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Questo contenuto è tratto da un articolo di Max Levy per The Lead SM, tradotto in italiano da Marco Marchese per Around the Game.


La Stagione 2023/24 dei Los Angeles Lakers non è stata di certo tra quelle dall’andamento più tranquillo, visti i continui problemi fisici subiti da tanti elementi del roster gialloviola. Ma è durante le stagioni più complicate che emerge il vero valore dei giocatori. Quest’ultimo assunto può essere esplicativo delle prestazioni messe a referto quest’anno da D’Angelo Russell. Tuttavia, per comprendere al meglio i motivi dell’evoluzione del suo stile di gioco, va analizzata la sua carriera sin dagli albori. D-Lo era un prodigio cestistico prima di frequentare la Ohio State University, dove si è affermato come una tra le guardie più dinamiche di tutti gli Stati Uniti. Il suo successivo percorso in NBA è stato segnato da tanti up&down, ma Russell è sempre riuscito a proporre il suo stile di gioco, senza snaturarsi troppo. 


Il Figliol prodigo

25 Giugno 2015, i Los Angeles Lakers sono chiamati a scegliere: il dubbio è sul puntare su Jahlil Okafor, eventuale Big Man del futuro della franchigia, o dare fiducia ad una guardia diciannovenne dalla taglia e visione di gioco fuori dal normale. I Lakers hanno optato per la seconda scelta, nella speranza che il ragazzo potesse diventare il volto della franchigia, alla lunga. Ma nel giro di due anni, Russell è stato spedito sulla East Coast, in direzione Brooklyn Nets. È trascorso del tempo da allora, e parrebbe che D-Lo abbia risolto i problemi che ne causarono la trade anni fa.

Lakers 2015-2017

La prima avventura con addosso la canotta dei Los Angeles Lakers di D’Angelo Russell è stata colma di momenti negativi e positivi. Giunto a Los Angeles come la più alta scelta al Draft dal 1982, quando fu selezionato James Worthy, le aspettative nei suoi confronti erano elevatissime. Nel corso della Summer League 2015 aveva messo in mostra un’impressionante visione di gioco ed eccellente meccanica di tiro. Il massimo livello di hype generato da D-Lo in Summer League è stato un ICY game winner, che ha anticipato al mondo intero le sue abilità nel clutch-time

Nelle sue prime due stagioni a TinselTown, Russell ha messo a referto 14.3 punti, 4.0 assist e 3.5 rimbalzi in 143 partite. Tutto sommato, medie onorevoli per un giovane appena approdato in NBA e che stava apprendendo il ruolo della Point Guard. Tuttavia, la fanbase era molto famelica, data l’assenza dei californiani dai Playoffs dalla Stagione 2012/13. Al termine delle sue due prime stagioni, i Lakers hanno avuto il poco invidiabile record di 43-121, col 26.2% di winning percentage. 

Vita da rookie

La partita più significativa dell’anno da rookie di D’Angelo Russell è stata certamente quella di marzo 2016 contro i Brooklyn Nets. In 35 minuti di gioco, D-Lo ha messo dentro ben 39 punti con 14/21 al dal campo e 8/12 da oltre l’arco. Quella è stata la prestazione con il maggior numero di punti da parte dei rookie provenienti dal suo stesso Draft. Inoltre, è stata la prestazione con maggior numero di punti da parte di un rookie dei Los Angeles Lakers dal lontano 1959, quando a riuscirci era stato Elgin Baylor. Questa performance lo aveva reso anche il più giovane a concretizzare 8 o più triple in una sola partita – record poi superato da Jalen Green ed Anthony Edwards. Al termine della sua stagione inaugurale in NBA, Russell è stato inserito nell’All-Rookie Second Team.

Anno da sophomore: il crollo

Il secondo anno in NBA di D’Angelo Russell è stato segnato da parecchi infortuni. Nella sua prima stagione, di cui abbiamo appena parlato, aveva saltato soltanto 2 partite, mentre in quella successiva il numero delle sue assenze è salito a 19. I Lakers hanno riscontrato enormi problemi senza Kobe Bryant ed un vero leader in campo, evidenziando carenze d’identità. Russell è stato presente a intermittenza in quintetto, con la mole del suo impiego in aumento dopo l’All-Star Break. Nonostante l’annata altalenante, il 19 marzo 2017 è riuscito a mettere a referto la sua prima prestazione da 40 punti contro i Cleveland Cavaliers. Inoltre, ha concluso la stagione in positivo, mostrando grinta e cuore e riuscendo a mettere dentro il canestro decisivo nel clutch-time per la vittoria contro i Minnesota Timberwolves il 9 aprile. Ha dedicato quel gesto sportivo alla madre, defunta proprio poche ore prima. 

In generale, le sue prime due annate a Los Angeles non hanno retto all’hype che si era creato attorno a lui. D-Lo è riuscito a mettere in mostra parecchio del suo potenziale, ma la carenza di maturità e un supporting cast non all’altezza hanno limitato le sue performance in campo nel corso dei suoi primi due anni in NBA.

Brooklyn Nets: Special Kid

Il valore e l’importanza di D’Angelo Russell all’interno del roster dei Lakers ha subito un drastico calo in avvio della sua terza annata in NBA, a causa di due principali ragioni. Il primo era la presenza di un’altra Point Guard emergente, la cui combo di stazza, velocità, visione di gioco e abilità difensive stavano impressionando l’intera nazione: Lonzo Ball. Le attenzioni su di lui si erano impennate dopo che il suo vulcanico padre, LaVar Ball, aveva creato la sua linea di moda sportiva, Big Baller Brand. Lonzo e i suoi agenti non avevano nascosto la volontà di giocare a Los Angeles, e l’allora Director of Basketball Operations, Magic Johnson, aveva messo gli occhi sul ragazzo di casa. I Lakers hanno terminato la Stagione 2016/17 con il 3° peggior record in NBA (26-56), riuscendo ad ottenere Ball al Draft con la 2° scelta.

Il secondo motivo che ha spinto le prestazioni di Russell in basso è stato il gossip riguardo l’incidente col suo compagno di squadra, Nick Young, che ha coinvolto anche la rapper Iggy Azalea, avvenuto durante la sua stagione da rookie. Young, che ai tempi era infedele nei confronti della ex fidanzata Iggy Azalea, aveva ammesso i suoi tradimenti in un video registrato dallo stesso Russell. Quando Russell ha pubblicato quel video, Young è rimasto isolato all’interno del roster, non riuscendo più ad ottenere la fiducia dei compagni. Quest’evento ha comunque alterato la visione e l’idea che Johnson si era fatto sia di Russell che di Young, sancendo di fatto il loro destino lontano dalla Città degli Angeli. 

Questi avvenimenti hanno spinto i Lakers a scambiare D’Angelo Russell, insieme all’enorme contratto del russo Timofey Mozgov, ai Brooklyn Nets in cambio di Brook Lopez e i diritti al Draft su Kyle Kuzma. Con quella mossa i gialloviola si erano assicurati il cap space necessario per poter firmare LeBron James nell’estate del 2018, insieme al sopracitato Kuzma, poi rivelatosi fondamentale nella corsa al Titolo NBA del 2020. I Nets, che durante quel periodo hanno rinunciato a molte delle loro Draft Picks inserendole in altrettante trade, avevano ottenuto una giovane stella su cui poter costruire il loro futuro. 

I primi miglioramenti

Russell ha messo sin da subito le cose in chiaro al suo arrivo ai Brooklyn Nets riguardo a chi fosse il prossimo franchise player, con una prestazione da 30 punti al debutto con la nuova casacca. La sua prima stagione sull’altra sponda dell’Hudson River è stata falcidiata da numerosi infortuni, tuttavia è comunque riuscito a mettere a referto 15.5 punti e 5.2 assist, disputando però il careerlow in quanto a minuti in campo, 25.7. Il momento più importante del suo primo anno nella Grande Mela è avvenuto il 23 marzo 2018, quando D-Lo è riuscito a refertare la sua prima tripla-doppia in carriera contro i Toronto Raptors. I suoi sforzi si sono rivelati però vani, in quanto i Nets hanno terminato quella stagione con il record di 28-54 – tradotto nel 34.1% di winning percentage – segnando una delle annate più abuliche del loro processo di crescita.

In ottica di acquisire maggior potere in vista del e dei futuri Draft, i Brooklyn Nets hanno iniziato a mettere a libro paga dei contratti orribili, sganciati dalle altre squadre, lasciando però la franchigia newyorkese con poco cap space e mobilità per migliorare il roster. A peggiorare il tutto per D-Lo, i Lakers avevano migliorato il loro record della precedente stagione di 9 vittorie, con in roster Ball e LeBron. 

All-Star Russell

D’Angelo Russell ha iniziato la Stagione 2018/19 con la maggior quantità di pressione addosso mai avuta fino ad allora: non solo doveva guadagnarsi il suo prossimo contratto, doveva anche provare di poter essere un tassello fondamentale in una squadra vincente. D-Lo ha iniziato la stagione dando il massimo, con ottime prestazioni sin da novembre – 31 punti contro i Minnesota Timberwolves a metà, prestazione da 38 punti, 8 rimbalzi, 8 assist contro i Philadelphia 76ers a fine mese. 

La sua esplosione definitiva è avvenuta il 18 dicembre 2018 in occasione della sfida ai Los Angeles Lakers, sua ex squadra, avendo messo a referto 22 punti e 13 assist. La sua abilità al tiro nel clutch-time e nel decision-making avevano dimostrato i netti miglioramenti raggiunti da D-Lo.

A metà gennaio, Russell ha inaugurato il nuovo anno con la vittoria del suo primo premio Player of the Week. L’1 febbraio 2019 è stato scelto per la prima volta in carriera per giocare all’All-Star Game per rimpiazzare un giocatore infortunato. Prestazioni come quella da 36 punti – con 14 triple a referto – contro i Cleveland Cavs, da 40 punti contro gli Hornets nel giorno del suo compleanno e da 44 punti (di cui 27 nell’ultimo Quarto) nella vittoria in rimonta contro i Sacramento Kings hanno esplicato al meglio che tipo di giocatore fosse D’Angelo Russell.

La sua ascesa è coincisa con quella dei Brooklyn Nets. A inizio stagione le previsioni li davano come vincenti per sole 32 volte in stagione, ma a fine anno il numero di vittorie è stato di 42, riuscendo a raggiungere il 6° seed della Eastern Conference e l’accesso ai Playoffs 2019. D-Lo ha collezionato 26 punti nel suo debutto ai Playoffs contro i Philadelphia 76ers e, anche se i Nets sono stati eliminati in sole 5 sfide, il futuro era sembrato molto più roseo. Per via dei progressi dimostrati, D-Lo ha duellato con Pascal Siakam nella corsa al Most Improved Player 2019

L’arrivo a Golden State e il temporaneo oblio

La fama e il successo ottenuti da D’Angelo a Brooklyn si sarebbe presto rivelata una lama a doppio taglio. Da un lato, Russell aveva stabilito il suo nome tra quello delle migliori Point Guard emergenti in NBA; dall’altro, era alla ricerca di un nuovo contratto, diventando un pezzo di mercato appetibile in vista della Free Agency. Durante la Stagione 2018/19 la dynasty dei Golden State Warriors aveva rivelato qualche piccolo scricchiolio. La loro nuova superstar, Kevin Durant, era divenuta parecchio frustrata, allontanandosi dal gruppo dei Big Three, stando alle parole di Draymond Green. Non si sentiva più il benvenuto e voleva cambiare aria dopo la rottura del tendine d’Achille avvenuta nel corso delle NBA Finals 2019.

In simultanea, Kyrie Irving voleva lasciare i Boston Celtics. I Nets, che prima di avere a roster D’Angelo Russell si trovavano in un limbo sportivo, si sono trovati davanti l’opportunità di aggiungere due superstar in squadra. Così, il 7 luglio 2019, i Golden State Warriors hanno ottenuto D’Angelo Russell attraverso una sign&trade con Kevin Durant. D-Lo ha così potuto firmare il suo max-contract da $117 milioni con i Dubs. Ma anziché aggiungersi ad un roster nel corso di una dinastia vincente, Russell ne ha trovato uno in fase di rebuilding. Klay Thompson aveva subito un season-ending injury durante le NBA Finals, con la rottura del legamento crociato anteriore, mentre Steph Curry si è rotto il polso dopo sole 4 gare dall’avvio di stagione. Gli Warriors hanno terminato la stagione con il peggior record in NBA, riuscendo raramente a vedere D’Angelo Russell al meglio. 

Solo 7 mesi dopo averlo ottenuto via trade, GSW ha scambiato D-Lo con i Minnesota Timberwolves, ottenendo in cambio Andrew Wiggins e una First round pick al Draft – che si sarebbe tramutata in Jonathan Kuminga. Russell ha messo a referto 23.6 punti (careerhigh) e 6.2 assist a Golden State, ma questa trade ha rappresentato la terza volta in cui una franchigia non ha dimostrato di credere in lui.

Minnesota Magic

L’opportunità ricevuta dai Minnesota Timberwolves è stata l’ultima per poter dimostrare di essere una Point Guard di livello valido rispetto ai pari ruolo in NBA. Le sue prestazioni ai T-Wolves hanno beneficiato del fatto che la squadra avesse costruito l’intera fase offensiva attorno a lui. Nelle altre stagioni, infatti, D-Lo aveva sempre contribuito a costruire il gioco in favore di qualcun altro. Inoltre, finalmente aveva potuto riabbracciare il fraterno amico e collega al Draft 2015, Karl-Anthony Towns, anche perché entrambi avevano espresso in passato il desiderio di condividere il parquet. 

Nel giorno del suo debutto D-Lo ha refertato 22 punti e 5 assist. I Timberwolves avevano terminato la stagione 2020 con il secondo peggior record in NBA, 19-45, con soltanto i Golden State Warriors alle loro spalle. A giugno 2021 i T-Wolves hanno ottenuto Anthony Edwards al Draft e hanno terminato la stagione col record di 23-49, in cui Russell ha avuto la media di 19 punti e 6 assist. 

La chiave di volta

Nella Stagione 2021/22 D’Angelo Russell ha chiuso con 18.1 punti e il career-high di 7.1 assist. La sua miglior prestazione stagionale è giunta contro i Memphis Grizzlies, in cui ha infilato 37 punti e 9 assist. Ma il fatto maggiormente rilevante è stato che i Timberwvoles avevano ripreso ad essere un team vincente, con il record di 46-36 al termine dell’annata. Nel corso del Play-In Tournament, Russell ha dovuto risolvere la situazione per i T-Wolves con KAT allontanato per falli contro i Clippers.

La redenzione di D-Lo è stata la ciliegina sulla torta nel ritorno al successo dei Timberwolves. Ha dimostrato di poter essere la Point Guard di una franchigia aspirante al titolo in svariate occasioni. I T-Wolves avevano costruito uno young-core costituito da Edwards, Towns, Jarred Vanderbilt, Malik Beasley e Jaden McDaniels, uniti a Russell, su cui basare il futuro. Un gruppo del genere costituirebbe una contender per anni, a parer di molti. Peccato che il 22 luglio 2022 Minnesota abbia ceduto gran parte di quello young-core in favore di Rudy Gobert. Quella trade ha complicato un po’ le cose nella corsa alla vittoria, rendendo Russell scambiabile nel corso della Stagione 2022/23. 

La profezia si è avverata

I Los Angeles Lakers sono diventati la squadra di LeBron James, mentre Russell era via da LA. Dopo una prima stagione da dimenticare, LeBron ha convinto Anthony Davis a raggiungerlo in California per provare l’assalto al Titolo NBA: Davis ha raggiunto i gialloviola in cambio di gran parte del loro young-core durante l’estate del 2019. Nella prima stagione da All-Star Duo, LeBron ed AD hanno vinto il 17° Titolo NBA dei Los Angeles Lakers. A febbraio 2023 i Lakers e LeBron si stavano preparando per un’altra title-run, dopo stagioni con diversi infortuni e una disastrosa trade che ha coinvolto Russell Westbrook che aveva ridimensionato i sogni di gloria gialloviola. LeBron era diventato da poco All-Time Leader Scorer e il GM Rob Pelinka doveva affrettarsi a concretizzare una mossa. Il 9 febbraio 2023 D’Angelo Russell ha cambiato maglia per la quarta volta in carriera, facendo così ritorno alla franchigia con la quale aveva precedentemente debuttato in NBA. Le sensazioni stavolta sono state diverse dalla prima. I Lakers avevano ambizioni serie verso il titolo, D-Lo non aveva più addosso il peso di essere un franchise player, ma un membro del supporting cast

Playoffs push

La sua prima partita con la sua vecchia-nuova maglia è terminata con 15 punti in una vittoria cruciale contro i Golden State Warriors, sua ex squadra. Russell, James, Davis e i Lakers hanno poi mantenuto la striscia positiva fino ad oltre il Play-In Tournament, nel quale sono riusciti a sconfiggere un’altra ex squadra di DLo, i Minnesota Timberwolves. Nella serie del First round contro i Memphis Grizzlies ha terminato con 17 punti e 6 assist a partita, con Playoffs career-high di 31 punti in Gara 6. I Denver Nuggets hanno poi spazzato via i Lakers nelle Conference Finals, concludendo in modo brusco i sogni di tifosi, staff e giocatori. Le prestazioni di D-Lo sono state abbastanza scadenti nel corso di quella serie, con 6.3 punti e il 32% dal campo, con il 13% da oltre l’arco. 

Presente (e immediato futuro)

Nel corso della scorsa estate, Russell e i Lakers hanno negoziato il suo rinnovo di contratto biennale da $19 milioni l’anno. Ciò porta la storia al presente, in cui D-Lo sta disputando un annata davvero importante per tutta la sua carriera. I tifosi avevano già fiutato qualcosa nell’aria lo scorso novembre, dopo la sua prestazione da 35 punti contro i Detroit Pistons. Due settimane dopo i gialloviola si sono laureati primi vincitori dell’In-Season Tournament, con il torneo a sancire il potenziale del roster. 

Fino a marzo 2024, Russell ha una media di 17.7 punti, 2.9 rimbalzi, 6.2 assist a partita. Il suo volume di gioco è in linea con le medie, mentre la sua efficienza è nettamente sopra le righe. Il 41% da oltre l’arco sarebbe un career-high a fine anno, su 6.6 tentativi. Inoltre, Russell ha messo fin qui a referto il 57.2% di Effective Field-Goal Percentage, che viene superata solo dalla scorsa metà stagione ad LA. L’All-Star si è messo in mostra con 26 punti contro gli Oklahoma City Thunder, ma in generale si è dimostrato ancora una volta un impeccabile cecchino al tiro. Ha costruito una fraterna amicizia con l’altra guardia in quintetto, Austin Reaves. Infine, è riuscito a sancire la vittoria in una sfida combattutissima contro i Milwaukee Bucks con il punteggio di 122-123 per i Lakers, che ha terminato con ben 44 punti e 9 triple. Oltre ad aver segnato il canestro decisivo, ha inoltre messo gli ultimi 8 punti dei Lakers: una grossa mano in più per i gialloviola nell’ultra competitiva Western Conference. Anche dopo l’In-Season Tournament, i fan dei Lakers sono stati incomprensibilmente scettici verso D-Lo, che nel mezzo di rumors e voci riguardo a una sua trade, ha mantenuto un costante livello di gioco e di attenzione su di esso. 

Conclusioni

Spesso, per ogni chance che è stata concessa a D’Angelo Russell, molti tra tifosi e addetti ai lavori non hanno dimostrato fiducia in lui. Quando è stato scelto al Draft dai Lakers le aspettative dei tifosi lo avrebbero visto condurre la franchigia nuovamente alla vittoria, sin dal suo arrivo. Dopo aver trascorso due stagioni in una franchigia tanto in auge come i Lakers, a 21 anni è stato mandato a giocare in una delle peggiori franchigie di quel momento, col rischio di sprecare il meglio del suo prime. Ha invece reagito, elevando il livello del suo gioco e di quello dei compagni di squadra, trasformando una franchigia senza storia né gloria in una squadra ricercata dai giocatori durante la Free Agency

A Golden State non ha avuto molte opportunità di poter crescere e migliorare al fianco di grandi campioni e veterani NBA, per via dei tanti infortuni e dell’ombra degli stessi Hall of Famer. A Minnesota è riuscito a rimettere in piedi una squadra devastata, ma subito dopo è stato mandato via poiché Mike Conley è parso un fit migliore. Oggi, nella sua seconda esperienza ai Lakers, D’Angelo Russell non ha fatto meno di quanto ci si attendesse da lui. Ha abbracciato in toto la culture, diventando uno dei beniamini dei tifosi. E quando gli stessi hanno iniziato a vociferare di una sua possibile trade in corso d’opera, lui ha abbassato la testa concentrandosi sul campo.

Il suo futuro rimane ancora enigmatico e pieno d’incertezza. Ha una player option che può far valere in estate, che probabilmente declinerà alla ricerca di un accordo più longevo. Ha offerto molto ai Lakers, apportando qualità al tiro e nel playmaking, oltre che un uomo solido e affidabile all’interno dello spogliatoio, con la sua celebre esultanza Ice in my veins divenuta simbolo della squadra. Si spera che Pelinka e Russell riescano a trovare un accordo che possa mantenere la Point Guard a LA anche dopo il ritiro di LeBron James. Il suo carisma, l’etica del lavoro e stile sono la quintessenza della filosofia Lakers. Non si tratta più di dare le chiavi di una fuoriserie ad un ragazzino di 19 anni. Nel corso del suo non-ortodosso cammino in NBA è riuscito dove altri hanno gettato la spugna, guadagnandosi il ruolo di Point Guard in quintetto dei Lakers. Ma poco conta ciò che accadrà in estate: stavolta è giusto render merito a D’Angelo Russell per la stagione fin qui disputata in maglia gialloviola.