Quella contro i Lakers non è stata una prestazione da Devin Booker – o, forse, sì?

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Questo contenuto è tratto da un articolo di John Voita per Bright Side of the Sun, tradotto in italiano da Edoardo Viglione per Around the Game.


La sconfitta dei Phoenix Suns ai quarti di finale dell’In-Season Tournament per mano dei Lakers, controversa o meno, conta ovviamente come una sconfitta e ha fatto scendere la squadra di Vogel al settimo posto della Western Conference con un record di 12-9. Bisogna dare anche i meriti a chi vince, quindi è giusto sottolineare come la difesa dei giallo-viola sia stata decisiva nel complicare i piani dei ragazzi di Frank Vogel. I Losangelini sono profondi e possono contare su giocatori come Prince e Vanderbilt, che aggiungono al roster intelligenza difensiva, fisicità e velocità laterale che fino ad oggi Phoenix non è stata in grado di affrontare. Per ora i Suns hanno giocato tre gare contro i Lakers e le hanno perse tutte.


Quindi sì, è stata una sconfitta, ma è stata “particolare” in quanto si trattava dei primi quarti di finale dell’In-Season Tournament, in un certo senso un elimination game. Questo discorso ci porta a Devin Booker. La stella dei Suns ha giocato in modo incredibile in quest’avvio di stagione abbracciando benissimo il suo nuovo ruolo di facilitatore primario. Ha appreso tutte le conoscenze necessarie dopo aver giocato per tre stagioni al fianco di Chris Paul e ora le ha inserite all’interno della sua pallacanestro. Il suo playmaking, inoltre, ha attirato su di lui numerose attenzioni anche da parte di ex giocatori e opinionisti.

Quella contro i Lakers, tuttavia, è stata una partita negativa per Devin Booker. Ha segnato solamente sei tiri dal campo, su sedici tentativi, e distribuito 6 assist, ma ha anche totalizzato 7 palle perse. Quindi si, ha commesso più palle perse che tiri segnati o assist in una partita che può essere definita elimination game. Uno dei punti che vengono toccati spesso dagli anti Booker riguarda proprio le sue prestazioni, non sempre ottime, nelle partite decisive.

Prima di martedì Devin Booker aveva giocato solamente tre elimination game in carriera. Com’erano andate?

  • Gara 6 delle NBA Finals contro Milwaukee: 19 punti (8/22 e 0/7 da tre punti) e 6 palle perse
  • Gara 7 delle WCSF contro Dallas: 11 punti (3/14 e 0/4 da tre punti) e 4 palle perse
  • Gara 6 delle WCSF contro Denver: 12 punti (4/13 e 1/3 da tre punti) e 2 palle perse

Le sue medie in queste tre partite sono molto differenti da quelle del vero Booker: 14 punti, 30.6% FG e 7.1% da tre punti. Se aggiungiamo anche la partita contro i Lakers queste stats diventano 15.7 punti, 32.3% FG e 13.3% dall’arco.

Penso, però, che sia sbagliato e troppo semplicistico ridurre le medie di Booker ai Playoffs guardando solo agli elimination game. Se pensiamo, ad esempio, alla run del 2021 che portò i Phoenix Suns alle NBA Finals è bene sottolineare due cose: da un lato era la prima post-season del giocatore e dall’altro giocò delle ottime gare, senza le quali probabilmente i Suns non sarebbero arrivati a due vittorie dall’anello. Viene naturale pensare a Gara 6 in casa dei Lakers in cui totalizzò 47 punti (8/10 dall’arco e 15/22 FG) oppure a Gara 1 delle Western Conference Finals contro i Clippers in cui dovette caricarsi la squadra sulle spalle a causa dell’assenza di Chris Paul e rispose con un ottimo 40-13-11. Booker disputò anche delle buone Finals, fatta eccezione per Gara 3, ma nella quarta e nella quinta gara della serie fu senza alcun dubbio il migliore dei suoi.

Nella scorsa post-season, invece, Devin Booker è stato a tratti il giocatore migliore ai Playoffs. Tra Clippers e Nuggets ha viaggiato a medie incredibili: 33.7 punti a partita con il 51% da tre punti ed il 59% dal campo, con anche 7.2 AST di media, 1.7 rubate e 0.8 stoppate per partita. È assolutamente normale quindi sottolineare come senza Booker i Suns probabilmente non sarebbero nemmeno arrivati a giocare quegli elimination game.

Tornando ora a martedì bisogna continuare a dare i meriti ai Lakers per come hanno difeso su Booker: la loro lunghezza, il loro atletismo, unite al loro IQ difensivo e alla capacità di chiudere le linee di passaggio lo hanno costretto a commettere molte palle perse. Fortunatamente per Phoenix, però, questa partita si è giocata durante il torneo stagionale e non ai Playoffs.