FOTO: Twitter / Washington Wizards

Nonostante l’età, gli infortuni e una piazza non proprio sotto i riflettori, dall’altra parte dell’Oceano si parla ancora di Danilo Gallinari. Dopo la nostra recente intervista esclusiva, che potete leggere QUI, anche Michael Scotto di HoopsHype ha rivolto alcune domande al giocatore italiano, in un articolo dedicato a più voci. Tra gli argomenti toccati, quello più caldo riguarda sicuramente il ruolo presente e futuro, non solo con Washington, in NBA, ma in generale prima del ritiro:

“Finché le mie gambe reggono, voglio giocare. Quando ami la pallacanestro così tanto nella tua testa, vorresti giocare fino a 70 anni, ma ovviamente le tue gambe non ti seguiranno. Finche saranno lì con me, sarò sempre mentalmente pronto a scendere in campo e a essere competitivo. Ho solo bisogno delle mie gambe e tutto andrà per il verso giusto.”

In tutto questo, nella Capitale, Gallinari sta trovando un ruolo che gli si addice in uscita dalla panchina, da veterano. Il contesto non è dei migliori per competere e non sembra esserci ancora un’idea chiara di quello che vorrà costruire il front office, che ha appena iniziato il rebuilding dopo le partenze di Kristaps Porzingis e Bradley Beal. Di prospetti interessanti ne arriveranno di più nei prossimi anni grazie alle first-round pick accumulate, e le poche futuribili note liete di questo roster sono rappresentate da Bilal Coulibaly, 19enne e settima scelta assoluta al Draft 2023 (per il quale il Gallo sta facendo da chioccia, come ci ha raccontato), e da Deni Avdija (23) e Corey Kispert (25), già però più “esperti”. Il resto, è o sarà scambiabile in toto.


In un contesto simile, diventa difficile farsi un’idea del rendimento dell’attuale Gallinari, il quale sta però avendo un ottimo impatto: i suoi 8.8 punti di media in appena 15 minuti a gara sono eccellenti, considerando il 64.7% di true shooting% con cui li mette a segno, tanto che questo dato proiettato su 100 possessi andrebbe a indicare oltre 27 punti di media, per lui cifra migliore dal 2020 con OKC. Il suo on/off, cioè la differenza fra quando sta in campo e quando sta fuori, è di +13.1 punti per 100 possessi, il quarto migliore di squadra dietro solo a Landry Shamet, Coulibaly e Delon Wright. E una prestazione da 18 punti nella vittoria contro gli Hornets dei suoi, la seconda – e finora ultima – stagionale.

Il merito dell’ottimo avvio e dell’integrazione in squadra andrebbe, come riporta Scotto, a Michael Winger e Will Dawkins – executive già conosciuti ai tempi dei Clippers e di OKC – e a coach Wes Unseld, assistente durante l’esperienza dell’italiano a Denver:

“Quando si ha la possibilità di lavorare con persone che hai già incontrato professionalmente e che conosci molto bene, è sempre grandioso. Rende la transizione più veloce e migliore. Sono stati grandiosi con me nel trasferimento da Boston a Washington. Durante la riabilitazione è stato un momento cruciale quello in estate durante il quale dovevo continuare a lavorare su di me e sono stati sensazionali. Sono molto felice di lavorare con loro.”

Infine, come al solito, argomento nazionale. Gallinari, come riporta HoopsHype, menziona Spagnolo e Pajola come “giovani da monitorare”, e spiega di voler ancora giocare per l’Italia in ottica Giochi Olimpici:

“Certo che voglio. Non ho mai detto di no alla Nazionale e non lo farò mai. Sono sempre disponibile per qualunque ruolo abbiano bisogno che io ricopra.”

“Penso che abbiano fatto un grande lavoro [in World Cup, ndr]. Sfortunatamente, si sono imbattuti in Team USA ai quarti di finale, specialmente dopo la sconfitta degli Stati Uniti contro la Lituania. Non è stata la migliore situazione per affrontarli, ma penso che abbiano fatto un grande lavoro ad imporsi fra le prime migliori otto squadre del Mondo. L’Italia è sulla mappa, è grandioso.”