
Nei momenti immediatamente precedenti all’apertura della Free Agency si era aperta una possibilità che avrebbe rilanciato l’appeal dei Golden State Warriors tra le contendenti al titolo: l’acquisto di Paul George.
Alla scadenza del contratto, la volontà di George di cambiare aria era evidente, e la destinazione preferita era proprio San Francisco, come compagno di Stephen Curry. Vista la situazione economica di Golden State, però, l’unico modo per far funzionare l’operazione era l’utilizzo della formula Sign&Trade; i Los Angeles Clippers si sono rifiutati di collaborare, per ostacolare (legittimamente) il rafforzamento di una diretta concorrente.
Draymond Green non ha preso bene il comportamento dei Clippers, parlandone così nel suo podcast:
Ho un po’ l’amaro in bocca, perché come sapete avremmo potuto prendere Paul George. George voleva venire agli Warriors, e noi volevamo che George venisse a giocare con noi. Penso che avrebbe potuto fare cose incredibili con noi.
Parliamo sempre delle franchigie, di quello che fanno e non fanno per i giocatori… i Clippers non sono stati leali, non hanno voluto aiutarlo ad andare dove lui voleva andare. E alla fine non hanno ottenuto niente in cambio, George ha lasciato a zero.