secondo gira quasi a doppia-doppia di media con 13 punti e 9.7 rimbalzi a partita, ma ha giocato solo 19 gare in stagione. Così come Ball, anche Williams ha 22 anni, mentre Miller 21. Sembra un buon trio da cui ripartire.

Nella giusta direzione… per ora

Gli Hornets avranno certamente la giusta flessibilità e numerosi strumenti per ricostruire il roster, e trovarsi in linea con la possibilità di avere un’altra scelta fra le prime 4 al Draft aiuta. La franchigia inoltre avrà oltre $40 milioni di spazio salariale da utilizzare in offseason, settimo maggiore della Lega secondo le proiezioni. Ovviamente, però, ci sono anche molte questioni da risolvere, a partire dal roster per arrivare a domande del tipo:

  • cosa fare di Miles Bridges?
  • Grant Williams, appena arrivato da Dallas, è un elemento da tenere a lungo termine?
  • in una classe di free agent non troppo eclatante, chi è un buon fit per Charlotte?

L’altro elefante nella stanza è Steve Clifford, al settimo anno come head coach (in due momenti differenti). Se questo è davvero un pieno reset, anche l’allenatore cambierà? Charlotte è caduta ripetutamente in pessime abitudini dal 2010, ma non sembra essere il caso di questa stagione. Sì, nonostante ci sia molto da capire ancora, l’attuale progetto degli Hornets sembra più logico di qualunque altro seguito nell’ultima decade, o quasi. Resta moltissimo lavoro da fare, ma aver cambiato strategia è già un grandissimo inizio.