Cooper Flagg è ufficialmente dei Dallas Mavericks… e quindi? Quindi è ora che il GM Nico Harrison inizi a lavorare, dopo quello che altro non è che un regalo.

Cooper Flagg al Draft 2025 con il cappellino dei Dallas Mavericks.
FOTO: USA Today

Questo contenuto è tratto da un articolo di Kevin Sherrington per The Dallas Morning News, tradotto in italiano da Marco Barone per Around the Game.


 

Nico Harrison ha fatto la scelta più semplice della sua breve e tumultuosa carriera mercoledì, accettando il dono di Cooper Flagg, recuperando così il futuro dei Mavericks e annullando l’intervento delle autorità locali. L’era Flagg è iniziata alle 2:11 italiane, quando l’annuncio del commissioner ha ufficialmente sollevato la nube nera sulla franchigia. A meno che non si verifichino altre catastrofi.

La domanda è: e adesso? Il giocatore con maggiori probabilità di successo di questa classe draft è a un livello abbastanza avanzato a 18 anni per fare praticamente tutto ciò che Jason Kidd potrebbe chiedere. Potrebbe spostare P.J. Washington in panchina, marcare tutti e perfino agire occasionalmente da point guard. A prescindere da dove giocherà, Flagg darà al nucleo scricchiolante dei Mavs un po’ di energia necessaria. Il che è sufficiente, almeno per ora.

Non verrà a Dallas per sostituire Luka Doncic, se è questo che stavate pensando. Le sue abilità sono diverse, Luka è un erudito, un professore di pallacanestro. Il valore di Flagg sta nel fatto che fa bene un po’ di tutto ed è fin troppo felice di farlo. Pensate a Scottie Pippen – un bel pensiero, per giunta. Considerando il livello di abilità, l’etica del lavoro e la competitività di Flagg, la domanda da porsi non è cosa farà nella sua stagione da rookie. Se la caverà benissimo. La domanda è cosa succederà intorno a lui.

Riuscirà Nico Harrison a trovare un sostituto adeguato per Kyrie Irving fino al suo ritorno previsto per gennaio? Secondo quanto riferito, il nuovo accordo triennale di Kyrie libera 5.7 milioni di dollari per la midlevel exception. Marc Stein, collaboratore di SportsDay, riferisce che i Mavs sono i “principali pretendenti” per D’Angelo Russell, da tempo nel mirino di una o dell’altra amministrazione dei Mavericks.

A soli 28 anni, DLo ha già giocato per quattro squadre e due volte per i Lakers e i Nets. La scorsa stagione non è stato un granché. Ha avuto una media di 12.6 punti in 58 partite e ha tirato solo il 31.4% da tre. Potrebbe essere in grado di riprendersi. Ma anche no. Dennis Schröder, qualcuno? Gioca in difesa, un mantra di Nico, ma non offre molto come realizzatore.

Il problema di puntare su un sostituto di Irving è che potrebbe finire per avere un ruolo più importante di quello che si vorrebbe. Kyrie è reduce da un infortunio al crociato del ginocchio sinistro. Nel corso di una carriera da potenziale Hall of Fame, la sua capacità preternaturale di fermarsi, ripartire e cambiare direzione in un batter d’occhio lo ha fatto sembrare più giovane di quanto suggerisca il suo certificato di nascita.

Ma il tempo supera tutti. Kyrie ha 33 anni. Ha un sacco di chilometri su quelle ruote malandate. Quanta della sua rapidità argentea sarà ancora in grado di evocare a gennaio, febbraio e marzo?

Al di là del caso di Kyrie, quanto rimane a Klay Thompson? L’anno scorso non è stato male con una media di 14 punti. Ma se Nico Harrison non aggiunge altro, si può pensare che Thompson debba raccogliere la maggior parte del carico di punti perso in assenza di Kyrie. L’anno scorso ha avuto difficoltà a trovare la via del canestro con continuità, sera dopo sera.

Naturalmente, Anthony Davis può ancora gestire tutto il carico. È in grado di essere il fulcro dell’attacco dei Mavs finché sta in piedi. Nel migliore dei casi, con l’aggiunta di Flagg i Mavs hanno probabilmente abbastanza talento per competere a ovest. Anche prima di mercoledì, hanno dato filo da torcere a Oklahoma City. Ma un buon GM non spera nel meglio, si prepara al peggio.

Come abbiamo imparato, a volte con orrore, Harrison non ha paura di cambiare le cose con uno scambio. Ha molto materiale a disposizione nell’affollato frontcourt dei Mavs. Immaginate un po’. Sono abbastanza vecchio da ricordare quando non riuscivano a schierare un centro decente, figuriamoci tre. Davis, Daniel Gafford e Dereck Lively II probabilmente finirebbero tutti nella classifica dei migliori centri di sempre dell’organizzazione. Nico potrebbe separarsi da uno di loro per portare un realizzatore nel backcourt?

Se il GM non fa una mossa e Thompson continua a perdere colpi o Davis si fa male o Kyrie non è più lo stesso, la filosofia “win-now” di Nico potrebbe essere messa a dura prova. Aspettarsi che Flagg ricopra il ruolo sembra un po’ troppo a questo punto. Potrebbero scoprire che è pronto per questo, ma non è questo il modo di pianificare. Per quanto bravo sia, merita un percorso più lungo.

L’allenatore di Flagg al liceo prevede che diventerà una vera e propria star alla quarta o quinta stagione, che, non a caso, coincide con quella che sembra la fine dell’era Davis/Irving. Se vi sembra un’attesa troppo lunga, considerate che il ragazzo avrà solo 22 o 23 anni.

So cosa state pensando. Luka era già un candidato MVP a quell’età, un giocatore cinque volte All-NBA a 25 anni. È vero. Ma, come abbiamo visto, Luka era speciale e lo è ancora.

Cooper Flagg non è Luka Doncic, ma questa non è un’accusa. Nessuno lo è. Uno di questi giorni, nei sei display uno accanto all’altro in un corridoio della struttura di allenamento dei Mavericks, saranno costretti ad aggiungerne un altro per tenere conto del nuovo volto della franchigia. O questo o sostituire la maglia di Lively nel cubicolo con la scritta “The Road Ahead”.